Il Volapük: Critici e Abolitori/Note

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Il Volapük: Critici e Abolitori
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NOTE




1) Ciò vuol dire che tutti coloro che non sanno di grammatica sono uomini indotti!

2) Voleasi forse dire che sono troppo complicate.

3) Leggasi grammatici, perchè così si è spiegato più sopra.

4) Leggasi perciò «che non sanno di grammatica».

5) È troppo naturale! che possono essi sapere di teoriche della formazione e composizione delle parole?

6) Ma se si insegnasse prima per bene la grammatica della loro lingua, accadrebbe il contrario!

7) Di chi la causa? degl’insegnanti che pretesero che i loro scolari facessero come la tartaruga della favola, che volea volare senz’ali! [p. 48 modifica] 8) Cioè, ha voluto tentare se poteva ottenere ciò che è quasi impossibile?

9) Sapevano di grammatica? Voi affermate di no! dunque vi contraddite chiamando colti, uomini per questo lato incolti! (V.N.1).

10) Senza cioè imparare la grammatica della loro lingua! e perciò indotti e incolti!

11) Anche «Le Kosmopolit, nella sua mondilingue (che si potrebbe chiamare buffilingue) ripete la stessa accusa: - Anke le volapük - grammatik nè esse rekommandabl, nam el esse immediate le kaus del mutilations des vocables p. e. laps (alpes), limep (imperator), lol (rose)...

12) Si vede che bravi filologi sono costoro, che chiamano parole mutilate le radici delle parole.

13) Si avrebbe ragione, se i radicali delle varie lingue, scelti dall’autore, per formare il suo vocabolario, fossero stati coniati così, come si asserisce in queste poche linee con un linguaggio assai poco filologico. Se poi l’autore ha dovuto modificare la disposizione di alcune lettere (metatesi), ciò è stato per ridurre tali radicali all’unico tipo stabilito, cioè, che i radicali parole devono cominciare e terminare in consonante, come: lap (alpe), limep (imperatore), lol (rosa).

14) E dire che nel Yelanunod si afferma, che il Vocabolario del Vp. non ha basi veramente scientifiche giuste!!

15) Ciò che appunto rende il Vp [p. 49 modifica]facilissimo su tutte le lingue, ma a chi sa di grammatica.

16) Ciò che rende appunto difficile l’imparare le lingue nazionali,

17) Ma le preposizioni, i prefissi e i suffissi sono particelle, non parole!!

18) Mi scrive a proposito l’Autore. - e vödasbuk kanom pamenodön ä palefulnön nefikulo. Kelos aidefos obse, binom te balional sembal kel legivomöv obse moni, al pelön bükadelidis gretik vödasbuka gretikum...

19) Difetti sognati da chi, non s’intende di filologia, o almeno assai ben poco.

20) Ma dal 1887, anno in cui venne fuori l’Esame critico del Sig. Kerckhoffs, ad oggi non corrono che sei anni!

21) Si deve ammirare la franchezza! non si dice, che abbiano desiderato che l’autore correggesse, ma essi hanno desiderato correggere, mettendo mano nell’opera altrui.

22) E che sorta di emendare!! non si volea nientemeno che mutare le basi del Vp!

23) È assolutamente contro la verità; poichè furon fatti coll’approvazione dell’Accademia.

24) Questo dovea accadere per molti, che hanno compilato Vocabolari, ed altri libri (grammatiche, esercizii) fatti secondo il Vocabolario primitivo! Certo costoro non hanno interesse che si riformi; essi sono conservatori! [p. 50 modifica]25) Stupenda contraddizione questa di emendare il Vp, e dar ragione a chi non vuole riforme!!

26) «Adagio a ma’ passi»! — Mi professo vpista anch’io, e non sono affatto indispettito, come non sono indispettiti quelli che desiderano che solamente si corregga, e che fanno proposte nuove ecc. ecc. all’Accademia, e che vengono accettate, se addatte. Perciò non tutti i vpisti sono stati affatto indispettiti.

27) Quanta ingenuità. Tutto il sistema intero si vuole migliorare!

28) Io non so se si possa così spietatamente giudicare il Sig. Schleyer, che, cioè signoreggi qual papa infallibile; poichè nulla modifica, anche nelle sole parole, senza aver prima sentito il parere dell’Accademia; e prima di adottare una proposta, va molto con piedi di piombo! Nel vpabled lez. N. 149, - Maggio 1893, § 2828 — Proposta all’accademia — si legge che il Sig. Betz K. prof. vpa. propone di usare per segni del calcolo: « + - , : » le particelle sa, ra, na, ma; e per le parole addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione: saod, raod, naod, maod; e per i verbi sommare, sottrarre, moltiplicare dividere, le parole saön, raön, naön, maön. Queste parolette, aggiungeva l’Inventore mi piacciono. Che cosa l’accademia su ciò dirà a noi, sia il più presto. — Nel N. 151 del Luglio al § 2871 si legge: il Sig. Kademan Gasparini L. propone invece delle parolette sa, ra, na, ma, le [p. 51 modifica]parolette su, de, mö, di (derivate da suam, dekalam, möduekam, dilam), poichè non si può dire saam, raam, ecc.. - Che dice l’Accademia di questa proposta migliore. (Eppure non è permesso dire in vp: möón, mööl!) - A questa parentesi lo stesso ha risposto all’autore che non ha proposto il verbo möön, mööl, ma mödükôn, di cui è l’iniziale, il qual verbo come la altre parole sono già nel vocabolario del vp. Ora dicasi: è questo agire da papa infallibile?

