Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro primo/Capitolo 21

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Libro primo

Capitolo 21

../Capitolo 20 ../Capitolo 22 IncludiIntestazione 1 agosto 2011 75% Storia

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Quanto biasimo meriti quel principe
e quella republica che manca
d’armi proprie.

Debbono i presenti principi e le moderne republiche, le quali circa le difese ed offese mancano di soldati propri, vergognarsi di loro medesime; e pensare con lo esemplo di Tullo, tale difetto essere, non per mancamento di uomini atti alla milizia, ma per colpa sua, che non han saputo fare i suoi uomini militari. Perché Tullo, sendo stata Roma in pace quarant’anni, non trovò, succedendo egli nel regno, uomo che fusse stato mai in guerra: nondimeno, disegnando esso fare guerra, non pensò valersi né de’ Sanniti, né de’ Toscani, né di altri che fussero consueti stare nell’armi, ma diliberò, come uomo prudentissimo, di valersi de’ suoi. E fu tanta la sua virtù, che in un tratto, sotto il suo governo gli poté fare soldati eccellentissimi. Ed è più vero che alcuna altra verità, che, se dove è uomini non è soldati, nasce per difetto del principe, e non per altro difetto o di sito o di natura.

Di che ce n’è un esemplo freschissimo. Perché ognuno sa, come ne’ prossimi tempi il re d’Inghilterra assaltò il regno di Francia, né prese altri soldati che popoli suoi; e, per essere stato quel regno più che trenta anni sanza fare guerra, non aveva né soldati né capitano che avesse mai militato: nondimeno, non dubitò con quelli assaltare uno regno pieno di capitani e di buoni eserciti, i quali erano stati continovamente sotto l’armi nelle guerre d’Italia. Tutto nacque da essere quel re prudente uomo, e quel regno bene ordinato; il quale nel tempo della pace non intermette gli ordini della guerra.

Pelopida ed Epaminonda tebani, poiché gli ebbero libera Tebe, e trattala della servitù dello imperio spartano, trovandosi in una città usa a servire, ed in mezzo di popoli effeminati; non dubitarono, tanta era la virtù loro, di ridurgli sotto l’armi, e con quelli andare a trovare alla campagna gli eserciti spartani, e vincergli: e chi ne scrive, dice come questi duoi in brieve tempo mostrarono che non solamente in Lacedemonia nascevano gli uomini da guerra, ma in ogni altra parte dove nascessi uomini, pure che si trovasse chi li sapesse indirizzare alla milizia, come si vede che Tullo seppe indirizzare i Romani. E Virgilio non potrebbe meglio esprimere questa opinione, né con altre parole mostrare di accostarsi a quella, dove dice: Desidesque movebit

Tullus in arma viros.