Il cavallarizzo/Libro 2/Capitolo 36

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Cap. 36. Morso per cavallo, che va molto sotto, & incapucciato.


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er più cause aviene che il cavallo va accappucciato, & sotto, l’una delle quali è quando ha il capo grosso più del devere, il collo curto over lungo, & pieno più, che alla proportione sua non si conviene, & lo ha posto in basso; & anco quand’egli è con tutte queste parti insieme, basso dinanzi assai. Perche anco che il cavallo debba essere ragionevolmente alquanto più basso dinanzi, che di dietro, per esser più destro, e presto; al contrario del mulo, e dell’altre bestie da soma, le quali per il someggiare, & sopportar meglio il peso sulle spalle, deveno essere più alte dinanzi, nondimeno quando tal bassezza è di soverchio, fa (oltra à gl’altri cattivi effetti) ancor quello, di farlo andare accappucciato: al qual vitio di natura non è rimedio che possi rilevarlo al segno giusto, & à quella leggerezza di testa, che si conviene. Ma se haverà tal diffetto per cattiva creanza, ò per morso non bene inteso, gli potete usare l’imboccadura [p. 84v modifica]del morso conviene alla qualità della sua bocca ma però con guardie dritte, overamente assai fiacche, alte d’occhio; e che il morso in se tutto sia più leggiero, che sia possibile, & il barbazzale sia ad esse; ben tondo & sottile. Io non usarei cerchio di ferro nel sottogola della testiera, perche à me non pare che rilevi, se ben fa porgere il muso alquanto più in fuora: L’userei sì à cavallo, che havesse il collo galengo, over troppo inarcato appresso al cerro, & alle orecchie, & che fosse di che sorte di garze si volesse. Ho usat’io per rilevare, & far porgere il muso in fuora, una palla coperta di corame; ò di velluto posta al sottogola del cavallo, & ho trovato che giova assai. Perche empie il vacuo delle garze, & fa che il cavallo non s’armi appettandosi: la qual palla non è di brutta vista, quando è, massime con un fiocco lungo un palmo, che penda all’ingiù tra’l collo, & il muso del cavallo. Giova ancora molto à cavalli, che vanno incappucciati, & appettati, il portargli la man della briglia più alta del consueto; & il consueto è, fin all’arcione, e di volta in volta andarlo castigando d’un poco di suffrenata. Il che gioverà anco à cavallo, che oltra tai diffetti, s’appoggiassi, & tirassi la mano più del devere.