29) Bella lezione a chi ha la pretesa di voler far qualche cosa di perfetto! — Ora siccome il Sig. Kerckhoffs è uno di questo mondo, non dovea neppur egli pretendere che le sue modificazioni fossero la perfezione in se stessa! Così appunto la pensò il Sig. Schleyer per i molti emendamenti voluti dal Sig. Kerckhoffs! L’inventore ha accettate tutte quelle che non intaccavano le basi del sistema e che sono state dall’accademia e da’ congressi accettate, ed ha respinte tutte le altre che avrebbero fatto del Vp, non una lingua universale, ma una lingua particolare per tre o quattro nazioni. Chi aveva ragione ha tenuto duro, e l’altro si è considerato offeso.

30) L’autore ha poi distinti tre stili: il 1.° o basso, il 2.° o medio il 3.° o alto. Così fu stabilito per lo stile 1.° e 2.° questo principio per la costruzione: il determinante sta dopo il determinato. -

31) Ma ciò nello stile 3.° e dei dotti. - [p. 52 modifica]

32) Sta bene per i principianti; ma per chi vuol dare in vp - che appunto deve essere la lingua di tutti, o adatta ad esprimere i concetti di tutti, pena a perdere il suo carattere di universalità - un’opera d’arte, tradotta od originale, deve per quanto è possibile renderla quale è stata scritta e pensata. - In caso diverso si limiterà, - come vorrebbe il Sig. Kerckhoffs limitarlo - ad essere l’interprete di un limitato numero di persone di poche nazioni differenti, e anche di queste le persone meno o poco colte. E questo non è affatto lo scopo dell’Autore, dell’Accademia e di tutti i veri vpisti, nè, io credo, di quanti concepirono la possibilità di una lingua universale.

33) Scrive il Prof Kerk. (Examen critique de quelques semplifications qu’il y a lieu d’introduire dans le volapük): «M. Schleyer est parti de ce principe que la Langue Universelle doit pouvoir rendre les nuancos le plus delicates de toutes les autres langues qu’elle doit être, en un mot, la plus parfait des langues. - E l’idea del Sig. Schleyer è appunto quella del Sommo filologo Max Müller, che così si esprime: L’invenzione di una lingua artificiale non è niente affatto un’impossibilitá, anzi un simile linguaggio può essere più perfetto, più regolare e più facile ad apprendersi che qualsiasi parlata dall’uomo. - Ma ciò non va a genio al Sig. Kerckhoffs. (non gli andrà a genio forse che questo Tedesco abbia solo [p. 53 modifica]ad avere la gloria di dare al mondo una lingua universale) e invece di una lingua universale, vuole, o come più modestamente dice « nous pensons au contraire que, il Vp smentendo al suo nome, elle doit être la plus simple des langues, et que, en fait des règles grammaticales, elle ne doit conserver celle qui sont communes a nos trois au quatre principales langues europèennes; en d’autres termes, nous demandons que son bagage grammatical soit reduit au plus strict necessaire. - In ciò appunto sta il nodo del diverbio tra l’autore del Vp e il Sig. Kerckhoffs. Ma il Vp di Schleyer ha veramente il titolo di lingua mondiale — pük, lingua, vola del mondo, — mentre quello che domanda, o domandava il Sig. Kerckhoffs e coloro che come lui la pensano, sarà solo un gergo di uomini colti di tre o quattro nazioni europee.

34) Se mai si dovesse esprimere la frase italiana di dieci parole, e spedirla per telegrafo in lontani paesi: credo che sempre fra noi saremo per andare d’accordo » e noi la potessimo condensare nelle due seguenti: “Kredob oibalamobsokön„ chi mai ci dirà che siamo poco serii, e gente poco pratica, solo perchè abbiamo telegrafato una parola poco facile a pronunciarsi e sgradita all’orecchio, ma che potrà averci fatto risparmiare settecento od ottocento e più lire?...

35) Per la proposta del Sig. Prof. Betz, e il rigetto della proposta stessa e la nuova [p. 54 modifica]proposta Gasparini, come si narra nella nota 27, sono già scorsi quattro mesi, ed ancora non è stata approvata dall’Accademia. Figuriamoci quanto tempo si dovrebbe impiegare per formare un sistema nuovo e un vocabolario perfetto. - Nel «Le Kosmopolit» in quella mondolingue si legge: - Sin dubie ele esse possibl un tre perfekt artilingue, qui se base solu su le logik, ma un tal lingue esse un science kome le filosofie, le matematik inutil qual mondilingue et un labor pro un Matusalem (*) Dove si andranno a pescare dei Matusalemmi, o Signori di Leitmeritz? -

*) O perchè non si protesta da noi popoli latini contro tanta profanazione della nostra madre lingua e delle nostre lingue nazionali!!



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