Detti e sentenze memorabili/Generali

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Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose

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Sentenze e detti generali tratti dalla sua Vita e da suoi scritti, utili a tutti, ma particolarmente alle persone religiose
Per quelli che entrano in religione


1. L’anima unita con Dio è tutta piena di legami per di dentro e per di fuori, la fa apparire con sembiante sereno, senza giammai turbarsi per veruno accidente.

2. L’occhio della nostra buona intenzione tira a sé l’occhio divino.

3. Il sacrificio più gradito a gli occhi di sua divina Maestà è quel della buona volontà, essendo l’opere tanto più meritorie, quanto più volontarie.

4. È mestieri offerirsi al Padre eterno per figliuola, per sposa al Figliuolo e per discepola allo Spirito Santo.

5. Felici quelle anime che continuamente abitano e dimorano, e che fabbricano tutte le loro opere nel Costato aperto di Giesù Cristo.

6. Tutta la nostra forza, habilità e industria deriva dal Sangue di Giesù Cristo, il quale cangia il vecchio Adamo nell’huomo nuovo.

7. E non bisogna andare, ma correre; non bisogna correre, ma volare alla perfezione.

8. Il fervore è la fiamma, che dee accendere incessantemente tutti i nostri esercizi spirituali e le pratiche della nostra vita, non facendo mai per usanza, o per dettame di natura.

9. Quell’anima è più perfetta, la quale più veracemente desidera di honorare Dio e di fare in tutto e per tutto la sua santissima e amabilissima volontà.

10. La sposa di Giesù Cristo dee assomigliarsi a savi del mondo i quali tengono nascosto il danaro. Et ella dee ammassare nel cuore i tesori delle buone opere, celate agli huomiui e scoperte a Dio solo. E questa è la maniera più sicura da tesoreggiare nel cielo.

11. Il più breve e più efficace esercitio da trarre Dio nell’anima è il dilungarsi infinitamente da qual si sia imperfezione, fuggendo l’ombra stessa del peccato.

12. Oimè! Noi dovremmo morire d’horrore udendo sol nominare il peccato.

13. Bisogna condolersi con Dio dell’offesa che si commettono contro la sua volontà.

14. Tutto ciò che dispiace a Dio è colpa, et è peccato.

15. La minima imperfezione, quando ella fosse delicata quanto un capello del capo, notabilmente impedisce l’intima unione con Dio.

16. L’anima dee avere due occhi interiori uno per conoscere l’enormità de’ falli, l’altro per vedere continuamente i beneficii che la riceve da Dio, il poco profitto che ne cava, e che ogn’altro ne trarrebbe maggior utilità.

17. Gli occhi d’un anima religiosa non devono rimirare giammai altro oggetto che Giesù Cristo, il quale è la bellezza delle bellezze. E le sue mani sono maledette qual’ hora esse s’impiegano in lavori profani.

18. In tutte le cose spogliatevi della propria riputazione e, per quel che tocca all’interno, cercate solamente la conformità con la santissima volontà divina.

19. Ne vostri impieghi esteriori non fate maggiore stima del vostro corpo che di una scopa o straccio da cucina, facendovi vedere per tutto indefessa, umile e rassegnata in tutte l’ubbidienze della superiora.

20. In tutto ciò che vi conviene fare, sia di dentro o di fuori sovvengavi di rivoltarvi a Dio con occhiate vive e amorose. Con somiglianti amorosi sguardi implorate il soccorso delle sue gratie. E pregate sua Maestà che si compiaccia di pensare, operare e parlare per voi e in voi ciò che sarà comandato. Offerite con ciò tutte le vostre azioni e tutte le vostre passioni ad honore di tutto ciò che ha operato e sofferto in terra il Verbo humanato.

21. Bisogna fuggire quanto sia mai possibile ogni esercitio, che ha del grande e dell’apparenza, perché quivi sovente s’agguatta l’orgoglio, e tanto più pericoloso, quanto più sia celato e occulto. Per lo contrario, l’operazioni vili e basse e di poco valore e stima agli occhi degli uomini sono di un alto prezzo e di un gran merito presso a Dio.

22. Tutte le azioni religiose debbono essere semplici, humili e modeste.

23. L’azioni che ci mettono in credito ci traggono facilmente fuori della carità del prossimo, per ogni poco che si Scosti dalla semplicità.

