Dizionario mitologico ad uso di giovanetti/Mitologia/T

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[p. 271 modifica]Talia, una deìle nove muse, presedeva alla comedia 4 Tiene rappresentata sotto la figura di una giovine in aria di giocondità, coronata di ellera, tenendo in mano una maschera e calzata di coturni, Fig. 69.

Tantalo, figlio di Giove é della ninfa Piota, e ré di Lidia. Rapì Ganimede per vendicarsi <ìi Tròs owe*> rd Troade, che non Io aveva invitato alla prima sollennifa che si fece in Troja. Gli dei èssendosi recati un gierno ih sua casa, per far prùova della loro divinità. fece loro imbandire le membra di suo figlio Pelope. Giove ftunì tal barbarie condannandolo ad una perpetua famé è sete. Mercurio lo incatenò c lo immerse sino al tnetitO nel mezzo di uh lago nell’Inferno, e situo presso fa di lui bocca i rami di un alberò caricò di fratti, eie la [p. 272 modifica]xavaosi tosto eh* egli stende ra la mauo per coglierli, siccome l’acqua ritirava dalle sue labbra assetate quante volte egli voleva bere. Not. gflf

Tartaro, erVun luogo nell’Inferno ov’eran condaanati coloro i quali avevamo menato una vita empia e scellerata per esservi tormentati da ogni sorte di supplizj. "Virgilio lo dipinge vasto v fortificato da tre recinti di muraglie, e circondato dal Flégetone> eh* e un fiume di fuoco. Un 1 alta torre ne difende l’ingresso; le porte sono dure quanto il diamante a segno che tutti gli sforai degli uomini e degli dei non potrebbero abbatterle* Ti sifone veglia sempre alla porta ed impedisce a chicchesia di uscirne, finché Eadamanto espone i rei alle Furie. Opinavasi che per coloro, i quali una volta fossero precipitati nel Tartaro non vi fosse affatto speranza dì uscirne.

Telamone, figlio di ÌJaco e fratello di Peleo. òiuòcando un giorno con Foco suo fratello consanguineo, la piastrella di Telamone ruppe la testa a Foco è l’uccise. Eaco informato di questo accidente, scacciò Telamone e lo condannò ad un perpetuo esilio. Questo giovine principe si mise sopra un naviglio e fece Véla verso Salamina * 11 re di quest 1 isola ( Cicreo ) gli diede. sua figlia Glauca in moglie, e lo fece juo successore. Do* po la morte di Glauca, Tolapaone sposò JPeribea figlia del re di Megara, da cui nacque il famoso Ajace 9 ed ebbe per terza moglie Elione sorella di Priamo, la quale fu il premio della bravura, perchè fu egli il primo a montar sulle mura > allorché Ercole prese, di assalto la cittk di Troja. JTon $i dee Goafonder questa con la famosa spedizione de* Greci. [p. 273 modifica]Teiàtròne si segnalò ancora in molte altre occasioni < come nella guerra delle Ama zoili, e nella spedizione degli Argonauti. La vecchia j a lo impedì di recarsi all' asse-, dio di Troja in unione degli altri principi greci } ma egli v' inviò i due suoi figli Ajace, e Teucro «

Telefo, figlio di Èrcole é di Àuge. Essendo statò abbandcnatp da sua madre. fu trovato sotto una cerva 1 che lo allattava. Fatto grande, recossi alla corte di Misia per ordine dell* oracolo, per trovarvi i suoi parenti. Teutra, che n' era il re, era allora impegnato in uua> guerra, che diveniva fastidiosa per lui. Telefo si pois 4lla testa de 1 Misj * ed avendo riportato una compiuta, vitto» i a, fu riconosciuto erede del regno di Misia. In ieguito sposò Laodicé figlia di Priamo. Questa parentela avendolo attaccato al partito de’ Trojani i si avaotò alla testa della sua armata per rispingeré i Greci,. combattè anche contro Achille nelle pianure di Caica» rrta vi rimase ferito gravemente. 1/ oracolo dichiarò eh*, ìioti poteva altrimenti ewer guarito che dalla mano stes* sa cbè l’aveva ferito * Achille considerandolo come suo nimico non volle mai acconsentire alla sua guarigione. Ulisse pensò di tirar Telefo al parttto de- Greci + perchè un oracolo aveva dichiarato che Troja non poteva esser presa da Greci l’se onesti ùan ayesserq nel* la’ loro armata un, figlio di Ercole. Ulisse fece» sentir» al Te di Misia che il, senso dell? oracolo e*a che la medésima freccia, la qpale avfva cagionato, il mal» doveva >ervip di rimedio; cosi, avendo eg& B rc8a ruggine di, ferro di quetVaraaa,, nje, n*W p|asfro,; * JVìuaT i\<&lk> fcf»W \*;W**& r ad in riconosctuxa *nd& acl campo da Greci « [p. 274 modifica]Telegono, figlio di Ulisse e di Circe. Nacque nell'isola di Ea, dove Circe faceva soggiorno, ed Ulisse vi si trattenne qualche tempo al suo ritorno da Troja. Un oracolo aveva predetto che Ulisse perirebbe per mano di suo filio. Per prevenirne l’avveramento subito che arrivò nella sua isola d’Itaca, cedette la corona a suo figlio Telemaco, temendo che l’ambizione non gli facesse commettere il preveduto delitto. Telemaco dappoi regnò pacificamente. Telegono, divenuto adulto, ottenne da Circe il permesso di andare a veder suo padre. Appena era egli sbarcato nella spiaggia, allorché Ulisse radunò in quella campagnà alcuni contadini itacesl, alla tetta dé’ quali si pose per opporsi alla discesa óì Telegono, cfa lai creduto un nimico che venisse ad occupare l’isola d’Itaca. GTk si Venne atte inani, ed Ulisse fu ucciso dal suo propria figlio, iì quale avèndo difjói cofloscTutò il suo delitto, abbandonò rìsola, e recossi in Italia ove ìfóndò la citdi di Tuscolo. Altri dirono òhe Minerva gli ordinò dì spesar Penelope, e che da quefeO matrimonio nacqui baio, chè diede il suo tfottte alT Italia *

