La Cicceide legittima/II/XLVIII

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Sonetti

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D. Ciccio ha venduto un Orto per farsi un abito di Scorruccio.
Al Sig. Picotti.

xlviii.
C
Urzio, quel miserabil Giardinetto,

     Ch’al povero D. Ciccio era restato
     Nell’asse ultimamente ereditato
     4Del defonto suo Zio D. Benedetto,
Venendo al fin per tal cagione astretto
     A vestirsi di brun, l’ha contrattato,
     E col denar ritrattone hà comprato
     8Ventisei braccia di Cottone in Ghetto.
Or più nulla non ha, poichè quell’Orto
     Tu sai, ch’egli era l’unico fra quante
     11Cose gli diè l’eredità del morto;
Quindi ancor egli omai per suo conforto
     Potrà dir col filosofo Biante:
     14Tutto, quant’ho di ben, meco mel porto.