Compendio del trattato teorico e pratico sopra la coltivazione della vite/Avviso del Traduttore

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Dedica al sig. Somenzari Introduzione
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AVVISO


DEL TRADUTTORE.



Le versioni sono necessarie, ed utilizzano la Comune dove poco sia diffusa la lingua originale delle opere che s’imprendono a tradurre. Dietro questo principio, della cui verità sono convinto, parerà contraddizione la mia nel presentare al pubblico in idioma italiano questo Compendio che il sig. Roard à scritto in francese. La lingua di quella grande nazione è così nota in Italia, che sembra quasi connaturalizzata con noi. Non lo è però egualmente presso tutte le classi di gente: e quella appunto, alla quale può tornar più utile questo libro, i vignajuoli cioè, l’ignorano più di ogni altra. Ecco la mia giustificazione, ed ecco d’onde posso lusingarmi di non avere travagliato tutt’affatto invano.

Lungi dal fare l’apologia della mia traduzione, o dal discorrere di essa, com’è il solito, in modo di farla compatire, io la raccomando direttamente all’indulgenza del benigno lettore, e protesto soltanto di avere [p. 8 modifica]impiegata ogni cura per essere inesatto il meno possibile.

Avrei voluto che a questo lavoro desse mano un illustre mio amico, assai intelligente e perito in ogni ramo di agricola scienza, il sig. Giovanni Bottari, uomo quanto bravo coltivatore, ripieno di cognizioni, altrettanto fornito di un carattere ingenuo ed onesto: ma oltrecchè le sue occupazioni non glielo permisero, il progetto era forse contrario ai di lui principj. Egli crede soverchio il numero di opere di agricoltura, e concorrerebbe d’altronde volentieri alla formazione di un premio da darsi a quello, che fra tanti volumi sfiorasse il buono e il meglio per metterlo brevemente e chiaramente fra le mani di tutti.

Il Compendio però del sig. Roard lungi dall’accrescere il fardello d’inutili suppellettili per quella parte che lo risguarda, soddisfa completamente ai voti del nominato mio amico, alla mancanza di un’opera di tal fatta nel nostro idioma, e lascia a me la speranza di non aver mal corrisposto al mio cuore.

F. M.