Telemaco, figlio di tJtisse e di Penelope. Èra apV pena nato, allorché suo padre, parti per recarsi all’assedio di Troja. Pervenuto all’adolescenza, non poten** do pia soffrire le persecuziòni tfègli amanti di Sua ma* dre, si determinò ài andar cèrcandò XJfisse nella Gre* eia, poiché non lo vedeva ritòrnàre con gli altri prin* cipi greci.. Fér èònsigKb di Minerva, trasformata in Mentore, e sotto la sua scotta imbarcòssi di nétte per andare a Pilo* in casa di IT estetre’, ed a Sparta’ in catà di Mencia* * bx fuetto Viaggio teorie molti Jpericdi, towj [p. 275 modifica]\à poticr ritrovare suo padre; 1»a essendo ritornato i«p Itaca, Io ritrovo in casa del fido Eumeo. tjlfrse sul principio fece vedersi da suo figlio sotto la figura di im povero straniero 5 ma Minerva avendolo toccato con la sua verga d’oro, sul moménto trovossi vestito $e’ suoi "begli abiti, ricuperò la sua bella statura, il suo aspetto e la sua primiera bellezza. Dopo questa metamorfosi, Telemaco soprappreso da timore eda rispetto, lo credette un dio, e non. osò di alzar gli occhi sopra di lui. „ \o non sono un dio, ripigliò Ulisse, io sono voitro padre, la cui lunga assenza vi ha costato tante lagrime e sospiri e vi ha esposto alle ingiurie ed alle in* solenze de 1 principi. Sul momento Telemaco si gitu al collo eli suo padre, e lo tiene tèneramente abbrac* ciato. In seguito prendono d 1 accordo ìe misure più efficaci per esterminare gli amanti di Penelope e ne vengono a capo per la protezione di Minerva.

Temi, èglia del Cielo e àeìla ÌTcrra, dea della giù*» atizia. E ’ rappresentata per lo più con una bilr.ncia in mano, e con una tenda su gli occhi. Avendo -ricusato di sposare ’fciove, questo dio la costrinse a condiscén* dère alle sue voglie, e nacquero da lei la Equità, la Légge e la Pace. Giove pose la sua bilancia al nume* to de* 12 segni del Zodiaco. Alcuni la rappresentano tenendo una spada in mano. Fig. 30*

Temisto, figlia A\ Iseo. Sposò Àtamante re di Tebe, dòpo che questo principe ebbe tipuditta ’ Ino, e n* ebbe due figliuoli Orcomenè e Plintio. Ino trovò il Jhezzo per rientrare nelpalazzo di Àtamante -, e vi stette nascosta sono f abito di sofciaY*> mw% W e t* $onoscio> [p. 276 modifica]te. Temisto avendo risoluto di far perire i figliuoli j che la sua rivale aveva lasciati, e che per dritto di maggioranza, dovevano ereditare la corona del loro padre in preferenza de 9 suoi, palesò il suo disegno alla finta schiava, la quale aveva saputo guadagnare la sua Confidenza, e le ordinò di coprir nella notte con bianche vesti i suo\ figliuoli, e con nere, q uelli della sua: rivale. Ino fece tutto l’opposto di ciò eh 1 e rasi convenuto; in effetto Temisto uccise i proprj figliuoli in vece di quelli d’Ino; e quando si accorse dell 1 errore $ li uccise anch’ella per disperazione.

Tempe, valle» nella Tessaglia tra i monti Ossa é Olimpo, la quale era la più bella e la più deliziosa in tutto l’Universo; gli dei e le dee venivano spesso a* passeggiarvi e a diverlirvisi. ’

Tenaro, promontorio nella Laconia, sul quale era un tempio di Nettuno in forma di grotta, ed all’ingresso una statua di questo dio. Opinavasi comunemente che

  • pie di questo promontorio era un’apertura per la quale potevàsi discendere ali 4 Inferno per caverne profonde

ed oscure: di qui è che spesso si fa uso della parola: Tenaro per designare l 1 Inferno é

Termine, dio protettore de 1 confini che mettevansi ne* campi, e vendicatore delle usurpazioni. Numa inventò questa divini, come un freno più efficace delle leggi per raffrenare la cupidigia. Qualche tempo dopo Tarquinio il superilo, avencìo fatto innalzare un tempio a Giove sul Campidoglio, dovè dissestare le statue "ed an* efié le cappelle, cheiS vi erano} tutti gli dei cedere* [p. 277 modifica]Vb senia resistenza ri luogo che occupavano, ma ir die Termine stette ben saldo contro tutti gli sforzi che si fecero per levamelo $ sicché fu necessita lasciarlo stare nel medésimo tempio eh 1 era stato edificato in quel sito. Questa opinione fu accreditata pressò il popolo per persuaderlo che nulla vi era di più. sacro quanto i limiti de* campi. Coloro che li mutavano, erano destinati in preda alle Furie, ed era permesso di ucciderli.

