Etica/L'Etica

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L'Etica

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Baruch Spinoza - Etica (1677)
Traduzione dal latino di Piero Martinetti (1928)
L'Etica
Vita Libro Primo
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L’ETICA


L’opera capitale di Spinoza è l’Etica: che contiene la sua metafisica, ma col nome stesso indica il carattere profondamente morale e religioso della sua filosofia. Essa è divisa in cinque libri: dei quali, il primo tratta di Dio; il secondo tratta della costituzione del mondo e dell’uomo; il terzo tratta della condizione dell’uomo in quanto asservito alla schiavitù della vita inferiore (delle passioni); il quarto tratta della possibilità e del meccanismo della liberazione, ossia del passaggio alla vita superiore (alla vita religiosa): il quinto tratta della liberazione, cioè dell’unione con Dio.

Ciò che caratterizza l’Etica è la sua forma (Ethica ordine geometrico demonstrata), per cui si avvicina esteriormente al modo di esposizione della matematica: per definizioni, assiomi, teoremi, dimostrazioni, scolii, corollarii. L’Etica è da questo punto di vista un vero capolavoro di rigore logico: tutte le parti vi sono così abilmente collegate, che, una volta ammessi i principii, il resto viene da sè [p. x modifica]come una concatenazione ferrea di conseguenze. Questa forma «geometrica» non deve essere considerata tuttavia come una deduzione logica nel senso tradizionale, come una catena sillogistica: l’Etica non è una deduzione, ma una costruzione logica, la quale svolge tutta la realtà fisica e spirituale per mezzo d’un certo numero di principii e di leggi, che in parte vengono presentati fin dall’inizio, in parte vengono posti di mano in mano che se ne offre l’occasione. La forma «geometrica» dell’esposizione serve solo a mettere in evidenza la concatenazione logica interiore del sistema e la sua coerenza ai principii.

Il senso che Spinoza riferisce alle definizioni ed agli assiomi è perciò un senso tutto particolare: che si connette col valore che egli attribuisce alle conoscenze chiare e adeguate. Per definizione s’intende generalmente una definizione nominale, che serve a precisare i termini, non a risolvere una questione: quando io definisco che cosa intendo per «libertà», non decido ancora con questo se vi siano o non vi siano esseri liberi. Le definizioni di Spinoza invece sono vere posizioni che esprimono le idee cardinali del suo sistema: «omnis definitio sive clara et distincta idea est vera» (Ep. 4). Esse non differiscono in fondo dagli assiomi se non in quanto le definizioni fissano le essenze delle cose, gli assiomi esprimono le leggi eterne della realtà (Ep. 9).

Si capisce allora perchè e le definizioni e gli assiomi non siano per sè evidenti, come già opposero a Spinoza i primi suoi critici (Ep. 3). Le [p. xi modifica]definizioni e gli assiomi geometrici, che sono anch’essi posizioni reali, sono intuitivamente evidenti, perchè riassumono le leggi fondamentali della nostra intuizione sensibile, che sono in noi natura, dato: le definizioni e gli assiomi filosofici di Spinoza sono il risultato riflesso di una raffinata elaborazione speculativa e non possono pretendere di essere accettati senz’altro dal lettore, se non in quanto questi si sia elevato al punto di vista filosofico che è proprio di Spinoza. La loro dimostrazione è data dal sistema stesso; in quanto essi riassumono in sè i punti essenziali della visione filosofica di Spinoza, posti i quali, se ne svolgono poi chiaramente tutte le conseguenze e teorie particolari, che hanno per risultato di esplicarci la realtà sotto tutti i suoi aspetti.

Questa forma matematica ha senza dubbio i suoi vantaggi sotto l’aspetto logico: ma è inseparabile da una certa aridità schematica ed impone un ordine che non è l’ordine naturale del pensiero nella sua costruzione e comprensione di un sistema filosofico. Perciò essa riesce, specialmente alle prime letture, imbarazzante, faticosa, oscura: prolissa nel suo apparato dimostrativo, che spesso è inutile, è eccessivamente concisa nell’esposizione di punti essenziali, sui quali lascia sussistere tenebre spesso impenetrabili. Un opportuno correttivo a questi difetti ci ha già dato Spinoza nei numerosi scolii, dove riespone e commenta più liberamente il suo pensiero. Ma per una prima iniziazione al pensiero di Spinoza è necessaria un’esposizione di tutta l’Etica, [p. xii modifica]che pur mantenendone l’ordine, svolga in forma piana e libera il sistema dei suoi concetti, sbarazzato dall’esteriorità del formalismo matematico1.


Note

  1. Un esempio ce ne hanno già dato l’Höffding nella sua Ethica: Analyse und Charakteristik (Heidelberg, 1924) e più recentemente il Gebhardt, che nel suo libro Von den festen und ewigen Dingen (Heidelberg, 1925) ci ha dato una rielaborazione e una «traduzione» di tutta l’opera di Spinoza. Così uno studioso di Kant ha pubblicato recentemente le principali opere di Kant «tradotte in tedesco».