Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 20

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Libro primo

Capitolo 20

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Dua continove successioni di principi
virtuosi fanno grandi effetti;
e come le republiche bene ordinate
hanno di necessità virtuose successioni,
e però gli acquisti ed augumenti loro
sono grandi.

Poiché Roma ebbe cacciati i re, mancò di quelli pericoli, i quali di sopra sono detti che la portava succedendo in lei uno re o debole o cattivo. Perché la somma dello imperio si ridusse ne’ consoli, i quali, non per eredità o per inganni o per ambizione violenta, ma per suffragi liberi venivano a quello imperio, ed erono sempre uomini eccellentissimi: de’ quali godendosi Roma la virtù, e la fortuna di tempo in tempo, poté venire a quella sua ultima grandezza in altrettanti anni che la era stata sotto i re. Perché si vede, come due continove successioni di principi virtuosi sono sufficienti ad acquistare il mondo: come furano Filippo di Macedonia ed Alessandro Magno. Il che tanto più debba fare una republica, avendo per il modo dello eleggere non solamente due successioni ma infiniti principi virtuosissimi che sono l’uno dell’altro successori: la quale virtuosa successione fia sempre in ogni republica bene ordinata.