Il dio Termine da principio era rajtpresentató sotto la figura di una grossa pietra quadrata, ovvero di un cep« po; in seguito gli fu attribuita una testa umana situata sopra una pietra piramidale, ma sempre senza braccia e senza piedi,. affinchè, "siccome dicevasi, non potesse cangiar situazione % Fig. 71*

Terpsicore, musa che presedeva alla danza ed alla musica. Vieae rappresentata come una giovine donzella vivace- e festevole /coronata di ghirlande, tenendo un arpa, al suonò della quale regola i suoi passi secondo le cadenze. Fig* 52.

Tersite, vile ed insolente soldato dell’armata greca, cfye recossi all’assedio di Treja. Egli parlava senz’ai* cun riguardo e senza veruna moderazióne, e diceva à chiunque delle villanie e delle, ingiurìe mescolate di buffoneria. Parlava di Agamennone e degli altri re e generali dell’armata con un insolenza Veramente cinica. Per altro egli era il più deforme di tutti, poiehè era losco e sciancalo 5 aveva le spalle incurvate e sporte nel petto, la testa acuminata e sparsa d* alquanti’ capei* li. Mentre un giorno faceva ad Agamennone i più gravi rimproveri sul cattivo successo dell’. assedio di Troja Ulisse ch’era presente,.lo percosse col suo scettro eoi*. [p. 278 modifica]la schiena e sulle spalle. Il dolore del corpo fece fare a Tersite una morfia così deforme che i Greci non poterono trattenersi di riderne. Ciò fu bastante a tenere in dovere per qualche tempo questo beffeggiatore; ma avendo avuto l’ardire di attaccar briga anche con Achille, questo eroe l’uccise con un colpo di pugno. Quando vuolsi parlare oggidì di un uomo mal formato, e che ha lo spirito anche più cattivo, dicesi: è un vero Tersite".

Teseo, figlio di Egeo e di Ètra j nacque à Trefenè t . fa ivi allevato nella corte del saggio Piteo suo avo j materno * E riguardato anche qualche tolta come figlio di Nettuno; ed in effetto Piteo per nascondere la pa-c rentele ehe aveva fatta con Egeo, allorché sua figlia età gravida: dichiaro ch’ella era stata visitata da ftet* tane, la gran divinità de’ Irezenj. In seguito Teseo* vantossi di questa nasc/ta. Comunque sia, Teseo diè delle pruove di forza, é di coràggio sin da suoi primi anni. Ercole essendo venuto a ritrovar Piteo, depose la sua pelle di lione per mettersi a tavola. Molti faàciullt della citta i quali erano* accorsi per veder questo «oc, ebbero paura dèlia pelle del lioné; ma Teseo, il quale non aveva ancora che sette anni, arinossi di «ma scure, e credendo di vedére un lione, andò 1 ad at* taccarlo.- Divenato adulto, andò cercando dèlie avventure e cominciò dal purgare l’Attica dì assassini, che l 1 infestavano * Liberò la sua ptotria dal vergognoso tributo, che pagava ar Minosse. L’amore che inspirò ad Arianna, figlia di Minosse, lo liberò da fan* i perìcoli di questa impresa. Dopo di aver accfsó il Minotauro, fttotnò ad Atene f ove riformò il governo, ed iostitoi [p. 279 modifica]molte feste. Rinnovellò anche, in onor di Nettano, 1 giuochi Istmici, siccome Ercole aveva rinnovellato i giuochi Olimpici. Dipoi applioossi a superar nuove imprese. Trovossi alla guerra ÒV centauri; alla conquista del vello d’oro, alla caccia del cignale di Galidone, e secondo alcuni, alle due guerre di Tebe. Egli recossi sulle sponde del Termodonte a cercare le Amazioni, per ayer la gloria di combatterle; le vinse, e fece prigioniera la loro regina Antiope, da cut ebbe Ippolito. Picesi ohe nella età di più di cinquant’anni, gli venne voglia di rapire la bella Elena, la quale non aveva allora che dieci anni y ma i Tittdaridi suoi fratelli, la ri* presero, ed in contraccambio rapirono Etra, madre di Teseo, la quale fu destinata schiava di Elena. Finalmente essendosi impegnato con Piritoo, suo amico, di andare a rapir Proserpina $ moglie di Plutone, vi fu ritenuto prigioniero fintantoché Ercole venne a liberamelo. Il resto della vita di Teseo fu usa catena di disgrazie» Avendo creduto troppo agevolmente le calunniose accuse di Fedra contro Ippolito, abbandonò questo giovane principe al furor di Nettuno, il quale fece uscire dal seno del mare un mostro, che spavento i suoi cavalli $ talmen-» techè cadde costui dal suo carro, e restò fracassato. Al suo ritorno Teseo trovi i suoi sudditi ribell ati * contro di lui, ed il popolo di Atene pieno di disprezzo per la sua persona f Egli ritirossi a Sciro per compiere ivi i suoi giorni tranquillamente in una vita privata $ ma il re Licoraede, geloso della sua riputazione, lo fece precipitare dall’alto di una roocia, ov’egli lo aveva invita* tp, sotto pretesto di mostrargli la campagna. Egli ave* ya avuto tre mogli, Antiope, regina delle Amazoni, (a Budrf Ippolito } Arianna, -figli* 4i Miao** * [p. 280 modifica]da cui ebbe Enopione e Statilo; e Fedra, che lasciò un figlio Dominato Demofante, Gli Ateniesi, molti secoli* dopo, ripararono la loro ingratitudine verso Teseo con degli onori, che resero alle sue ceneri. GÌ? innalzarono, un superbo sepolcro nel mezzo delta città, e gli eres«. «ero un tempio, nel quale gli si resero de’ sagrifizj.

