Libretto personale Regio Esercito Italiano/Vitto e bevande

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Vitto e bevande

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Il nutrimento ripara al dispendio delle nostre forze; ma, se eccessiva, le paralizza.

La sobrietà, che è sempre una virtù, è indispensabile per la salute, specialmente in guerra.

La razione che si dà al soldato corrisponde al consumo del suo organismo; ogni cosa di più che egli prenda per soddisfare la golosità e i bisogni non reali, costituisce un pericolo, o peggio un danno.

Il soldato si astenga perciò dall’acquistare alimenti qualsiansi dai venditori ambulanti, specialmente scatole di cibi in conserva, salumi, formaggi e commestibili consimili; ed in ogni caso, prima di acquistare qualche vivanda, osservi bene come è custodita, astenendosene, quando si avveda che non sia protetta dalle mosche le mosche sono frequentemente il veicolo di gravi malattie infettive, di quelle particolarmente che possono infierire tra le truppe.

Eviti sempre di mangiare verdure crude, se non dopo averle ripetutamente e scrupolosamente lavate con acqua da bere. Si guardi non meno dal mangiare frutta acerbe; esse sono sempre causa di diarrea, e se mangerà frutta matura, sappia limitarsi nella quantità, le sbucci sempre con le mani pulite, e le lavi accuratamente con l’acqua da bere.

Protegga dalle mosche il suo pane ed ogni cibo che deve consumare, nonchè la sua gavetta.

La pulizia della gavetta, della tazza, della borraccia, dovrà sempre essere fatta scrupolosamente; tali oggetti non dovranno mai essere sciacquati con altra acqua che non sia quella da bere.

Rifugga poi in modo assoluto dall’uso di bevande spiritose, com l’acquavite e tutti gli altri liquori, che sono vero veleno, veleno tanto più potente quanto maggiore è la quantità di alcool che tali bevande contengono.

Si ricordi che la bevanda migliore e che meglio disseta e ripara le perdite del nostro corpo è pur sempre l’acqua pura, ma beva esclusivamente quella che gli si distribuisce o che gli si permette, tanto più quando si ritenga necessario dalle Autorità superiori la filtrazione dell’acqua o l’ebollizione o la sterilizzazione di essa con sostanze medicamentose.

Se vorrà renderla più gradevole, potrà correggerla con succo di limone, con caffè, con thè, con aceto o con sciroppi aciduli di limone, lampone od altri simili, della cui bontà egli sia però ben sicuro.

Non mangi e non beva mai nulla di ciò che potrebbe trovare abbandonato dal nemico; e prima di usare l’acqua delle località dove arriva, lasci che i suoi superiori ne accertino la bontà.