Il cavallarizzo/Libro 1/Capitolo 28

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Cap. 28. Dell'Hippomane.


Nel capitolo precedente dissemo che proprietà della cavalla era d’ingiotirsi subito dopo il parto le seconde, & l’hippomane; & promisi di dire cos’era. Hor parendomi che questo sia il luogo, ve ne parlerò con quella più brevità che mi sarà possibile. Hippomane adunque quanto al nome, vien da Hippos, che vuol dir cavallo, & μανήα, che vuol dir furore, allienatione di mente, & pazzia; dal qual nome l’Ariosto ne cavò il verbo in quel verso. Et se ben come Orlando ognun non smania. Questo Hippomane così interpretato, quando le cavalle lo patiscono che è quando vanno in amore; & mandano fuori per la natura per desiderio grande di coire, un certo humore assai più liquido del seme del cavallo. Il qual’humore propriamente [p. 40r modifica]da molti se addimanda Hippomane. Per il che se à cotali cavalle non si dona comodità di potersi sfogare, le fa alienar di mente, smaniare, & far delle pazzie. Ma questo però non è quel vero Hippomane che vuo dir io. Hor quanto al nome ancora diremo altrimenti, cioè che Hippomane vien da ηππὸς Greco, che vuol dir cavallo, & manes, che sono spiriti, genij, & buoni Demonij che sono posti presuli aussiliatori, custodi, & difensori de corpi humani secondo i Latini antichi: & per questo credo che si dicano mani quasi che siano humani; alli quali corpi humani sono così ordinati dal nascimento loro, accio che gli costodiscano, aiutino, & li giovino fin alla morte; & anco dopo morte li metteno in custodia de’ corpi nelle sepolture; come si vede che in quelle molto antiche è scritto, Dijs manibus, à i Dij Mani, cioè humani e dimestici. Et benche questo sia cosa poetica, fabulosa, & piena di menzogne, nondimeno la verità è che gl’Angeli sono posti in custodia & guardia di ciascun’huomo vivente, di ciascuna Città, di ciascuna Provintia, & Regno. Hor questi mani si dicono nascere dal seme de’ parenti e da questo pò essere che si causi l’amore che gli portano. Si compone adunque il nome d’Hippomane da hippos, cavallo, & manes, cioè quasi humani over manes quasi spirito, & genio del cavallo e della cavalla, laquale per haverne più certa cognitione del cavallo così come anco le donne matri aman più li lor figliuoli per la mesedima ragione, secondo Aristotile, che non fanno i padri, però cerca d’ingiottirselo subito; parendole che stando senz’esso nel corpo, stia anco senza il suo genio, & custode, & senza diffesa, & amore. Et questo Hippomane quanto alla cosa in se propriamente, non è altro che una certa carnicella negra à modo d’un fico secco, lunghetto, & schizzato; overo à quisa d’una milza piccola. Un’auttor moderno lo espresse per milza propria nel primo libretto suo, quando disse che di questa milza fatta in polvere, si soccorrevano i poledri asmatici, & tifici di Carlo Magno Imperator, se così intese per similitudine, & così disse per intendere sotto questo velo di milza l’Hippomane vero, intese & disse bene; ma io per me non so che habbi à che fare milza con polmone, ne con Hippomane. Et però credo certo che questo valent’huomo non sapesse troppo bene quanto scrisse che cosa fusse Hippomane ne quanto al nome, ne quanto alla sostantia. Hor questa carnicella à guisa di milza, over di fico nasce con il poledro insieme attacata nel suo fronte. Et questa è quella che propriamente Hippomane si dimanda, il quale la cavalla com’io ho detto, cerca subito ingiotirselo dipoi che ha partorito. Onde s’avien e che non possi divorarlo, perche li sia stato tolto da cavallari, over da altri, non amerà, ne allattarà più il suo poledro: & di questo io ne ho veduto isperientia. Et veramente maravigliosa cosa è questa, che Iddio habbi posto cotal virtù in simil cosa. Di questo Hippomane Virgilio nel quarto dell’Eneida, facendo apparecchiar le cose per la morte di Didone, dice. [p. 40v modifica]

Quaeritur & nascentis equi de fronte revulsus,
Et matri praereptus amor.
che vien à dire, in Italiano.
Cercasi ancor l’amore tolto dal fronte
Del nascente cavallo, & prestamente
Con inganni involato alla sua matre.

Del qual Hippomane il medesimo Poeta, & altri auttori antichissimi, & moderni ancora, di auttorità grande, mille cose indegne, & vane ne hanno detto: le quali io tralascio per non appartenersi al cavallier christiano, ne à nessuno che viver voglia christianamente. Ma non lascierò già di dire che con questo Hippomane i capi cavallari periti eccitano il coito, & la libidine molto alli stalloni, & alle cavalle. Percioche ha tanta virtù in questi animali, che secondo Eliano, nascosto da un certo artefice in una statua di metallo, fatta in similitudine d’una cavalla, invitava in tal modo li cavalli à se, che se ne innamoravano grandemente. Ne era però di tal sorte bella, che i cavalli, & le cavalle, ne devesseno divenire amasij, & che per questo devesseno far le pazzie, come facevano quando erano avanti à quella, coi non voler passar più oltra, zappar la terra, & annitrire fortemente, & spesso. Ma questo accadeva forse perche era l’Hippomane nella statua nascosto, & gli faceva innamorare. Il quale vogliano ancora alcuni che non solamente si truovi nel fronte del cavallo quando nasce, ma etiandio attaccato à i lombi, & alli genitali ancora. E dicano che per benignità di Dio la cavalla è costretta à divorarlo subito che ha partorito, per nasconderlo nella spetie de’ cavalli, & per conservatione di detta spetie.