Teti, figlia del Cielo! e della Terra. Sposo l’Ocea no suo fratello., e diwnae madre di tre mila ninfe, appellate le Oceariidi. Ebbe- anche’ per figli i fiumi e i 4 fonti. Dicesi che: Giove essendo stato legato e incatena*, to dagli altri dei, Teti, coir ajuto del gigante Egeone,, lo rimise in liberta,. Non si dee confonder questa Teti: colla madre di Achille»

Quella di cui qui, trattasi aveva una conca di una maraviglia figura e di una bianchezza più nitida dell* avorio. Quando ella. Andava a passeggiare, i delfini, ia. atto di sollazzare, sollevavano le onde: seguivano Indi i Tritoni., quali suonavano la tromba per mezzo di conchiglie ricurvate in forma spirale, e circondavano il carro della dea, tirato da. cavalli, marini più. bianchi della neve,.. Le Qccianidi, coronate di fieri, nuotavano in. folla dietro il suo $ar$o... Teti. teneva con. una mano un. scettro, d* oro in. segno del dominio ehe aveva sui flutti, mentre portava sopra i suoi ginocchi il picei ol dio Paleocene suo figlio ancor pargoletto.. I, Tritoni tenevano, le redini dorate de* suoi cavalli; un_ gran, velo di porpora ondeggiava in aria nel disopra, del carro’. Eolo in naeazo. aispazj aerei frenava i fieri aquiloni; e respin§eva tutte le nuvole . le immense balene e tntt* i\ mostri marini colle loro. narici, facendo un flusso e riflas-»

  • <> dell «ad* amatfa, uscivano in fretta dalle loro grot— a [p. 281 modifica]te profonde per rendere omaggio alla de*. Fig 73,

Teti, figlia di Nereo e ài Doride, e sorella di Lieomede re di Sciros, era la più bella delle Nereidi. Giove y Nettuno ed Apollo la volevano in moglie; na essendo stati avvertiti da un oracolo 7 che nascerebbe $a Teti un figlio che doveva essere più illustre di suo padre, gli dei la cedettero a Peleo. Teti, poco contenta di aver un mortale per isposo,,dopochè aveva avuti li pili grandi dei per amanti, prese, differenti forme per* sottrarsi alle ricerche di Peleo; ma questo, principe, per; consiglio di Chirone > l’attaccò con catene.. Le noize ce’ebraronsi sul monte Pelio con molta magnificerà: v’intervennero tutti gli dei, eccettuata la Discordia, Jt che, per vendicarsi, gittò sulla men$a tio pomo d’oro., colla iscrizione alla più bella. Giunone, Pallade, e„ Venere lo disputarono a vicenda. Giove,. che temeva { di compromettersi in faccia a queste tre dee, diede* loro il consiglio di recarsi sul monte Ida per assoggettarsi al giudizio di Paride, Ciascuna di esse pose io, opra tijtfo ciò che poteva sedurre per farsi aggiudicale il pomo,; ma Paride lo diede a Venere., *.

Teti per rendere *uo figlio Achille in vulnerabile > lo tuffo nel fiume Stige,. talmente* che non poneva esser ferito in veruna parte del, suo corpo, fuorché; sul -cai-. cagno, per lo quale sua madre lo teqev in atto di buffarlo. Allorché fu egli costretto, di recarsi, all’assedio di Troja, Teti andò, a trovare Vulcano, cui %e ( fabbri- care varie armi ed uno feudo, ed indi ne feae dose, élla stessa a suo figlio.

Ella recessi in ajuto di Giove, allorché gli altri dei li facevano la guerra* Sapendo eh* essi avevano risola[p. 282 modifica]lo di legarlo, ’cita prevenne l’effetto della cospira ho* chiaman? o in. Cielo, in soccorro del gran pad te de" uu<«.

        • 9 il gigante Briareo, il quale si assise presso il sovrano dell* Olimpo con un contegno sì fiero e terribile

che i congiurati, sorpresi da spavento, rinunciarono, alla toro impresa. Teti aveva molli tempj nell* Grecia, principalmente uno in Sparta «.

