La zecca di Scio/Introduzione

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Dopo una guerra di venti e più anni avendo nel 1815 l’Europa riacquistata quella tanto sospirata pace, subito cominciossi a sviluppare l’amore per gli studi storici, ed in conseguenza anche quello per la numismatica, soprattutto per quella parte che spetta al medio evo, perchè campo nel quale assai eravi ancora a mietere.

È bensì vero che sopra le monete a quest’epoca appartenenti molte opere già esistevano pubblicate sin dallo scorso secolo, ma nulla ancora si aveva per quelle coniate in Oriente dai Latini in seguito alla prima crociata.

Ora di esse il primo che di proposito trattò fu il Marchant colle lettere settima e ventesima inserte ne’ suoi Mélanges de numismatique et d’histoire impressi nel 1817 e 1818; in seguito abbiamo molti articoli nelle pubblicazioni periodiche destinate a questo ramo di erudizione ed uscite di Francia, Germania, Inghilterra e Russia, ma soprattutto sono pregievoli le opere speciali del Saulcy col titolo La numismatique des Croizades e Die Munzen des Johanniter - Ordens auf Rhodus del Friedländer.

Questi lavori però, puossi dire, sono fatti esclusivamente per illustrare le monete dei crociati francesi, ma se si eccettuano alcune poche pubblicate dal prelodato Friedländer, dal Köhne, [p. 4 modifica]dal Lazari e dal Cumano1, rimangono ancora inedite quelle che coniarono in Levante gli Italiani, e che preziose conservansi sia nelle pubbliche che nelle private collezioni, fra le quali certamente in questa parte primeggiano quelle di S. M. in Torino e del signor Paolo Lambros dotto e solerte numismatico in Atene.

Tentando noi ora di riempiere almeno in parte questa importante lacuna della nostra numismatica colla illustrazione della zecca aperta da cittadini genovesi in Scio, a lui dobbiamo specialmente ringraziamenti, avendo gentilmente messo a nostra disposizione quanto possiede che a quest’isola può spettare. Così dobbiamo esternare la nostra riconoscenza ai signori Morel-Fatio di Parigi, Avvocato Gaetano Avignone e Luigi Franchini di Genova, P. Pellegrino Tonini di Firenze e Carlo Kunz di Venezia, che vollero favorirci i calchi o disegni di quelle monete da essi possedute e che ci mancavano, e con piacere noteremo che quasi tutte quelle che pubblichiamo furono da quest’ultimo mirabilmente disegnate ed incise su pietra.

Ciò premesso, prima di addivenire alla descrizione di questa curiosa serie di monete, crediamo opportuno di dare una breve notizia degli avvenimenti di Scio dal decimo secondo secolo sino alla sua caduta nelle mani dei Turchi nel 1566.

Note

  1. Il Friedländer illustrò un numero di monete dei Gattilusio nel Tomo I del Beiträgt zur älteren Munzkunde, e fu il primo il quale, pubblicando nei Numismata inedita, Berolini 1840, due monete di Scio, seppe darne la vera attribuzione.
    Il Köhne ne pubblicò di detta famiglia nel Tomo III delle Mémoires de la Société d’Archéologie et de Numismatique de St-Pétersbourg.
    Il Lazari ci diede le ossidionali di Candia e di Cipro, e due crazie di quest’ultima isola nelle Monete dei possedimenti veneziani di oltremare e di terraferma.
    Il Cumano una dei Zaccaria di Scio con apposita dissertazione pubblicò col titolo d’Illustrazione d’una moneta argentea di Scio sul disegno del Matapane di Venezia.