Commemorazione di Adriano de Longpérier

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Vincenzo Promis

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ADRIANO DE LONGPÉRIER


membro dell’istituto di francia


SOCIO ESTERO DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE



COMMEMORAZIONE


di


VINCENZO PROMIS






TORINO
ERMANNO LOESCHER
Libraio della R. Accademia delle Scienze.
1882

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Estr. dagli Atti della R. Accademia delle Scienze di Torino, Vol. XVII.

Adunanza del 5 Febbraio 1882




Torino, Stamperia Reale


di G. B. Paravia e C.

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membro dell’istituto di francia

SOCIO ESTERO DELLA R. ACCADEMIA DELLE SCIENZE


COMMEMORAZIONE



Di antico e dovizioso casato della città di Meaux nacque a Parigi li 16 settembre 1816 Enrico Adriano Prévost de Longpérier. L’educazione che ebbe sin da ragazzo fu quale si conveniva alla posizione sociale della sua famiglia. Gli studi seri accoppiandosi a quelli ameni valsero ad incamminarlo per quella strada che seguì poi costantemente per oltre mezzo secolo. Poche monete avute in dono da’ suoi parenti svilupparono in lui quell’amore per la numismatica che doveva durare vivo sino agli ultimi suoi anni; ma al tempo stesso dimostrò inclinazione pel disegno e pei monumenti antichi, in previsione quasi degli studi che avrebbero in seguito reso illustre il suo nome. Cresciuto in età ricevette una seria educazione classica e scientifica, la quale lo pose in grado di dedicarsi con ogni cura a studi speciali onde venir ammesso alla scuola Politecnica; una grave malattia però che lo incolse quando contava diciott’anni fu causa che non potè presentarsi agli esami, ai quali si preparava con ardore e costanza. Questa circostanza ebbe un’influenza decisiva sull’avvenire del Longpérier.

Rinunziando alla carriera militare, con maggiore passione di prima attese alla già importante sua collezione numismatica, e per ciò studiò pure profondamente la storia, la cronologia e la geografia antica e medioevale. Per lo stretto vincolo che tra [p. 4 modifica]loro hanno questi studi, dovette pure occuparsi di epigrafia e di archeologia figurata, arricchendo così la ancor giovane sua intelligenza di quanto spesso non trovasi in un provetto erudito. In relazione coi dotti della sua epoca, che ne stimavano già allora altamente il sapere, egli pensava tutto ciò non essere per lui che un passatempo, mentre doveva fra poco diventare lo scopo e l'obbiettivo di tutta la sua vita.

Stabilitosi definitivamente a Parigi, nel 1835 ottenne di venir applicato a quella Biblioteca reale, e nell’anno susseguente era addetto all’annessovi Gabinetto delle medaglie. Trovandosi nel vero campo de’ suoi studi, sviluppò in modo sorprendente le sue già vaste cognizioni, ed acquistò una giustezza d’intuizione quale in pochissimi si trova, e che s’accrebbe poi sempre in lui in seguito con grande profitto degli studiosi, verso i quali ognora mostrossi largo di consigli e di schiarimenti.