Tideo, figlio di Oeneo*, re di Càlidone. Fu bandii t* dalla sua patria per aver ucciso disgraziatamente suo», fratello MenaKppa. Ri ti rossi in Argo presso Adrasto % che gli diede in matrimonio sua figlia Dei file, dàlia quale nacque il valoroso Diorite de. Questa parentela la, impegnò nelh contesa di Polinice, genero anch’egli* Adrasto. Fu uno de* capi 41 1* «mala, degji Argivi contro Tebe. Adrasto prima di metters’in campagna Spedì Tideo ad Eteocle per accordare amiche volaxentej i due fratelli. Durante it suo soggiorno in Tebe presa parte a diversi giuochi e combattimenti, che vi si face». ▼ano per esercitare 1* gioventù. Vinse agevolmente i Tebani, e guadagnò tu tt? i prem|, giacche* Minerva gli prestava il sno. ajuto. Sdegnati i Tebani tesero delle insidie a Tideo, e spedirono suHa strada oH Argo cinquanta uomini bea armati, che vilmente piombarono sopra, dì lui. * Tideo assistito i* alcuni suoi" amici, si "difese con coraggio, ed’uccise aittfèéf rntt’i Tebani *$ fuorché un solo che fu risparmiato per portare a- Tebe la nuova della loro disfatta. Dopo molte anioni dr valore fu uccido sotto le muri di Tebe inaiente con k maggior parte de’ generali.

Tieste, figlio di Penelope e dIppodaw* e- fratello* [p. 283 modifica]i83

di Atreó. pivorato dalP ambizione non poteva tollerare che Atreo, come primogenito, dovesse succedere agli stati di Pelope. Cominciò dal togliere un montone velli- dorato, di cui Mercurio avea fatto clono a Pelope, ed al cui possesso erano, attaccate la felicita dello stato, e la prosperità della sua famiglia. Egli corruppe Erope, moglie di suo fratello, ed in seguito si sottrasse al suo giusto furore. Qualche tempo dopo, per mezzo de' suoi amici, fece fare delle proposizioni per ottene-e il suo ritorno. Atreo finse di prestarvisi, per rendere la sua vendetta più crudele; e poiché Tieste ritornò presso di lui, ordinò un solleone banchetto, in cui entrambi.do- veano giurarsi un' amicizia scambievole. Àtreo intanto, avendo fatto scannare i figli di Tieste, li fece tagliare in pezzi, e presentarli in pasto al proprio padre. In fine del banchetto, Tieste avendo chiesto di voler ve- dere i suoi figli per abbracciarli, Atreo yfece recare in un bacino le loro teste, i piedi e le mani. Dicesi che il Sole si nascose, e non comparve in quel giorno sull* orizonte per non prestare la sua luce ad un* azione st detestabile.

Tieste trasportato da rabbia, non ispirava che ven- detta « Aveva un figlio nominato Egisto, che non istnen- tiva la sua origine. Questi incaricossi di uccidere Atreo; ed in effetto colse il momento di un Sagrifizxo, e lo trucida, Tieste dopo quest 1 omicidio, occupò il trono di Argos 3 ma poco tempo dopo, Agamennone e Mene* lao, suoi nipoti, avandonelo scacciato, egli salvossi nel- la isola di Citerà. Not* 97.

Tifone, famoso gigante. Giunone, diètro V esempio^ TJL ÌQ [p. 284 modifica]i84.

di Giove, che indipendentemente datla coopcrazione di una donna, aveva fatto nascer Pali ade, volle anch' ella produrre un* essere animato senza commercio di alcun uomo. Battè perciò con la sua mano la Terra, e ne fe- ce uscire de vapori, i ornali addensatisi, formarono il terribile Tifone 5 mostro a cento teste. Dalle sue cen- to bocche uscivano fiamme divoratrici, ed urli così or- ribili che spaventavano egualmente gli uomini gli dei. La parte superiore del suo corpo era coverta di penne e T estremità era attortigliata di serpenti. Questo gigan- te era così grande che toccava il Cielo colla testa. Eb- be per moglie Echidna e per figli la Gorgone, Gerio- ne, Cerbero, 1* Idra di Lerna, la Sfinge e tutt' i mo- stri della favola. Tifone appena uscito dalla Terra, ^di- chiarò la guerra ai numi. Si avanzò verso il Cielo e spaventò talmente gli dei coFa aua orribile figura che tutti se ne fuggirono in Egitto. Giove gli vibrò an colpo di fulmine, ma non fece che leggermente toccar- lo. Ali 1 incontro il gigante avendo afferrato Giove a mezzo corpo, gli tagliò le braccia e le gambe con una falce di diamante, e lo rinchiuse quindi in un antro sotto la custodia di un mostro metà donna e meta serpente. Mer- curio e Pan avendo deluso la vigilanza del mostro, resti- tuirono a Giove le sue braccia e le sue gambe allora il dio ripigliò le sue forze, e montato sopra un carro ti- rato da cavalli alati, perseguitò Tifone con tanto vigore, e Io colpì sì spesso de' suoi fulmini che finalmente Io 'stramazzò, e lo distese sul monte Etna, ove que- sto gigante, per la gabbia, vomita continue fiam- me. Nat* 98.

