Il sociologo, la sociologia e il software libero: open source tra società e comunità/Capitolo 2/1

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2.1 le motivazioni dell'agente economico

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Un tentativo di comprendere il paradosso del software libero potrebbe essere quello di un'osservazione dell'osservazione secondo un approccio sistemico complesso e quindi chiederci cosa suscita un così grosso interesse attorno alle motivazioni dei volontari del software libero. Una direzione di indagine potrebbe portare a verificare quanto questo fenomeno possa essere posto sulla linea di continuità con la ricerca delle motivazioni nell'ambito organizzativo.

Nei primi anni del '900 è Frédérick W. Taylor è il primo ad occuparsi di motivazioni da un punto di vista estremamente burocratico, parcellizzato, strumentale agli scopi dell'organizzazione che da vita al movimento dell'organizzazione scientifica del lavoro incentrata sulle motivazioni economiche e sulle teorie del rinforzo. Negli anni venti e trenta la scuole delle relazioni Umane con Mayo, Roethlisberger e Dickons vi contrappone il bisogno morale e di socialità degli individui. Nel 1938 Chester Barnard (1970), alto dirigente della Bell Telephone Company, cerca di spiegare le “funzioni del dirigente” come mediazione tra le esigenze del lavoratore e quelle dell'organizzazione. Abrham Maslow (1973) dispone invece i bisogni in una scala di priorità da quelli fisiologici a quelli di sicurezza, stima e di auto-realizzazione e quindi i comportamenti attivati sono quelli contingenti a quella determinata condizione in cui si trova l'individuo in relazione con l'ambiente. Weiner parla di impegno e abilità come spiegazioni interne, fortuna e difficoltà come spiegazioni esterne. Spiegazioni interne ed esterne costituiscono i criteri in base ai quali decidere il proprio impegno. McClelland ( 1988 ) elabora la teoria della motivazione alla riuscita distinguendo tre diversi tipi di bisogni presenti in modo diverso nei diversi soggetti, in cui può prevalere l'uno o l'altro: riuscita potere e affiliazione. Il bisogno di successo è acquisito e non innato:

[...] è espressione del desiderio di fare le cose nel modo migliore, di conseguire risultati sempre migliori, di ricercare e misurarsi con situazioni di complessità crescente e di competere secondo un standard di eccellenza. (Maeran, 2002)

In sintesi le teorie sulle motivazioni e soddisfazioni al lavoro possono essere orientate al rinforzo piuttosto che agli assunti cognitivi, al contenuto piuttosto che al processo. Il rinforzo riguarda l'incentivo, gli assunti cognitivi riguardano la capacità di valutare in modo complesso. Il contenuto riguarda la componente oggettiva in grado di orientare i comportamenti, mentre il processo ne sottolinea il modo (Maeran, 2002 ). In definitiva si tratta di spiegare, più che comprendere, il rapporto che si instaura tra soddisfazione, motivazione e scopi contestualmente a una qualche organizzazione. In questa tesi si cerca invece di spiegare un fenomeno produttivo auto-organizzato che sfugge agli strumenti di analisi nati per contesti diversi.

Ciò che si rischia di trascurare è la dimensione non necessariamente utilitaristica di questo fenomeno, rischio ancor maggiore nel momento in cui tale fenomeno ha forti ripercussioni sul mercato dell'informatica e l'informatica ha grosse ripercussioni sul mercato in genere. Rischia quindi di restare nell'ombra la dimensione culturale autonoma del software libero, con le sue peculiarità antropologiche incomprensibili senza una certa propensione a comprendere più che a spiegare. Lo spiegare può destare il sospetto di essere mossi da motivazioni a sfondo ideologico, volte ad “addomesticare” un agire umano non coerente con gli schemi di senso a cui l'economia ci ha abituato. Lo spiegare porta inevitabilmente a dotarci degli strumenti che conosciamo, mentre il comprendere cerca gli strumenti adeguati, di volta in volta diversi. Gli strumenti che l'economia ci mette a disposizione sono quelli che funzionano con le risorse scarse quindi tentiamo di spiegare il tutto attraverso questo paradigma. Se una risorsa è ritenuta abbondante da alcuni e scarsa da altri allora gli uni non riusciranno a comprendere l'agire degli altri e viceversa:

[...] Mise i piedi a terra con Cacambo al primo villaggio che gli si presentò. Alcuni ragazzi, coperti di un broccato d’oro tutto stracciato, giuocavano alle piastrelle all’entrata del borgo. I nostri due uomini dell’altro mondo s’occupavano ad osservarli; le loro piastrelle erano tonde, assai larghe, gialle, rosse, verdi, e gettavano uno splendore singolare; venne voglia ai viaggiatori di raccoglierne alcune, e videro ch’erano d’oro, di smeraldi, di rubini, la minor delle quali sarebbe stato il più grand’ornamento del trono del Mogol. - Senza dubbio, disse Candido, questi ragazzi sono i figli del re (erano popolani ndr) del paese, che giocano alle piastrelle. Apparve in quel momento il maestro del villaggio per ricondurli a scuola: - Ecco, dice Candido, il precettore della famiglia reale. Quei baroncelli abbandonaron tosto il giuoco, lasciando in terra le lor piastrelle e tutto ciò che aveva servito al lor divertimento. Candido le raccolse, corse dal precettore, e gliele presentò umilmente, facendogli intendere, a forza di cenni, che le loro altezze reali si erano dimenticate del loro oro e delle loro gemme. Il maestro del villaggio, sorridendo, le gettò per terra, guardò un momento la figura di Candido con stupore e continuò il suo cammino (Voltaire, 2010, p. 58 )

Candido e Cocambo non comprendono l'agire del maestro del villaggio; il maestro del villaggio non comprende il comportamento di Candido e Cocambo. Ciò di cui ci si è resi conto cercando di indagare il fenomeno del software libero è che le risorse in gioco sono principalmente due: le competenze (skills) ed il software. È difficile individuarle in quanto si compenetrano. Le competenze sono quelle che producono software ma le competenze si esprimono attraverso il software. La loro distinzione può essere spiegata meglio ricorrendo alla teoria dei sistemi di Luhmann. Se consideriamo software e competenze come elementi dello stesso sistema è facile intuire come da un punto di vista auto-poietico il sistema nel suo complesso temporizza in modo diverso competenze e software. Il software si distrugge e ricrea di continuo in forme diverse1, le competenze vengono riprodotte in modo molto lento. Basti pensare al tempo necessario per formare un programmatore o un ingegnere informatico a livello di sistema di comunicazione, cioè sistema sociale, o al tempo che bisogna impiegare per apprendere continuamente nuove tecniche a seguito dell'auto-poiesi accelerata del software. Quindi si spiega il perché, dal punto di vista sistemico, il software è una risorsa abbondante mentre le competenze sono una risorsa scarsa.

Confondere lo scarso con l'abbondante significa tentare di vendere oro nel paese fantastico dell'Eldorado di Voltaire. Insistere sul livello micro e sui comportamenti in modo decontestualizzato significa non capire perché dei ragazzini giocano con delle piastrelle d'oro:

[...] Non capisco chi sono quei pazzi che vogliono scrivere, leggere e fare revisione di tutto quel codice senza ricevere nessuna ricompensa. ( Rober L. Glass - Of Open Source, Gnu/Linux ... and Hype, 1999, p. 104)

L'ironia di Voltaire ci suggerisce questa risposta:

[...] dei ragazzi che giocano alle piastrelle (abbondanti – ndr).

Voltaire mette in evidenza i due termini del problema: L'aspetto “ludico” e l'aspetto “abbondanza/scarsità”. Entrambi questi aspetti non sono nuovi. Mariella Berra (2001), del resto ha già rilevato questa dimensione di abbondanza del software libero che, la stessa sociologa, indica come “informatica solidale”. Solidale va proprio inteso in senso sociologico, finanche meccanico per certi aspetti. In situazioni di abbondanza prevale il valore simbolico del bene che di per se non può essere scambiato se non in termini di un obbligazione reciproca. Nelle società di cacciatori raccoglitori la condivisione è il sistema migliore per ottimizzare le risorse, se si uccide una preda e non si ha modo di conservarla, non costa nulla donarla, costa invece molto, in termini comunitari privarne i propri simili. Ma soprattutto il vantaggio più grosso e diretto è quello di consentire la sopravvivenza di un maggior numero di individui e quindi aumentare anche le proprie possibilità di sopravvivere. Cacciare costa molto in termini di energie e di competenze, ma una volta raggiunto il risultato, in mancanza di mercato, la scelta migliore è di investirlo in relazioni. Ma questo presuppone, nel caso del software libero, che il mercato del software non sia possibile o, in qualche misura, improbabile. Presuppone inoltre che il “dono” aumenti anche le proprie possibilità di “sopravvivenza professionale”.