Del riordinamento amministrativo del Regno (Carpi)/IV

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Agli Intendenti delle città più cospicue si dia pure il nome di Governatore; ciò poco monta, purchè in via normale e stabile non abbiano maggiori attribuzioni degli altri Intendenti.

Accadono vicende straordinarie nella vita delle nazioni che richieggono provvedimenti, severi o conciliativi, speciali e transitori per parte del [p. 22 modifica] potere esecutivo; vicende che le leggi non possono prevedere, nè prevedendole vi possono provvedere innanzi tratto. Egli è perciò che nei limiti delle proprie attribuzioni, non puossi precludere al potere esecutivo (tanto più controllato come è dal Parlamento) la via di delegare, in tali contingenze, facoltà eccezionali alle autorità subalterne, sempre nei limiti di cui sopra è parola. Ma da queste eventualità, di che ora abbiamo esempi stringenti e solenni, non si deve trarre argomento a farne base di leggi fondamentali, e di istituzioni bene ordinate, stabili, e durature. Meglio varrebbe soprassedere.

Colui che pensasse che, ottemperando il Parlamento all’istituzione delle Regioni, delle Provincie, e inoltre, subordinatamente a queste, dei Circondari nel senso della proposta ministeriale, farebbe opera di maggiore scentralizzazione amministrativa, s’ingannerebbe a partito. Il potere esecutivo deferirebbe, è vero, molte delle sue attribuzioni ai Governatori delle Regioni da esso nominati, ma da questo alla scentralizzazione massima che molti invocano, e a cui io non inclino precipitare, v’è un abisso! Le centinaia di occhi, e le centinaia di braccia, erano sempre gli occhi di un Argo e le braccia di un Briareo.

In quanto ad esservi una sola grande circoscrizione intermediaria tra il Comune e lo Stato, od esservene due, Provincia e Circondario, l’una subordinata all’altra, e questa allo Stato, ognun vede non poter ciò portare gran differenza nell’effetto pratico, se non forse minore speditezza negli affari per la maggiore complicanza degli uffici, con aumento del personale impiegato, e quindi delle gravezze dell’erario nazionale, senza veruno adequato compenso. [p. 23 modifica]

Se il Governo ama di non essere sovracaricato di lavoro al centro, deferisca agli Intendenti, circondati dai loro consultori, alcune delle facoltà quali si proporrebbe concedere ai Governatori delle Regioni; deferisca a sessioni del contenzioso amministrativo, stabilite presso gli Intendenti, le decisioni dei conflitti per le quali ora si ricorre alla capitale, fermo il ricorso in cassazione al Consiglio di Stato; deferisca ai Tribunali ordinari buon numero di quistioni amministrative come si pratica in Inghilterra; deferisca in fine ai Giudici di Pace, che vorrei vedere instituiti alla foggia Americana perchè assai consoni alle nostre istituzioni ed alle nostre abitudini, quella congerie di minute querele gerarchiche, di abusi di potere, di lamentata atonìa nei pubblici funzionari, di piccole prevaricazioni morali non passibili di pene giudiziarie, di inapplicazione, o di male intesa applicazione delle leggi e dei regolamenti municipali, che tanto molestano col loro continuo frastuono i grandi Dicasteri dello Stato.