Tindaro, figlio di Oebalo, re di Sparta. Dovefa [p. 285 modifica]egli naturalmente succedere a ino padré; ma Ippoeoon* * te suo fratello gli contrastò la corona, e lo costrìnse a ritirarsi in Messenia, finché fu ristabilito sul trono da Ercole. Sposò Leda, da cui ebbe quattro figli, Polluce ed Elena, Castore e Ciitemnestra. Vedendo ehm sua figlia Elena veniva richiesta in matrimonio da molti principi Greci, adunò tutt’i pretendenti, e fece foro prestar giuramento che tutt 1 insieme vendicherebbero Elena ed il suo sposo nel caso che l’uno o ì altro venisse oltraggiato. Allora egli si determinò in favor* di Menelao.

Tiresia, uno de’ pia famosi indovini dell* antichità, èra figlio di Evero e della ninfa Cariclo. Àpplicossi al» la scienza degli augurj, nella quale si acquistò un gran nome. Un giorno avendo veduto due serpenti accoppiati insieme sul monte Citerone, uccise la femmina f ed immediatamente fu trasformato in femmina. Qualche tempo dopo trovò due altri serpenti, uccise il maschio, e ripigliò tosto il suo primitivo stato di uomo» Giove e Giunone disputando un giorno sui vantaggi dell’uomo e della femmina, presero Tiresia per giudi* ce, come quello che avea conosciuto amendue i sessi. La sua decisione fu favorevole agli uomini, ma soggiunse che ciàr non ostante le femmine erano pia sensi» bili * Giove in riconoscenza gli diede la facoltà di co* noscere l’avvenire, ma Giunone mal contenta del giù* dizio, lo punì colla cecità,

Tisifone, nna delle tre Furie, Coverta di una veste insanguinata, è assida, e veglia giorno e notte alla por* [p. 286 modifica]ta del Tartaro. Pronunziato il decreto de* delinc/uenti f Tisifone armata di una sferza vendicatrice, li batte spietatamente e insalta i loro dolori colla man sin «ira loro presenta orribili serpenti, e chiama) le sue barbare sorelle per secondarla. Ella è che sparge tra i mortali la peste, e i flagelli contagiosi.

Titano, figlio del Cielo e della Terra ovvero di Titea, da cui credesi eh 1 egli abbia preso il nome; era fratello di Saturno. Benché fosse il primogenito, cede volentieri i suoi dritti a Saturno, a condizione che costui farebbe perire tutt’i suoi figli mischi, affinchè V impero del Cielo ritornasse alla, linea primogenita; ma avendo egli intaso che per accortézza di Rea, erano stati conservati tre figliuoli di Saturno, ed allevati segretamente, dichiarò la guerra a suo fratello, lo vinse, 10 prese insieme colla su* moglie ed i suoi figli, e li tenne prigionieri, finché Giove divenuto alulto, liberò suo padre, sua madre e i suoi fratelli, fece la guerra ai Titani, e li costrinse a fuggirsene sino agli ultimi confini della Spagna;- cosa che ha fatto dire che Giove 11 precipitò nel fondo del Tartaro. Not, 99.

Tifone, figlio di Laomedonte e fratello di Priamo. Fu celebre per la sua bellezza talmente che* l’Aurora se ne innamorò, lo portò via sul suo carrp, e lo sposò. Meninone fu il frutto di questa unione. La passione per hip fu cos\ grande, che si offri di fargli accordare da Giove tutto ciò che potrebbe desiderare. Chiese la immortriluà 1 o alieno di godere una lunghissima vita; nìa_nou avendo chiesta la grazia ohe non invecchiasse, divenne cos\ vecchio che bisognò fasciarlo com3 i hi n[p. 287 modifica]bini: finalmente annojato dalle infermità della vecchia* p, desideiò di esser cangiato in cicala, e l’ottenne * Credevasi anticamente, che questo insetto, simile al serpente, ringiovinisse in tutti gli anni, cangiando pelle: I) 1 allora in poi la cicala è il simbolo di una lu,n* ga vita.

Tizio, figlio della Terra, gigante di «misurata.grandezza, il cui corpo disteso occupava nove jugeri di terreno. Costui avendo ayuto 1* ardire di voler insultare 1* onore di Lalona > mentr* ella attraversava le deliziose campagne di Panope per andare a Pilo, fu ucciso d’ Apollo e da Dianà à cólpi di frecce’, precipitato nel Tartaro. Cola un avvoltoio insaziabile i, attaccato al suo petto, gli divora il fegato e le viscere, che rinascono eternamente per suo infinito tormento *

Tmolo, gigante / in unione di un altro gigante appellato Telegono, trucidava tutV i passaggieri $ ma Proteo, trasformatosi in spettro, li spaventò a segno che non ne uccisero pm.

Vi fu un altro Tmolo re tli Lidià’, figliò di Mario e della ninfa Teogene Questo prhrcrpe Irrorandosi un giorno alla caccia, -scoprì una delle campagne di Diana, nominata Airife, bella oltremodo, di cui in quel momento stessp s* innamorò perdutamente. Risoluto di soddisfare la sua passione, perseguitò vivamente questa giovine ninfa, e he per non cadere nelle di lui mani, andò a trovarsi un asilo nel tempio di Diana; ma questo sacro luogo non fu rispettato e la bella Àrrife fu violata a piè dell 1 aitate della dea. Un oltraggio così gr?ve la spinse a tal atto di disperazione che si trafisse il seno i [p. 288 modifica]«mori, scongiurando gh* dei di vendicarla * tn effetto la sua morte non rimase impunita. Traolo un giorno fa sbalzato da un toro furioso, e cadde sopra alcuni pali conficcati a terra sulle cui punte, tra i più acuti dolori, spirò. Fu sepolto in una montagna di Lidia che dipoi prese il suo uomo.

