Lettera a Galileo Galilei (20 agosto 1639)

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Benedetto Castelli

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Lettera di Padre Benedetto Castelli a Galileo Galilei (ad Arcetri), Roma 20 Agosto 1639

Molto Ill.re ed Ecc.mo Sig. e P.ron Col.mo

Mando a V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma l’inclusa scittura fatta da me in proposito della difficoltà che intravviene di macinare nei molini che sono sopra il fosso dell’emissario del lago di Perugia; nella quale scrittura ho ancora promosso l’orinale a contemplare l’abbassamento del lago, cagionato dalla sublimazione che fa il calore del sole, massime in tempi estivi, intorno al quale particolare mi si è scoperto un largo campo di filosofare, e vado distendendo qualche cosetta, per quanto comporta la mia debolezza. Se mi succederà di fare cosa che mi para degna d’essere vista, ne darò prima parte a V. S. Ecc.ma. Intanto, forsi per l’ordinario che viene, li manderò la copia di una lettera, nella quale dichiaro un particolare, anzi il punto principale, del mio trattato Della misura dell’acque correnti, e credo che ella haverà gusto; non perchè habbia bisogno appresso di lei di dichiararmi meglio, ma perchè sentirà un modo assai stravagante che ho ritrovato per rappresentare a qualsivoglia cervello il mio pensiero. In tanto li fo riverenza assicurandola che li sono quel servitore di sempre.

Di V. S. molto Ill.re ed Ecc.ma
Devotiss.mo ed Oblig.mo Ser.re e Dis.lo

D. BENEDETTO CASTELLI