Lettera al Duca di Ferrara (III)

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Sant'Ignazio di Loyola

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Sant’Ignazio di Loyola al Duca di Ferrara.



Da Roma, 1551, 23 maggio. — Dall'originale. Archivio Estense.



Jhus

Eccmo mio sigre nel S. N. Jesu Cto,

La somma gratia et amor’eterno di Christo N. S. saluti et uisiti V. E. con suoi santissimi doni et gratie spirituali. Essendomi scritto prima per li nostri, di poi etiam per Monsignor Rossetti esser la uolontà di V. E. che si mandassino alcuni de nostri per dar principio al collegio, che Iddio N. S. ha inspirato a V. E. a uolere fare in Ferrara, mando doi sacerdoti, con altri 5. o 6. scholari, [p. 7 modifica]tutti conosciuti et probati da noi, et de quali spero, quanto più si conosceranno, daranno maggior satisfattione a V. E. et si tenirà più seruita; et non solamente li sacerdoti potranno attendere ad opere pie, ma etiam alchuni delli detti scholari, il che mostrarà l’esperienza, aiutando come suole la infinita et somma bontà di N. S. Iddio; et per dar principio, ci parse questo numero bastare, massime essendo noi questi mesi tanto diuisi con uarie missioni di Sua Santità, andando inanzi l’opera, il crescere è ordinario nelle cose che piaceno al Signore, come non dubito piacerà questa, et darà a V. E. ogni dì maggior contentezza, con ueder il seruitio diuino, et aiuto di molte anime. tutti li altri di questa minima Compagnia, più di V. E. che nostra, saremo sempre paratissimi al seruitio di quella, a gloria d’Iddio N. S., a chi piaccia dare a tutti gratia di conoscere et esseguir sempre sua santissima uoluntà.

Di Roma alli 23. di maggio mdli.

D.                                        V.                                        E.


Humill. seruo nel Signor Nostro
Ignatio L.