Toante, re della Chersoneso-Taurica. Promulgo la barbara legge che s’immolassero a Diana tutti gli stranieri, che approdassero ne 1 suoi stati. In effetto condannò a morteOreste e Pilade, i quali vi si eran recati; ma Ifigenia, sacerdotessa di Diana, avendo riconosciuto suo fratello Oreste, invece di ucciderlo, fuggissene insieme con lui e con Pilade, portando seco la statua dì Diana. Alcuni dicono che Oreste uccise Toante, prima di fuggirsene.

Trasio, celebre augure -, il quale essendo andato alla corte di Busiride, re di Egitto, in tempo di estrema j siccità,, gli disse che per aversi quivi la desiderata pioggia, doveva far sagrificare gli stranieri a Giove. ’Busiride avendogli chiesto di qual paese egli fosse, ed avendo inteso ch’era straniero, gli disse: sarai tu il primo, che flajrai dell’acqua all’Egitto > e lo fece uccidere Noi. 100.

Tripode sacro era uno strumento a tre piedi, the adoperavasi nelle cerimonie religiose presso i Paga, ni. Era posta 4U di esso una specie di tavoletta > ordinariamente di oro o di argento, sulla quale i sacerdoti e le sacerdotesse di Apollo situavansi per v dare i loro oracoli. Apollo aveva coverte* quello di [p. 289 modifica]Delfo della pelle del serpente Pitone.

Nel rimanente i tripodi sacri erano Ji differenti forme. Gli uni avevano i piedi ben sodi \ gli altri erano sostenuti da verghe di ferro. Ve n* erano taluni che avevano forma di sedie, o di tavole o anche di tinozze. Ve. n* èrano anche che servivano di altare > sul quale immola vansi le vittime. 1

Tritone, figlio di Nettuno e di Amfitrite j semideo marino. Aveva la parte superiore del corpo simile all’ uomo, ed il restante simile ad un pesce con una lunga coda. Egli era il trombetta di Nettuno, il cui arrivo era da lui annunziato col suono di una conta marina» Era anche suo uffizio quello di acchetare i flutti, e far cessare le tempeste. I poeti ammettono molti Tritoni con le medesime funzioni e con la stessa figura, tenea* do in mano una conca marina.

Trittolemo, figlio di Celeo e di Metanira o di Neera» Cerere sdegnata per il ratto di sua figlia Proserpina, risolvette di abbandonare il soggiorno degli dei, e di andare errando fra gli uomini sotto la forma di una mortale. Arrivò alle porte di Elèusi ove si assise su di una pietra. Celeo re di Eleusi, la pregò di andare ad alloggiare in sua casa. Trittolemo, ancor pargoletto 9 era allora infermo per una lunga privazione di sonno, che lo avea ridotto alP estremo. Neil’atto che Cerere . arrivò in quella casa, baciò Trittolomeo, e con questo solo bacio lo risanò. S’incaricò altresì della sua edu« cazione t e determinò di renderlo immortale; a tale oggetto lo nutriva del suo latte divino, e la notte le fa* $CYa passare attrarerso le fiamme pej: purificarlo di [p. 290 modifica]tutto ciò, che ateva di terrestre. Il fanciullino cresceva t a vista d’òcchio, ed io un modo si straordinario che suo padre e sua madre ebbero la curiosità di osservare uu tale effetto. Metanira vedendo Cerere in atto di mettere suo figlio nel fuoco, spinse un acuto grido, la qual cosa impedì 1* effetto della buona volontà _Ji Cerere.

Ciò non ostante la dea insegnò a l’ritto! emo P agricoltura; in seguito gli diede un carro tirato da due dragoni, lo mandò viaggiando ad oggetto di stabilire nel Mondo l’arte di lavorar le terre e a tal’effetto gli diede della biada. Gli Eleusini che furono i primi a riceverne 1 Taso, vollero consacrarne la memoria con una feita, di cui Cerere regolò le cerimonie j e Trittoleino Yu incaricato, insieme con tre altre persone della citta, per presedervi.

