Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio/Libro secondo/Capitolo 11

Da Wikisource.
Libro secondo

Capitolo 11

../Capitolo 10 ../Capitolo 12 IncludiIntestazione 1 agosto 2011 75% Storia

Libro secondo - Capitolo 10 Libro secondo - Capitolo 12

Non è partito prudente fare amicizia
con uno principe che abbia più opinione
che forze.

Volendo Tito Livio mostrare lo errore de’ Sidicini a fidarsi dello aiuto de’ Campani, e lo errore de’ Campani a credere potergli difendere, non lo potrebbe dire con più vive parole, dicendo: «Campani magis nomen in auxilium Sidicinorum, quam vires ad praesidium attulerunt». Dove si debbe notare che le leghe che si fanno coi principi, che non abbino o commodità di aiutarti per la distanza del sito, o forze da farlo per suo disordine o altra sua cagione, arrecono più fama che aiuto a coloro che se ne fidano: come intervenne, ne’ dì nostri, ai Fiorentini, quando, nel 1479, il Papa ed il re di Napoli gli assaltarono: ché, essendo amici del re di Francia, trassono di quella amicizia «magis nomen, quam praesidium», come interverrebbe ancora a quel principe, che, confidatosi di Massimiliano imperadore, facesse qualche impresa; perché questa è una di quelle amicizie che arrecherebbe a chi la facesse «magis nomen, quam praesidium», come si dice, in questo testo, che arrecò quella de’ Capovani a’ Sidicini. Errarono, adunque, in questa parte i Capovani, per parere loro avere più forze che non avevano. E così fa la poca prudenzia degli uomini, qualche volta, che, non sappiendo né potendo difendere sé medesimi, vogliono prendere impresa di difendere altrui: come fecero ancora i Tarentini, i quali, sendo gli eserciti romani allo incontro dello esercito Sannite, mandarono ambasciadori al Console romano, a fargli intendere come ei volevano pace intra quegli due popoli, e come erano per fare guerra contro a quello che dalla pace si discostasse; talché il Console, ridendosi di questa proposta, alla presenza di detti ambasciadori fece sonare a battaglia, ed al suo esercito comandò che andasse a trovare il nimico, mostrando ai Tarentini, con la opera e non con le parole, di che risposta essi erano degni. Ed avendo nel presente capitolo ragionato de’ partiti che pigliono i principi, al contrario, per la difesa d’altrui, voglio, nel seguente, parlare di quegli che si pigliano per la difesa propria.