Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 10

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Capitolo 10

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 9 Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 11 IncludiIntestazione 23 gennaio 2010 50% Biografie

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Cap. X. De’ bassi e de’ mezzi rilievi, la difficultà del fargli, et in che consista il condurgli a perfezzione.

Quelle figure che gli scultori chiamano mezzi rilievi furono trovate già dagli antichi per fare istorie da adornare le mura piane, e se ne servirono ne’ teatri e negl’archi per le vittorie; perché volendole fare tutte tonde, non le potevano situare, se non facevano prima una stanza o vero una piazza che fusse piana. Il che volendo sfuggire, trovarono una specie che mezzo rilievo nominarono, et è da noi così chiamato ancora: il quale, a similitudine d’una pittura, dimostra prima l’intero delle figure principali, o mezze tonde, o più come sono; e le seconde occupate dalle prime, e le terze dalle seconde, in quella stessa maniera che appariscono le persone vive quando elle sono ragunate e ristrette insieme. In questa specie di mezzo rilievo, per la diminuzione dell’occhio, si fanno l’ultime figure di quello basse, come alcune teste bassissime, e così i casamenti et i paesi, che sono l’ultima cosa. Questa specie di mezzi rilievi da nessuno è mai stata meglio né con più osservanza fatta, né più proporziona[ta]mente diminuita o allontanata le sue figure l’una dall’altra, che dagli antichi. Come quelli che, imitatori del vero et ingegnosi, non hanno mai fatto le figure in tali storie che abbino piano, che scorti o fugga, ma l’hanno fatte co’ proprii piedi che posino su la cornice di sotto: dove alcuni de’ nostri moderni, animosi più del dovere, hanno fatto nelle storie loro di mezzo rilievo posare le prime figure nel piano che è di basso rilievo e sfugge, e le figure di mezzo sul medesimo, in modo che stando così non posano i piedi con quella sodezza che naturalmente doverebbono; laonde spesse volte si vede le punte de’ piè di quelle figure che voltano il di dietro, toccarsi gli stinchi delle gambe, per lo scorto che è violento. E di tali cose se ne vede in molte opere moderne, et ancora nelle porte di S. Giovanni et in più luoghi di quella età. E per questo i mezzi rilievi che hanno questa proprietà sono falsi: perché, se la metà della figura si cava fuor del sasso, avendone a fare altre dopo quelle prime, vogliono avere regola dello sfuggire e diminuire, e co’ piedi in piano, che sia più innanzi il piano che i piedi, come fa l’occhio e la regola nelle cose dipinte; e conviene che elle si abbassino di mano in mano a proporzione, tanto che venghino a rilievo stiacciato e basso; e per questa unione che in ciò bisogna, è difficile dar loro perfezzione e condurgli; atteso che nel rilievo ci vanno scorti di piedi e di teste, ch’è necessario avere grandissimo disegno a volere in ciò mostrare il valore dello artefice. E [a] tanta perfezzione si recano in questo grado le cose lavorate di terra e di cera, quanto quelle di bronzo e di marmo. Per che in tutte l’opere che aranno le parti ch’io dico, saranno i mezzi rilievi tenuti bellissimi e dagli artefici intendenti sommamente lodati. La seconda specie, che bassi rilievi si chiamano, sono di manco rilievo assai ch’il mezzo, e si dimostrano almeno per la metà di quegli che noi chiamiamo mezzo rilievo; e in questi si può con ragione fare il piano, i casamenti, le prospettive, le scale, et i paesi: come veggiamo ne’ pergami di bronzo in S. Lorenzo di Firenze et in tutti i bassi rilievi di Donato, il quale in questa professione lavorò veramente cose divine con grandissima osservazione. E questi si rendono a l’occhio facili e senza errori o barbarismi, perché non sportano tanto in fuori che possino dare causa di errori o di biasimo. La terza specie si chiamano bassi e stiacciati rilievi; i quali non hanno altro in sé, che ’l disegno della figura con ammaccato e stiacciato rilievo. Sono difficili assai, atteso che e’ ci bisogna disegno grande e invenzione, avvenga che questi sono faticosi a dargli grazia per amor de’ contorni; et in questo genere ancora Donato lavorò meglio d’ogni artefice con arte, disegno et invenzione. Di questa sorte se n’è visto ne’ vasi antichi aretini assai figure, maschere, et altre storie antiche, e similmente ne’ cammei antichi, e nei conii da stampare le cose di bronzo per le medaglie, e similmente nelle monete. E questo fecero, perché, se fossero state troppo di rilievo, non arebbono potuto coniarle, ch’al colpo del martello non sarebbono venute l’impronte, dovendosi imprimere i conii nella materia gittata, la quale, quando è bassa, dura poca fatica a riempire i cavi del conio. Di questa arte vediamo oggi molti artefici moderni che l’hanno fatta divinissimamente, e più che essi antichi, come si dirà nelle vite loro pienamente. Imperò chi conoscerà ne’ mezzi rilievi la perfezzione delle figure fatte diminuire con osservazione, e ne’ bassi la bontà del disegno per le prospettive et altre invenzioni, e nelli stiacciati la nettezza, la pulitezza, e la bella forma delle figure che vi si fanno, gli farà eccellentemente per queste parti tenere o lodevoli o biasimevoli, et insegnerà conoscerli altrui.