Il Manifesto del Partito Comunista/III/2

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Letteratura socialista e comunista

Il socialismo conservatore borghese

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Letteratura socialista e comunista

Il socialismo conservatore borghese
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Una parte della borghesia cerca di portare rimedio ai mali sociali, allo scopo di assicurare l’esistenza della società borghese.

In questa categoria si classano gli economisti, i filantropi, miglioratori della sorte della classe operaia, gli organizzatori della beneficenza, i riformatori da gabinetto d’ogni categoria. E si è sino andati ad elaborare questo socialismo borghese in sistemi completi.

Citiamo ad esempio, la filosofia della miseria di Proudhon.

I socialisti borghesi vogliono conservare le condizioni di vita della società moderna, senza i pericoli che ne derivano fatalmente. Essi vogliono la società attuale, ma con la eliminazione degli elementi che la rivoluzionano e la dissolvono. Vogliono la borghesia senza il proletariato. La borghesia, come di giusto, rappresenta il mondo dov’essa domina, come il migliore dei mondi possibili. Il socialismo borghese elabora un mezzosistema. Allorché esso invita il proletariato a realizzare i suoi sistemi ed a fare la sua entrata nella nuova Gerusalemme, esso non fa altro, in fondo, che consigliarlo a stare attaccato alla società attuale, ma a sbarazzarsi degli odiosi concetti, ch’egli nutre a suo riguardo.

Una seconda forma di questo socialismo, meno sistematico, ma più pratico, cerca di disgustare gli operai d’ogni movimento rivoluzionario, dimostrando loro, che non era tale o tal altro cambiamento politico, ma soltanto una trasformazione dei rapporti della vita materiale e delle condizioni economiche, che poteva profittar loro. Notate, che per trasformazione dei rapporti materiali della società, questo socialismo non intende parlare dell’abolizione dei rapporti di produzione borghese, abolizione che non è possibile se non con dei mezzi rivoluzionarii; ma semplicemente delle riforme amministrative che si compiono sulla base stessa della produzione borghese, e che, per conseguenza, non toccano le relazioni del capitale e del salariato, ma che, nel miglior caso, non fanno che diminuire le spese della sua dominazione e semplificare l’amministrazione dello Stato per la borghesia.

Il socialismo borghese non raggiunge la sua espressione che là dove esso diviene una semplice figura rettorica.

Libero scambio! nell’interesse della classe operaia; diritti prottetori! nell’interesse della classe operaia: ecco la sua ultima parola, la sola parola proferita seriamente dal socialismo borghese.

Poiché il socialismo borghese si riassume nell’affermazione, che i borghesi sono borghesi nell’interesse della classe operaia.