La IV Ecloga di Virgilio

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latino

Publio Virgilio Marone I secolo a.C. 1892 Mario Rapisardi Indice:Opere di Mario Rapisardi 5.djvu poesie letteratura La IV Ecloga di Virgilio Intestazione 8 gennaio 2013 100% poesie

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LA IV ECLOGA DI VIRGILIO


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Sicule Muse, alziam lo stile alquanto:
     Non piacciono arboscelli e tamerici
     Umili a tutti; se cantiam le selve,
     Sien d’un Console degne anco le selve.
5L’ultima età del cumeo carme appressa:
     Ecco, un grande rinasce ordin di tempi;
     Già ritorna la Vergine, ritorna
     Insiem con essa di Saturno il regno;
     E dal ciel nova stirpe alto discende.
     10Tu, al nascente fanciullo, onde avrà fine
     La ferrea gente e una progenie d’oro
     Per tutto il mondo sorgerà, sorridi.
     Casta Lucina: Apollo tuo già regna.
     E nel tuo consolato, o Pollione,
     15Principíar la bella età vedrai,

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Ed avanzar dei grandi mesi il giro.
     Te duce, l’orme delle colpe nostre,
     S’altra ne resti, andran disperse, e fia
     Dal perpetuo timor libero il mondo.
20Vita divina Egli vivrà; co’ numi
     Vedrà misti gli eroi; sarà da loro
     Veduto anch’egli, e l’universo in pace
     Governerà con le virtù paterne.
A Te, fanciullo, effonderà la terra
     25Spontaneamente i suoi piccioli doni:
     Erranti edere e nardo e in un commista
     La colocasia col ridente acanto.
     Riporteran le capre al noto ovile
     Da sè le mamme turgide di latte;
     30Nè più gli armenti tremeran gl’immani
     Leoni. A te germoglierà la culla
     Fiori soavi; periran le serpi,
     Morran le velenose erbe fallaci,
     Ed ovvio nascerà l’assirio amomo.
     35Ma non appena degli eroi la lode
     E del padre potrai legger le geste
     Ed imparar che sia virtù, di molli
     Spiche biondeggeranno a poco a poco
     I campi; tra’ selvatici spineti
     40Purpurea penderà l’uva, e le dure
     Roveri suderan roridi mieli.

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     Pochi vestigj dell’antico errore
     Resteran tuttavia, che su le navi
     A tentar Teti, che a murar castella,
     45Che ad aprir ne indurran solchi alla terra.
     Un altro Tifi allor sarà; nov’Argo
     Porterà fior di novi eroi; saranno
     Altre guerre pugnate, e novamente
     Fia contr’Ilio mandato un grande Achille.
     50Ma poi che gli anni saldi uom t’avran fatto,
     Dal mare il nauta cesserà; di merci
     Non faran cambio i naviganti pini:
     Chè tutto porgerà la terra a tutti.
     Il suol non patirà rastri, non falci
     55La vigna; i bovi scioglierà dal giogo
     Il robusto arator; non più la lana
     Imparerà a mentir varj colori,
     Quando l’ariete a’ prati or di soave
     Rosso murice avrà naturalmente
     60Diversi i velli ora di croco, e l’ostro
     Spontaneo vestirà l’agne pascenti.
«Tal secolo affrettate» in armonia
     Con l’inconcussa volontà dei Fati
     Disser le Parche a’ roteanti fusi.
65Avvicinati dunque, omai n’è tempo,
     A’ gloriosi onori, o tu di numi
     Cara prole e di Giove alto incremento!

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     Mira, al convesso peso il mondo trema,
     E la terra e il mar vasto e il ciel profondo;
     70Mira, già tutto all’età nova esulta!
     Deh, tanto a me di vita ancora avanzi,
     Tanto d’ingegno avanzi a me, che basti
     A dir l’opere tue! Me non il trace
     Orfeo, non Lino vincerà nel canto,
     75Dove pure ad Orfeo Calliope madre,
     E a Lino accorra il suo bel padre Apollo.
     Se Pan, giudice Arcadia, a me contrasti,
     Pan si dirà, giudice Arcadia, vinto.
Su, pargoletto, a ravvisar comincia
     80Dal sorriso la madre: a lei ben dieci
     Mesi recâr lunghi travagli; or via,
     Pargoletto, incomincia: a chi sorriso
     Di parenti non ha, non son le mense
     Di Dio, nè i letti d’una dea concessi.