24. L’opere esteriori devonsi fare prontamente e diligentemente, senza scapito della vita interiore.

25. Quando si è data sodisfazione nel principio di qualche azione esteriore, il finire il rimanente, senza tanta curiosità, è rara maniera di conservare l’humiltà.

26. L’ambizione d’una religiosa dee essere divenire dama e padrona delle sue passioni.

27. In qual si sia religione si dee chiedere a Dio cinque cose più che necessarie per appoggio e per sostegno: l’unione tra religiosi, la carità con Dio; l’ubbidienza puntuale; superiori somiglianti a David giusta il cuor di Dio, che mantenghino la semplicità e l’osservanza regolare; e che non mai si slarghi il voto della santa povertà. E che tutti quei che saranno chiamati alla religione siano come lume efficace illuminati, che lor faccia conoscere di qual’importanza sia l’annegazione della propria volontà e l’osservanza intera, puntuale, et esatta in ogni minima regola.

28. Gli ufficiali de’ monasteri deono con carità e diligenza provedere a bisogni de’ religiosi, rimirando però la sola necessità, e non havendo altro rispetto o riguardo.

29. Non negate mai cosa alcuna che vi sia richiesta, s’havete licenza di donare.

30. Bisogna continuamente offerire sé e tutte le creature con Giesù Christo all’eterno Padre. E questa è una eccellente preparazione alla santa Comunione.

31. Andate spesso a salutare e fare riverenza al Santissimo Sacramento dell’altare.

32. Io vorrei anzi morire che mancare una sola volta alla Comunione, se l’ubbidienza non contradice.

33. La santa trionfante Eucaristia è il nostro capitale e il nostro arsenale.

34. Christiani, sovvengavi quando andate al confessionale che non andate ad altro che a lavarvi, e lavarvi nelle Piaghe e nel Sangue di Giesù Christo.

35. Procurate che la vostra Confessione sia frequente, esatta, diligente, humile e piena di confusione.

36. Quando i sacerdoti vivon male, il sole si eclissa e la luce si trasforma in tenebre, riempiendo ogni cosa di disordine.

37. Ahi, ahi, ahi, quante anime sono dannate per non haver offerto per quelle il Sangue di Giesù Cristo.

38. Sol noi dovremmo desiderare di sofferire le pene stesse del purgatorio per salvare l’anime.

39. Egli è un peccato enorme il disprezzare l’Indulgenze, le quali sono il prezzo del Sangue di Giesù Cristo e le depositaria de’ tesori della Chiesa.

40. Ciò che passa fra la sposa e lo Sposo Giesù non si può risapere che da coloro i quali sono netti e puri.

41. La pietà de’ religiosi e delle religiose dee in questo mondo trattenersi e occuparsi attorno all’humanità sacrata di Giesù; perciò ella sarà nel paradiso uno de’ principali oggetti della nostra felicità.

42. Bisogna haver invidia alla terra del Calvario bagnata, e inzuppata dal Sangue di Giesù Cristo.

43. Tre chiodi hanno confitto il Salvatore in croce, tre nel seno della Vergine Madre e tre nel seno dell’eterno Padre. I primi furono: l’ubbidienza, l’humiltà e la conformità al divin volere. I secondi furono: la purità. l’amore e la conformità della Vergine al voler e gusto di Dio. Gli ultimi: la natura, l’uguaglianza, la compiacenza.

44. Gli esempi passati e presenti ci devono stimolare e farci viva forza.

45. Il maledetto rispetto humano è un lupo affamato, un leone infuriato, il quale si divora e ingoia la maggior parte dell’opere buone.

46. La virtù rende lo spirito dell’anima christiana sì perfettamente buono, che tutto converte in bene, non credendo mai cosa mal fatta nel suo prossimo.

47. Si vince ogni qualunque tentazione con la gratia di Dio, con la fedeltà e con la mortificazione, invocando i Santi protettori e scuoprendo ogni cosa a’ superiori.

48. Immaginatevi che tutto ciò che fate sia l’ultimo atto di vostra vita, decisivo in una eternità di bene o in una eternità di male.

49. La durevolezza di una fabbrica dipende dalla sodezza del fondamento. E così un’anima cristiana, e molto più religiosa, non può perseverare se non fonda tutte le sue azioni e tutte le sue virtù nella semplicità e nella verità di Dio. Senza questi due fondamenti meglio sarebbe lasciar tutto e non praticare virtù, né intraprendere fabbrica di vita spirituale.

50. Il morire a sé e perdersi in Dio è un sicuro impegno per l’eternità.