Prima a riconoscere i meriti del giovane Longpérier si fu la Società degli Antiquari di Francia, che appena ventenne lo ascrisse al suo Corpo, ed in lui trovò un valido, operoso ed intelligente collaboratore. I suoi scritti ed il suo reale valore numismatico ed archeologico valsero a fargli salire in pochi anni i primi gradi nella Direzione del Museo. Ei volse allora i suoi sguardi verso una parte della scienza nummaria ancora a’ suoi tempi poco nota e che presentava tuttora serie difficoltà pella classificazione esatta delle monete che si riferivano, vo’ dire la numismatica orientale. Il Longpérier vi si applicò di proposito, ed a distanza di men di quattro lustri, nel 1840 e 1857, pubblicò due preziose memorie sulle monete dei re Sassanidi di Persia, e sulla cronologia ed iconografia degli Arsacidi1. Per riescire a tali risultati, che gli procurarono successivamente due premi dall’Istituto di Francia, egli dovette applicarsi allo studio dell’arabo, dell’ebraico, del turco e del persiano che gli appianarono la via a quello del pehlvi necessario per la spiegazione delle leggende delle monete dei Sassanidi. Non tralasciò tuttavia la numismatica antica e la medioevale, e prova ne sia il catalogo delle monete greche della collezione Dassy e quello delle [p. 5 modifica]francesi del sig. Rousseau, nel quale sotto questo modesto titolo ci si presenta uno studio accurato e profondo con osservazioni originali affatto sulle monete galliche, merovingiche e carolingiche2. In quegli anni già collaborava attivamente alla Revue Numismatique, di cui nel 1856 assumeva la direzione col dotto suo amico e collega Barone De Witte. Nei volumi che da quella epoca uscirono sino al 1874 numerosi ed importanti sono gli articoli che portano la firma del nostro autore, e tali da collocarlo tra i primi numismatici del nostro secolo.

Dodici anni rimase il Longpérier al Gabinetto delle medaglie, quando il Museo del Louvre essendosi arricchito di una classe di monumenti affatto nuovi per le celebri scoperte del nostro Botta a Ninive ed altre susseguenti, sulla raccomandazione speciale del Letronne e del Clarac fu nominato nel 1847 conservatore aggiunto al Museo stesso. Incaricato della classificazione ed ordinamento di questi preziosi avanzi di una remota civiltà, si pose ad uno studio di raffronto di tali monumenti coi cilindri scritti e coi cimelii di identica origine che già esistevano nel Medagliere, e ne trasse deduzioni affatto nuove ed ingegnose, che pubblicò nel 1848 in una sua notizia sulla galleria assira del Louvre posteriormente ristampata3. Queste sue ricerche lo condussero ad un altro risultato: riuscì cioè per il primo a spiegare in modo soddisfacente alcuni caratteri cuneiformi, aprendo la strada ai numerosi dotti che in seguito si occuparono dell’idioma assiro.

Ad altri studi dovette il nostro Collega applicarsi, susseguiti come al solito da un nuovo importante scritto, quando si adattò nel medesimo museo del Louvre una sala per le antichità del Messico e del Perù, preziose ricchezze aggiunte alle moltissime altre già ivi conservate4.

Nel 1848 fu nominato Conservatore dei monumenti antichi. Con tale nomina si accrebbero le sue attribuzioni del pari che la [p. 6 modifica]sua attività; e se non lunghe, furono però numerose le memorie da lui redatte su una parte od un’altra delle ricchezze affidate alla sua direzione sino a quando, poco prima della Campagna del 1870, dopo lunga ed operosa carriera si ritirava ad onorato riposo. Tra questi scritti piacemi fare speciale menzione della tuttora incompleta illustrazione del Museo Napoleone III costituito dalla parte di quello ben noto del Marchese Campana, di Roma, passata a Parigi nel 18615.

Gran parte del suo tempo dedicava il Longpérier ai Musei nei quali aveva trascorsi più di vent’anni della sua esistenza, ma dotato di grandissima intelligenza, eragli possibile spaziare al tempo stesso nel vasto campo di studi diversi.

Quindi, mentre lo vediamo illustrare le varie parti del Museo del Louvre, egli dirige, come già dissi, col De Witte dal 1856 al 1874 la Revue Numismatique e vi inserisce numerosi e pregevoli articoli; scrive per riviste numismatiche italiane ed inglesi; collabora all’Athenaeum français che ebbe troppo breve vita; dà memorie alla Revue Orientale, al Journal Asiatique, alla Revue Archéologique, alla Gazette Archéologique, e finalmente al Journal des Savants di cui fu scelto a redattore nel 1874.

