Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 5

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Capitolo 5

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 4 Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 6 IncludiIntestazione 23 gennaio 2010 50% Biografie

Capitolo 4 Capitolo 6


Cap. V. Come di tartari e di colature d’acqua si conducono le fontane rustiche, e come nello stucco si murano le telline e le colature delle pietre cotte.

Sì come le fontane che nei loro palazzi, giardini et altri luoghi fecero gl’antichi, furono di diverse maniere, - cioè alcune isolate con tazze e vasi d’altre sorti, altre allato alle mura con nicchie, maschere o figure et ornamenti di cose maritime, altre poi per uso delle stufe più semplici e pulite, et altre, finalmente, simili alle salvatiche fonti che naturalmente surgono nei boschi - così parimente sono di diverse sorti quelle che hanno fatto e ’l fanno tuttavia i moderni; i quali, variandole sempre, hanno alle invenzioni degli antichi aggiunto componimenti di opera toscana, coperti di colature d’acqua pietrificate, che pendono a guisa di radicioni, fatti col tempo d’alcune congelazioni d’esse acque ne’ luoghi dove elle son crude e grosse: come non solo a Tigoli, dove il fiume Teverone petrifica i rami degl’alberi et ogni altra cosa che se gli pone inanzi, facendone di queste gromme e tartari; ma ancora al lago di Piè di Lupo che le fa grandissime, et in Toscana al fiume d’Elsa, l’acqua del quale le fa in modo chiare, che paiono di marmi, di vitrioli e d’allumi. Ma bellissime e bizzarre sopra tutte l’altre si sono trovate dietro Monte Morello pure in Toscana, vicino otto miglia a Fiorenza. E di questa sorte ha fatti fare il duca Cosimo nel suo giardino dell’Olmo a Castello gli ornamenti rustici delle fontane fatte dal Tribolo scultore. Queste, levate donde la natura l’ha prodotte, si vanno accomodando nell’opera che altri vuol fare con spranghe di ferro, con rami impiombati, o in altra maniera, e s’innestano nelle pietre in modo che sospesi pendino; e, murando quelli addosso all’opera toscana, si fa che essa in qualche parte si veggia. Accommodando poi fra essi canne di piombo ascose, e spartiti per quelle i buchi, versano zampilli d’acque, quando si volta una chiave ch’è nel principio di detta cannella; e così si fanno condotti d’acque e diversi zampilli, dove poi l’acqua piove per le colature di questi tartari, e colando fa dolcezza nell’udire e bellezza nel vedere. Se ne fa ancora d’un’altra specie di grotte, più rusticamente composte, contrafacendo le fonti alla salvatica in questa maniera. Pigliansi sassi spugnosi, e, commessi che sono insieme, si fa nascervi erbe sopra, le quali, con ordine che paia disordine e salvatico, si rendon molto naturali e più vere. Altri ne fanno di stucco più pulite e lisce, nelle quali mescolano l’uno e l’altro, e mentre quello è fresco mettono fra esso per fregi e spartimenti gongole, telline, chiocciole maritime, tartarughe, e nicchi grandi e piccoli, chi a ritto e chi a rovescio. E di questi fanno vasi e festoni, in che cotali telline figurano le foglie, et altre chiocciole, e i nicchi fanno le frutte; e scorze di testuggini d’acqua vi si pone, come si vede alla vigna che fece fare papa Clemente Settimo quando era cardinale, a piè di Monte Mario per consiglio di Giovanni da Udine. Così si fa ancora in diversi colori un musaico rustico e molto bello, pigliando piccoli pezzi di colature di mattoni, disfatti e troppo cotti nella fornace, et altri pezzi di colature di vetri, che vengono fatte quando pel troppo fuoco scoppiano le padelle de’ vetri nella fornace; si fa, dico, murando i detti pezzi, fermandogli nello stucco, come s’è detto di sopra, e facendo nascere tra essi coralli et altri ceppi maritimi, i quali recano in sé grazia e bellezza grandissima. Così si fanno animali e figure, che si cuoprono di smalti in varii pezzi posti alla grossa e con le nicchie su dette; le quali sono bizzarra cosa a vederle. E di questa specie n’è a Roma fatte moderne di molte fontane, le quali hanno desto l’animo d’infiniti a essere per tal diletto vaghi di sì fatto lavoro. È oggi similmente in uso un’altra sorte d’ornamento per le fontane, rustico affatto, il quale si fa in questo modo: fatte di sotto l’ossature delle figure o d’altro che si voglia fare e coperte di calcina o di stucco, si ricuopre il difuori a guisa di musaico di pietre di marmo bianco o d’altro colore, secondo quello che si ha da fare, overo di certe piccole pietre di ghiaia di diversi colori; e queste, quando sono con diligenza lavorate, hanno lunga vita. E lo stucco con che si murano e lavorano queste cose è il medesimo che inanzi abbiamo ragionato, e per la presa fatta con essa rimangono murate. A queste tali fontane di frombole, cioè sassi di fiumi tondi e stiacciati, si fanno pavimenti murando quelli per coltello e a onde a uso d’acque, che fanno benissimo. Altri fanno alle più gentili pavimenti di terra cotta a mattoncini con varii spartimenti et invetriati a fuoco, come in vasi di terra, dipinti di varii colori e con fregi e fogliami dipinti; ma questa sorte di pavimenti più conviene alle stufe et a’ bagni che alle fonti.