Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 3

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Cap. 3. del modo d'insegnare il caragolo, over lumaca al polledro, & ad altro cavallo, & che effetti faccia.


Continuato, che havrete il vostro poledro nelle rote dette di sopra tanto che connosciate, che ci vadi bene di trotto, & di poi di haverli posto il suo freno, over canone, che se gli conviene; & che si è cavalcato con esso per venti volte devete pian piano dal roteggiar largo ridurlo allo stretto; di passo però prima & poi di trotto. Et ristretto che siate quasi ad una canna di larghezza, mutar mano; & allargarsi pur à poco à poco, fin che venete alla larghezza nella quale cominciaste à restringervi; & sulla medesima mano vi aviarete per dritto nell’altro caragolo; nel quale andarete ristringendo con l’ordine istesso, che faceste nell’altro; & di poi ripigliando à man dritta andarete allargandovi; & andarete per l’istessa via à restringersi nell’altro caragolo. Et in questo modo continuarete la vostra lettione fin tanto che vi paia à bastanza. Di poi andarete à parare (fermato però che havrete prima un poco il cavallo nel mezzo del caragolo) di dritto in dritto. Et pur fermatovi [p. 62v modifica]alquanto in quella rota piccola, lo girarete due ò tre volte per mano; finendo in quella mano, che più vi pare, che habbi bisogno il cavallo. Et di poi vi aviarete di passo pure nel principio, per lo repelone, che voi vedrete in disegno, fin all’altra rota piccola; & accennando di volerlo parare, lo caccerete innanzi due passi, à pigliar pur di passo la mezza volta; & in questo lo trattenerete un pezzo da una rota all’altra; & da una ad un’altra mano girandolo nè capi del repelone; nel quale anco lo potrete trottare da otto, à dieci volte con l’ordine medesimo, che havete fatto di passo. Ma nel trotto vorrei che sempre, come sete giunto alle rote, lo finiste di parare; & subito rimettendolo innanzi pur di trotto li pigliaste la mezza volta, et finendo su quella mano, che più vi pare; ve n’andaste à pararlo del tutto, & di poi à dismontare. Questo modo di ammaestrar ogni cavallo io dimando il caragolo, over lumaca, perche tiene il modo dell’uno, e dell’altra, lasciando però di fuori le uscite del parare; e i repeloni. Et che sia vero, & acciò che meglio intendiate ogni cosa ve ne dò l’essempio in disegno, & è questo.

L'utile che da sì fatto maneggio deriva, è grandissimo, nel vero, & è molto maggiore di quello, che delle rote havemo detto di sopra. Perche fa tutto quello, che fanno quelle; e di più riduce il cavallo con più facilità al segno; & in assai manco tempo, & con più gratia nel raddoppiare, & al maneggio [p. 63r modifica]de’ repeloni, oltra che fa anco più bella vista. Che non si pò negare già che dal roteggiar largo prima, & poi venendo in questo modo ristringendosi il cavallo sì di passo come di trotto, over galoppo furiosetto & piano; & tanto restringendosi, che venghi quasi à perdersi nel mezzo, & fine del caragolo gl’occhi de’ circostanti non siano presi da maravigliosa bellezza, & diletto di tal maneggio? & che non se ne innamorino? Il qual artificio certo, & senza dubbio alcuno, dimostra facilità, scioltezza, leggerezza, animo buono, fortezza, & obidienza grande nel cavallo & maestria assai, & più ordine nel cavalliero, & riduce il cavallo al termine d’ogn’altra sorte di maneggio, che le rote suddette da per se non possono fare, come à chi ben considera, & se è cosa chiara, & assai manifesta senza ch’io più mi dilati in voler provare: eccetto in dir questo ancora, che senza le due, ò tre rote si può fare ogni cavallo facilmente, ma senza questo con assai maggior difficoltà. Il qual ancora, chi ben pon mente si truova, che non così espresso, pur implicato nell’insegnar del raddoppiare terra terra al cavallo. Per questo medesimamente io essorterei il cavalliero, che tutti i cavalli essercitasse più in questo, che in tutti gli altri maneggi: sì per le ragion suddette, come anco per allenargli, & fargli obedienti, & per ogn’altro buon rispetto, che non accade al presente dire.