Nel 1854 l’istituto di Francia lo acclamava a suo Socio nella Classe di Iscrizioni e Belle Lettere, e ne fu membro attivissimo; fu chiamato a far parte di moltissime sue commissioni, fra le quali precipua quella per la pubblicazione del Corpus Inscriptionum Semiticarum, e quando due anni or sono il De Saulcy Presidente della medesima cessava di vivere, il Longpérier era scelto dai suoi Colleghi a succedergli. Suo incarico speciale era di attendere coll’illustre Waddington alla edizione del volume relativo alla Numismatica, ma gliene mancò il tempo.

Ebbe parte importante nella Commissione nell’esposizione universale di Parigi del 1867, e dieci anni dopo, sebbene la sua salute si fosse d’assai affievolita, non dubitò di accettare l’onorevole incarico di dirigere la esposizione retrospettiva del Trocadero che ebbe un magnifico esito. In tale faticosa opera ebbe la coadiuvazione del suo allievo ed amico sig. Gustavo Schlumberger, ben noto agli studiosi pella grandiosa sua pubblicazione sulla Numismatica dell’Oriente Latino. Il Governo attestava al [p. 7 modifica]Longpérier la sua soddisfazione conferendogli la Commenda della Legione d’Onore.

I meriti del nostro Collega riconosciuti nel suo paese, non erano però rimasti ignoti nelle altre parti della dotta Europa, e la Germania, l’Inghilterra, la Russia, la Spagna, i Paesi Bassi, la Grecia, il Portogallo, la Turchia gli accordavano onorifici attestati aggregandolo alle principali loro Accademie o conferendogli decorazioni. Ma ultima non veniva l’Italia. Già Membro della R. Accademia dei Lincei e di quell’Istituto di Corrispondenza Archeologica che sebbene Germanico siede in Roma, nel 1879 la nostra Accademia delle Scienze lo eleggeva a suo Socio Straniero. Tale nomina gli riesciva gradita in modo affatto speciale, e non credo poterne dar miglior prova che riportando uno squarcio di lettera della Signora Maria De Longpérier, figlia dell’illustre estinto, con cui mi inviava molte importanti notizie sul suo Genitore: «les témoignages d’estime qu’il reçut de l’étranger, lui furent toujours très-précieux, et la bonne ville de Turin, comme il l’appelait, et son Académie des Sciences, tinrent une grande place dans ses affections».

Alieno dalla politica per naturale inclinazione e pel genere di occupazioni ai quali erasi dedicato, non fu però insensibile alle gioie ed ai dolori del suo paese. Sopravvisse a molti de’ suoi amici e corrispondenti, che in lui riconoscevano strettamente collegate la bontà d’animo e la dottrina, ma ebbe la soddisfazione di sentirsi chiamar maestro da molti odierni cultori delle sue scienze predilette. Gli ultimi anni, durante i quali vedeva le sue forze affievolirsi ognora più li passò fra gli studi cui sempre attese, e sorretto dall’affezione della sua famiglia e da quella religione che lo aveva sostenuto nei travagli della vita e doveva recargli conforto negli estremi suoi momenti. Morte immatura lo colìi li 11 Gennaio del corrente 1882, lasciando immenso desiderio di sè in quanti lo conobbero.




Note

  1. Essai sur les médailles des Rois Perses de la dynastie des Sassanides. Paris. 1840.
    Mémoires sur la chronologie et l’iconographie des Rois Parthes Arsacides. Paris, 1857.
  2. Notice des monnaies françaises composant la collection de Mr. J. Rousseau, accompagnée d’indications historiques et géographiques, et précédée de considérations sur l’étude de la numismatique française. Paris, 1847.
  3. Notices des antiquités Assyriennes, Babyloniennes, Perses etc. exposées dans les galeries du Louvre. Paris, 1854.
    Notice sur les monuments antiques de l’Asie nouvellement entrés au Musée du Louvre. Paris, 1855.
  4. Notice des monuments exposés dans la salle des antiquités américaines (Mexique et Pérou) au Musée du Louvre. Paris, 1850.
  5. Musée Napoléon III. Paris.