Antropologia/XI

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XI. Classificazione delle razze umane

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XI. Classificazione delle razze umane
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Tutti i tentativi fatti fino ad oggi per conseguire una buona classificazione delle razze umane, possono dirsi falliti, e non è difficile di farsi un’idea della difficoltà dell’impresa. Le nostre cognizioni sui diversi popoli della terra non sono tanto complete quanto all’uopo sarebbe necessario, poichè due interi continenti, l’Africa e l’Australia, e molto isole del Pacifico sono poco conosciute nei riguardi antropologico ed etnografico. Di più, noi ci troviamo davanti ad una specie la più moltiforme che si possa immaginare, con limiti poco decisi fra varietà e varietà in seguito agli incroci avvenuti nei secoli passati e quelli che avvengono sotto i nostri occhi. Dove due varietà o razze vengono fra di loro in immediato contatto, là l’incrocio agisce in maniera da modificarle ambedue e da avviare la formazione di una nuova razza, aiutato da una lunga sequela di altre cause che agiscono sulla discendenza meticcia.

Nella classificazione dell’uomo si è dato qualche valore ai costumi, alle abitudini, alle credenze religiose, alle tradizioni, ecc. delle diverse genti; ma si è dovuto convincersi che tale valore è ben lieve, poichè i costumi, le abitudini e le credenze si modificano o mutano facilmente, e le stesse tradizioni sono mutilate, svisate o contraffatte nel corso dei tempi.

È stato dato grande peso ai criterî linguistici, ritenendo che la somiglianza della favella fosse prova di consanguineità; ma un distinto filologo, Max Müller, così si esprime in proposito: «L’etnologia e la linguistica devono, almeno per ora, essere tenute ben separate. Molti equivoci e controversie trovano la loro causa in ciò che dalla lingua si è voluto giudicare del sangue e viceversa. Quando ambedue le scienze avranno stabilita, indipendentemente l’una dall’altra, la classificazione dei popoli e delle favelle, allora soltanto si potranno confrontare insieme i risultati, ai quali saranno giunte, ma come bene si comprende, è così poco corretto di parlare di un cranio ariano come di una lingua dolicocefala.» E l’Ecker soggiunge che la lingua non prova l’affinità della discendenza, ma soltanto quella dell’educazione. A sostegno di queste idee può aggiungersi, che gli Europei che emigrano nell’America del nord dimenticano ben presto il loro dialetto ed assumono i costumi e la favella degli yankees, mentre si conserva per molte generazioni la forma originaria del cranio. È anche constatato che in alcuni casi i popoli vinti hanno adottato il linguaggio dei vincitori. Nondimeno il criterio linguistico non deve essere trascurato, perchè in molti casi l’eguaglianza della lingua collima con quella del sangue.

Molto maggiore importanza hanno i caratteri fisici, perchè non si mutano che col persistere di cause modificatrici e in seguito ad una lunga serie di generazioni. Dapprima si ricorse al colore della pelle e si distinsero razze bianche, nere, gialle, brune e rosse; ma non essendosi a questa stregua raggiunta una classificazione soddisfacente, l’Haeckel propose di classificare le razze umane a seconda della forma dei capelli. Egli distinse:

Razze a capelli lanosi (Ulotriche) e
» » lisci (Lissotriche).

Fra le razze ulotriche separò quelle a capelli a ciuffi (Lofocome) da quelle senza ciuffi (Eriocome); e tra le lissotriche distinse nuovamente quelle a capelli diritti (Euticome) da quelle a capelli arricciati (Euplocome). Ne scaturì la classificazione seguente.


Razze Ulotriche Razze lofocome Homo papua
» hottentotus
Razze eriocome » cafer
» niger
Razze Lissotriche Razze euticome Homo australis
» malayus
» mongolus
» arcticus
» americanus
Razze euplocome » dravida
» nuba
» mediterraneus


Nemmeno questa classificazione è soddisfacente, perchè fondata unicamente sulla struttura dei capelli; ne verrebbe, ad esempio, il collocamento degli Australiani fra i popoli mongoloidi, cui non somigliano che poi possesso dei capelli lisci.

Migliore della precedente è la classificazione proposta da Huxley, il quale distingue il tipo australoide, rappresentato dagli Australiani, dagli abitatori dell’interno del Dekhan e dagli Egiziani; il tipo negroide delle regioni meridionali dell’Africa (Negri, Ottentoti, Boschimani), della penisola di Malacca, delle isole Andamane ecc. (Negriti); il tipo xantocroico di gran parte dell’Europa centrale, comprendente i popoli biondi, ed il tipo mongoloide, che ha sede nella massima parte dell’Asia e dell’America, ai quali tipi aggiunge i Melanocroi, ossia le popolazioni brune dell’Europa occidentale e meridionale, del settentrione dell’Africa e dell’Asia occidentale.

I Caucasi sono così suddivisi nei Nantocroi e Melanocroi.

Io tenterò di raggruppare le varie genti, che abitano il globo, secondo il complesso dei loro caratteri, cercando su questa via di ottenere una classificazione più naturale che sia possibile.

Ecco la classificazione che per ora sembra la meno difettosa.


I. Popoli Australoidi a) Australiani
II. Popoli Negroidi 1. Lofocomi
b) Negriti
c) Tasmaniani
d) Papuani
e) Capoani
2. Eriocomi
f) Abantu
g) Negri
III. Popoli Mongoloidi h) Malesi
i) Polinesiaci
k) Mongoli
l) Artici
m) Americani
IV. Popoli Caucasoidi n) Nubiani
o) Dravidiani
p) Mediterranei