Adiecta (1905)/II/XIII

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Sogni

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SOGNI

I.


     Gocciava dai rami bagnati
la nebbia salita dal piano
e l’umida stesa dei prati
4non era che un largo pantano.

     Il vento ne’ lunghi ululati
avea qualche cosa d’umano;
gracchiavano i corvi affamati
8lontano, lontano, lontano.

     Ma pur se, cedendo al destino,
morivan le tarde vïole
11anch’esse nel nostro giardino;

     in faccia alle squallide aiuole,
nel buio del nembo vicino,
14sognavo la gloria del sole.




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II.


     Sognavo che il sol trionfante
salia nell’azzurro profondo.
La terra schiudeva all’amante
4le valve del grembo fecondo,

     ne’ boschi olezzavan le piante
fiorite all’aprile giocondo;
un fiotto d’amor spumeggiante
8bollìa nell’arterie del mondo.

     In cielo canta van gli uccelli,
un’aura di nozze saliva
11aulente dai bocci novelli

     e in faccia alla festa giuliva
de’ sogni più cari e più belli,
14la speme nel cor mi moriva.