Canti carnascialeschi (Machiavelli)/De' romiti

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De' romiti

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Degli spiriti beati Di uomini che vendono le pine
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CANTO DE’ ROMITI.


NEgli alti gioghi del vostro Apennino,
     Frati siamo, e Romiti,
     Or qui venuti in questa Città siano;
     Imperocchè ogni Astrologo, e Indovino
     5V’han tutti sbigottiti,
     Secondo che da molti inteso abbiano,
     Ch’un tempo orrendo, e strano
     Minaccia ad ogni Terra
     Pestàe, diluvio, e guerra,
     10Fulgor, tempeste, tremuoti, e rovine.
     Come se già del mondo fosse il fine.
E voglion foprattutto, che le Stelle
     Influssin con tant’acque,
     Che’l mondo tutto quanto si ricopra;
     15Per questo, donne graziose e belle,
     Se mai servir vi piacque,

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     Alcuna cosa vi sia disopra,
     Nessuna discopra,
     Per farci alcun riparo;
     20Perciocché ’l Cielo è chiaro,
     E vi promette un lieto Carnovale,
     Ma chiunque vuole apporsi, dica male.
Fien l’acque il pianto di qualunque muore
     Per voi, o donne elette:
     25I tremuoti, e rovine il loro affanno,
     Le tempeste, le guerre fien d’amore;
     I folgori, e faette
     Fieno i vostri occhi, che morir li fanno:
     Non temete altro danno,
     30Che sia quel, ch’esser suole.
     II Ciel salvar ci vuole;
     E poi chi vede il Diavol daddovero,
     Lo vede con men corna, e manco nero.
Ma pur se ’l Ciel volesse vendicare
     35I mortai falli, e l’onte,
     E che l’umana Prole andasse al fondo;
     Di nuovo il Solar Carro faria dare
     Nelle man di Fetonte,
     Perchè venifTe ad abbruciare il mondo:
     40Pertanto Iddio giocondo
     Dall’acqua v’aflicura;
     Al fuoco abbiate cura:
     Quello giudizio molto più v’affanna,
     Se secondo il fallire il Ciel condanna.
45Pur se credete a questi van romori,
     Venitene con noi
     Sopra la cima de’ nostri alti sassi;
     Quivi starete a i nostri Romitori,

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     Veggendo piover poi,
     50Ed allagar per tutto i luoghi bassi:
     Dove buon tempo fallì,
     Quanto in ogni altro loco;
     E cureremci poco
     Del piover: che chi fia lassù condotto;
     55L’acqua non temerà, che gli sia sotto.