Adiecta (1905)/II/XXVIII

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PER SEMPRE


     Il mostro s’allungava
come un serpe schifoso
3e viscido di bava,
gonfio, gelatinoso,
aprìa larghi ed attenti
6gli occhi fosforescenti,

     trascinandosi lento
sulla ventraia oscena
9col pigro movimento
ed il senso di pena
del rospo impegolato
12nel motriglio gelato.

     Poi con la cauta insidia
del polipo che caccia,
15simulando l’accidia
cerchiava con le braccia
cupidamente aperte
18l’umana preda inerte,

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     la preda rassegnata
che di levar non osa
21la mano incatenata,
la vittima crucciosa
che il suo destino accetta
24ed il martirio aspetta.

     Ah, guai per chi seguendo
l’error del vizio abietto,
27vedrà del mostro orrendo
lo scellerato aspetto!
Guai! Nelle sue ritorte
30starà tino alla morte.

     Oblio, riposo e pace
invocherà, ma invano:
33la stretta è più tenace
d’ogni contrasto umano
ed aspettar soccorso
36non val contro il Rimorso!