Documenti inediti della zecca di Correggio

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Ercole Gnecchi

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Documenti inediti della zecca di Correggio Intestazione 28 dicembre 2012 75% Numismatica

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DOCUMENTI INEDITI


DELLA ZECCA DI CORREGGIO




APPENDICE I.


In un mucchio di vecchie carte testè acquistate e ch’erano già destinate alla distruzione, ebbi la ventura di trovare due Concessioni di zecca stipulate fra il Principe Siro di Correggio e il suo zecchiere Giovanni Agostino Rivarola e credo far cosa grata ai lettori della Rivista, pubblicandole come complemento alle due Concessioni congeneri da me inserite lo scorso anno nel secondo fascicolo di questo Periodico.

La Concessione, di cui oggi presento copia nella tavola N. I, riserbandomi di pubblicare in un prossimo fascicolo anche l’altra, è in data 14 aprile 1620 quindi anteriore alle altre due pubblicate ed certo uno dei primi contratti stipulati fra il Principe Siro collo zecchiere Rivarola, poichè quest’ultimo non entrò a far parte della zecca di Correggio se non il primo aprile di quell’anno 1620, accettatovi come socio dal capitano francese Nicola de la Feste, il quale da pochi mesi aveva avuto in affitto quella zecca unitamente a un tal Riccardo Foussant pure francese1. [p. 14 modifica]La Concessione si riferisce alla battitura di una moneta da 12 quattrini ossia tre soldi, della bontà di once 2, e del taglio di 140 per libbra di zecca di argento fino. Il disegno della moneta da battersi, che sta in testa al documento, è una perfetta imitazione dei pezzi da 12 Kreutzer coniati a Francoforte sul Meno dai Conti di Solms per la signoria di Eppstein-Königstein. Da quanto mi consta, la moneta è inedita e potrebbe darsi che non fosse mai stata battuta. Eccone la descrizione:

D/ — SIRVS • AVSTRIA • PRINC • C •
Scudo inquartato, disposto come segue: I e II Leoni rampanti; III Fascio e correggia; IV Aquila bicipite.
Al di sopra corona fiorita.

R/ — MONETA • NOVA • ARGENTE • CIVI • C.
Aquila bicipite con corona imperiale, e col numero 12 in petto.

Segue poi il documento, concepito in questi termini:

Concediamo a Gio. Agostino Riuarola nro zechero che durante la sua Loccati.ne osia Cond.ne che tiene della nostra zecca possa battere o far battere una moneta da quatrini dodeci che sono soldi tre di onze due di argento fino per libra et che ne vadi alla libra del peso di zecca n.° Cento quaranta e sarà detta m.ta conforme li sopra disegni, con conditi.ne che detta moneta possa il detto Zechero farla, o’ farla fare di maggior peso et bontà se accomodera al detto zechero, ma non minore et per honoranza detto zechero sarà obligato pag.re a S. Ecc.a Ill.ma ogni volta che si libererà di Cassa per ogni Lib.a di peso di nostra zecca libre sette di nostra moneta di Coreggio dichiarando che di detta m.ta il sud. Riuarola ne possa far fabricare tutta quella somma che a lui piacerà durante la sua Locc.ne ed exitarla dove [p. 15 modifica]più li tornerà comodo et di più suo utile non mouendo alcuno delli patti et accordi che il detto zechero ha con Sua Ecc.a Ill.ma per il passato anci stijni saldi et fermi conf.e le scriture, promettendo Sua Ecc.a Ill.ma che di detta m.ta non consentirà ne darà Autorità a persona alcuna eccetto che al detto zechero di poterne battere ne farne batter durante la sua Locc.ne etiam che hauessero interesse in detta zecca, e questo per patto espresso e sempre che Sua Ecc.a Ill.ma consentirà, o comporterà che persone alcune ne posse battere o far battere senza consentim.o di detto Riuarola che SS detto riuarola le possa far fabricare senza pagare la sud.a honoranza.

E per fede

Dato dal nostro palazzo, li 14 aprile 1620.


Siro.
Fco Agostino Riuarola mano propria.


In cima al documento sta scritto come nelle due Concessioni già pubblicate: “Tertia concessio exhibit. per. Io. Aug.no Rivarolam de m.o (mandatu) Ill.mis et exc.mis d. (domini) Pomponij Spilimberghi subd. (subdelegati) C. (Caesarei) ut in actis sub die 17 Maij 1627.”

Da questa indicazione protocollare pare che questa Concessione entrasse (come le altre due) a far parte del Processo per adulterazione della moneta intentato al Principe Siro fino dal 1624, e terminato solo nel 1631 colla gravissima condanna di generale confisca.

[p. Tav. I modifica] 

Note

  1. Bigi Quirino. Di Camillo e Siro da Correggio e della loro Zecca Modena, 1870; in 4.° Pag. 79 e 80.