La caccia di Diana/Canto XVII

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Canto XVII

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Rimaser queste adunque quivi, e quando
     Più non poteron Dïana vedere,
     Chinaron gli occhi tacite aspettando.
Poi la Donna gentile, che a sedere
     Già s’era posta, si dirizzò, e loro, 5
     Così farete, disse, al mio parere:
Chiamando in voce prima l’aiutorio
     Di Venus santa Dea, madre d’Amore,
     E coronata ciascuna d’alloro
Sacrificio faremo al suo onore 10
     Della presente preda lietamente,
     Sìcchè s’accresca in noi il suo valore.
A tutte piacque; onde liberamente,
     Acceso il foco nella preda, a dire
     Cominciar tutte assai devotamente: 15
O santa Dea, poich’è nostro disire,
     Per la virtù del nostro sacrificio,
     Non isdegnar le nostre voci udire,

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Ma pïetosa al tuo giocondo officio
     Per merito de’ nostri preghi umili 20
     Ricevi noi e per tuo beneficio
Caccia de’ petti nostri i pensier vili,
     E per la tua virtù fa’ eccellenti
     Gli animi nostri, e’ cor larghi e gentili.
Deh fa sentire a noi quanto piacenti 25
     Sieno gli effetti tuoi, e facci ancora,
     Alcuno amando, gli animi contenti.
Così pregando, non fer gran dimora,
     Che una chiara e bella nuvoletta
     Venendo si fermò sovr’esse allora; 30
Sopra la quale ignuda giovinetta
     Apparve lor dicendo: i’ son colei
     Da cui, pregando voi, ciascuna aspetta
Grazia, e prometto a voi, per gli alti Dei
     Che ciascheduna avrà l’ addimandata, 35
     Ch’è degna di seguire i passi miei.
E poi, verso del foco rivoltata,
     Non so che disse: se non che di fuori
     Ciascuna fiera che v’era infiammata,
Mutata in forma d’uom, di quelli ardori 40
     Usciva giovinetto gaio e bello,
     Tutti correndo sopra ’l verde e’ fiori;
E tutti entravan dentro al fiumicello,
     E, quindi uscendo ciascun, d’un vermiglio
     E nobil drappo si facean mantello, 45
Ciascuno era fresco come un giglio.
     A cui Venus rivolta disse: state
     Per mio comando e per util consiglio

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Suggetti a queste donne, e loro amate,
     Fin che meriterete aver vittoria 50
     Del vostro affanno insieme con pietate.
E questo detto, al ciel della sua gloria
     Veloce sen volò, lasciando a’ petti
     Di tutti segno d’eterna memoria:
Nel verde prato diversi diletti 55
     Alcun prendieno, e sospirando alconi
     Givan cogliendo diversi fioretti,
Tutti aspettando li promessi doni.

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