Aminta (1590)/Al molto magnifico e generoso signore, il signor Girolamo Otto

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Al molto magnifico e generoso signore, il signor Girolamo Otto

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Al molto magnifico e generoso signore, il signor Girolamo Otto
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AL MOLTO MAG.

ET GENEROSO

SIGNORE,

Il Sig. Girolamo Hotto.

HH
Avendo riſoluto (molto Mag.co mio Sig.re) dar di nuouo al Mondo, le diuine Poeſie del Sig. Torquato Taſſo, altre volte ſtampate da noi, in picciolo carattere; in forma hora, & litera grande, sì per far il douuto honore all’opere di così raro ſpirito, come anco per commodità, & piacere de[’] diuerſi miei Signori,

[p. v modifica]& amici; ſrà quali eſſendo V. S. Mag.ca vno de’ primi, che deſiderano le opere di queſto Poeta in ampla, & honorata forma; & io all’incontro deſideroſiſſimo di ſeruirla, & con qualche occaſione, far ſegno al Mondo (oltre l'obligo mio) dell'affettione, & ambitioſo deſiderio, c'hò di eſſere conoſciuto per vno de’ ſuoi amoreuoli ſeruitori, & inſieme di tutti i Signori ſuoi fratelli; hò per eſpediente preſo, ſenza più tardare, inuiarli per caparra del rimanente, l'Aminta fauola Boſchereccia di eſſo Sig. Taſſo, poema nobiliſſimo, & al parer mio perfettiſſimo, in tutte le ſue parti, & in cotal genere quaſi diuino. Ecco Sig. mio, che compiacendo in vno iſteſſo tempo, & à V. S. & à me ſteſſo, in quel modo cho poſſono le deboli forze mie; le mando queſto poco, di quel molto, che io deſidero; & ſeguirò l’impreſa, ſe conoſcerò, che queſto principio non le ſia ſtato diſcaro, ma in qualche parte degno della gratia ſua; ò che almeno non ſdegni, che io per queſta ſtrada (non me ne hauendo la maligna [p. vi modifica] fortuna, fino queſta hora conceſſo altra) poſſi da chi che ſia, che leggerà, eſſere conoſciuto, per vno de ſuoi affettionatiſſimi, & per vno, che, ſe poteſſe ſenza offendere la modeſtia di lei, con verità, malgrado de’ maligni, ed in ſcritto, e con la viua voce diuentarei tromba delle tanto rare, quanto riguardeuoli qualità ſue, degne veramente d’ogni maggior grado; ſe ben, mercè del voſtro valore, quello che hora tenete, & vi conſeruate, è grandiſſimo, & riguardeuole; accompagnato da ſomma cor teſia, magnanimità, affabilità, che fanno à gara, con la realtà ſenza parangone, & da vna marauiglioſa ſollecitudine, & vigilantia intorno all’importantiſſimi negotij, per geloſia dell’honore, non mirando quaſi più oltre, che alla intatta conſeruatione di quello; (penſieri che di raro ſogliono hoggidì ritrouarſi frà Mercanti) ogni vna delle quali doti, per ſe ſola baſtarebbe à far Illuſtre qual ſi voglia perſona; & fù ben indegno, & affatto cieco, chi già non le conobbe, & hora non le ammira. Ma per non [p. vii modifica]eſſere fuori di tempo, & loco, troppo lungo, & recarle noia, quì darò fine, ſperando con altra miglior occaſione ſpiegar queſto mio pregno deſiderio: & aſpettando ſegno da V. S. di poterlo fare, di tutto core le baſcio le mani.

Di Venetia, il primo dell'anno 1590.


          Di V. S. molto Mag.ca


Ser.re Affettionat.mo



Nicolò Manaſſi.

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AL MOLTO MAGNIFICO

E GENEROSO

SIGNORE,

Il Sig. Girolamo Otto.

Avendo risoluto (molto Magnifico mio Signore) dar di nuovo al Mondo, le divine Poesie del Sig. Torquato Tasso, altre volte stampate da noi, in picciolo carattere; in forma ora, e litera grande, sì per far il dovuto onore all’opere di così raro spirito, come anco per comodità, e piacere dei diversi miei Signori,

[p. v modifica] e amici; fra quali essendo V. S. Magnifica uno de’ primi, che desiderano le opere di questo Poeta in ampla, e onorata forma; ed io all’incontro desiderosissimo di servirla, e con qualche occasione, far segno al Mondo (oltre l'obbligo mio) dell'affezione, e ambizioso desiderio, che ho di essere conosciuto per uno de’ suoi amorevoli servitori, e insieme di tutti i Signori suoi fratelli; ho per espediente preso, senza più tardare, inviarli per caparra del rimanente, l'Aminta favola Boschereccia di esso Sig. Tasso, poema nobilissimo, e al parer mio perfettissimo, in tutte le sue parti, e in cotal genere quasi divino. Ecco Sig. mio, che compiacendo in uno istesso tempo, e a V. S. e a me stesso, in quel modo cho possono le deboli forze mie; le mando questo poco, di quel molto, che io desidero; e seguirò l’impresa, se conoscerò, che questo principio non le sia stato discaro, ma in qualche parte degno della grazia sua; o che almeno non sdegni, che io per questa strada (non me ne avendo la maligna [p. vi modifica]fortuna, fino questa ora concesso altra) possi da chi che sia, che leggerà, essere conosciuto, per uno de suoi affezionatissimi, e per uno, che, se potesse senza offendere la modestia di lei, con verità, malgrado de’ maligni, ed in scritto, e con la viva voce diventarei tromba delle tanto rare, quanto riguardevoli qualità sue, degne veramente d’ogni maggior grado; se ben, mercè del vostro valore, quello che ora tenete, e vi conservate, è grandissimo, e riguardevole; accompagnato da somma cortesia, magnanimità, affabilità, che fanno a gara, con la realtà senza parangone, e da una maravigliosa sollecitudine, e vigilanza intorno all’importantissimi negozij, per gelosia dell’onore, non mirando quasi più oltre, che alla intatta conservazione di quello; (pensieri che di raro sogliono oggidì ritrovarsi fra Mercanti) ogni una delle quali doti, per se sola bastarebbe a far Illustre qual si voglia persona; e fu ben indegno, e affatto cieco, chi già non le conobbe, e ora non le ammira. Ma per non [p. vii modifica]essere fuori di tempo, e loco, troppo lungo, e recarle noia, quì darò fine, sperando con altra miglior occasione spiegar questo mio pregno desiderio: e aspettando segno da V. S. di poterlo fare, di tutto core le bascio le mani.

Di Venetia, il primo dell'anno 1590.


          Di V. S. molto Mag.ca


Ser.re Affettionat.mo



Nicolò Manassi.