La Cicceide legittima/I/LXXXIV

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Sonetti

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D. Ciccio ammesso nella Corte d’Astrea.

lxxxiv.
P
Ortando in man certo suo Voto impresso

     D. Ciccio, andò per essere introdotto
     Nella regia d’Astrea con gl’altri anch’esso
     4Tamquam Juris perito esimio, e dotto;
Ma perchè si sentì più d’un rimbrotto
     Fra i primi del giuridico congresso,
     E’l portinajo stesso in quel ridotto
     8Con un baston gli contendea l’ingresso,
Sorta la Dea dalla real sua Sede
     Così lor favellò = Non sia conteso
     11Il passaggio a costui, che’l merta, e ’l chiede:
Poi ch’egli almen vi servirà nel peso
     Delle ragioni altrui; già che si vede.
     14Ch’ha la fisonomia d’un contrapeso.