Trofonio, figlio di Ergiho, ovvero di Apollo e di .Epicaste: Suo fratello Agamede era un famoso architetto egualmente che lui. Entrambi edificarono il tèm’pió di Apollo a Delfo e la tesoreria d" Ireo. Nel coélfurre quest’ultimo edifizio, avevano praticato un segreto noto ad essi solamente; cansisteva in levare e ri-* etteré una pietra, e così facendo involavano ogni notte il denaro d*’Ireo il quale vedendolo diminuire, senza essersi aperte le porte, pensò di tendere un calappio intorno all v edifizio, in cui Agamede restò colto. Trofonio non’sapendo disdòro elo, gli tagliò la testa*, sul timore, che postò alla tortura, non lo compromettesse, disvelando Inarcano Qualche tempo dopo, la " terra si aprì sótto i’ piedi di Trofonio 5 e lo inghiottì ’ vivo. Fu innalzata una colonna nel bosco sacr«di Le[p. 291 modifica]badca, nel luogo stesso ov" egli era stato inghiottito. il suo sepolcro fu obbliato per qualche tempo; mu esscado afflitta la Beozia da una grande secchezza, si andò a consultare 1* Oracolo di Delfo, il quale, per bocca della sua Pizia, rispose che dovevasi ricorrere a Trofonio, e andare a cercalo in Lebadea P I Deputati vi si reca rono, ed ottennero la risposta, che indicò loro i mezzi onde far cessar la sterilita. Dopo quel tempo fu innalzato a Trofonio un tempio ov’egli riceveva de’ sagnfizj, e rendeva degli oracoli. Coloro che vi si recavano per consultarlo, praticavnno molte cerimonie preparatorie j purifica vansi, facendo uso di bagni freddi $ immolavano delle vittime; dipoi, rivestiti di una tunica di lino ornata di picciole fasce, scendevano in una caverna, che avea la figura di un forno. Quivi aprivasi nn buco assai stretto, che conduceva ad un’altra caverna $ vi si coricavano a terra, tenendo nell* mani una certa composizione di miele, che dovevano necessariamente portare 5" passavano i loro piedi ne\Y apertura di questa seconda caverna, ed all’istante venivano tirati nel di dentro con molta forza e celerità. Quivi dichia~ ravasi l’avvenire, ma non a tutti nella stessa maniera. Alcuni vedevano, altri udivano \ tutti però dovevano uscir dall’antra coricati a terrra e coi piedi innanzi come si era entrato; ne potevano uscirne che dopo di esserne stati oltremodo spaventati. Ciò che aumentava ancora 1* orrore della caverna era la pena di morte destinata a coloro che osassero interrogare il dio senza i preparativi necessarj.

. L’oracolo di Trofonio sossistette molto lungo tempo, anche dopo la cessazione di quai della Grecia. [p. 292 modifica]Troilo, figlio di Priamo e di Ecuba. Il datino aveva decretato che Troja non sarebbe mai presa finché questo principe fosse in vita \ ma avendo avuto la temerità di attaccare Achille, restò ucciso, e poco dopo la citta fu presa.

Troja, citta famosa della Frigia. Laomedonte la cinse di si forti mura che ne fu attribuita l’opera ad Apollo, dio delle belle arti. I forti argini che vi si dovettero erigere contro i flntti del mare, passarono per opera di Nettuno.

Paride figlio di Priamo, re di questa contrada, avendo rapito Llena moglie di. Menelao, fu ciò la infausta, cagione di unirsi tutt* i principi greci, e di recarsi ali* assedio di Troja. Agamennone era il comandante dell* armata. 1/ assedio durò dieci anni. Il destino di questa città dipendeva da diverse fatalità. La prima era che ncn poteva esser presa, se fra. gli assediami noa vi fosse uno de’ discendenti di Eaco: dessi erano Achille e Pirro. In secondo luogo, bisognava aver le frecce di Ercole, che teneva Filottete. In terzo luago dovevasi involare il Palladio eh 1 era una statua di Minerva situata dentro la città di Troja. Bisognava in quartoluogo impedire che i cavalli di Reso non bevessero dell* acqua del Xanto. Questo Reso era un re di Tracia.$ che recossi in soccorso de 1 Trojani. La quint i fatalità era la morte di Troilo, figlio di Priamo, e la distruzione del sepolcro di Laomedonte. Finalmente Troja noa poteva esser presa senza eh è i Greci avessero nella loro armata Telefo, figlio di Ercole e genero di Priamo } perchè aveva sposato Laodice figlia di costui. In fine del decimo anno stanchi i Greoi di ua si lujf [p. 293 modifica]£0 assedio e sgomentati eia frnti vani assalti, ricorsero ad uno stratagemma. Determinarono di costruire un .enorme cavallo alto quanto un monte, composto di tavole di pino artifiziosamenle connesse, e fecero correr Voce che questa era una offerta da dedicarsi a Minerva per ottenere un felice ritorno. Un di essi, nominato pinone f eh 1 era molto scaltro nello spionaggio, passò ira i Trojani, guadagnò la loro confidenza a fona di menzogne, e insinuò loro d’introdurre quel gran cavallo di legno nella loro città, assicurandoli che diverrei*» he inespugnabile finché vi starebbe quel cavallo. Questo perfido consiglio fu eseguito: fu abbattuta una parte delle mura, e per la breccia fecesi entrare il cavailo, che fu situato alla porta stessa del tempio di Mi» nerva. La notte seguente mentre tutt’i Trojani dormivano profondamente, il traditore Sinone andò ad aprire i fianchi del cavallo, e ne fece uscire i Greci che vi si eran nascosti: questi guerrieri, di.unita con Sinone % uccisero le guardie, aprirono le porte a tutta l’armata greca, e la citta di Troja fu saccheggiata, arsa e distrutta interamente. Not. 101,

Turno, re de’ Rutoli. Lusinga vasi di sposar Lavinia figlia di Latino, re del Lazio; ma gli dei con prodigi spaventevoli opponevansi a questa unione. Turno, ve* dendo che gli si preferiva Enea, si pose alla testa de* Rutoli, e portò la guerra nel Lazio. Dopo aver perdute due battaglie, convenne ad un duello propostogli da Enea, e richiese a Latino che Lavinia sarebbe il premio del vincitore. Si diè principio al combattimento, ia cui Turno peri; quindi Enea si assicurò la mano di Lavinia, e l’impero del Lazio.