Non più illusioni (Carpi)/3

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Indirizzo del movimento italiano, e uomini che lo dirigono nella media Italia

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Indirizzo del movimento italiano, e uomini che lo dirigono nella media Italia
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Nelle grandi rivoluzioni politico-sociali l’indole, i costumi, le tendenze e le aspirazioni dei popoli s’identificano in grandi individualità, per prendere forme distinte, svilupparsi ed attuarsi nei rinnovamenti organici delle società. Dove questo fenomeno non si produce in tutto il suo splendore, i migliori principii rimangono latenti senza un’azione effettiva ed evidente nell’esplicamento della vita dei popoli, o si traducono in conati sconsigliati ed impotenti.

Volle fortuna che, come il Genio politico d’Italia si identificava nel conte di Cavour, così i costumi, l’indole, il carattere e le opinioni dei popoli della media Italia, giacenti ai due opposti versanti degli Appennini, s’incarnassero direi quasi in due insigni statisti, dotati di qualità distinte, quali appunto si convenivano alla diversa natura del rispettivo campo di azione.

Fermo ardito risoluto Farini, nei fatti e nei consigli, oratore conciso vibrato e talvolta ardente, riformatore instancabile, carattere generoso, pronto d’ingegno e di espedienti, reciso e breve nei suoi atti; tale in tutto quale si addice per reggere ed eletrizzare popolazioni audaci, altere, di svegliato ingegno, e solo fatte riottose dalle spire di insidiosa reazione.

Calmo, profondo, forbito, Ricasoli, mite nelle forme e nelle parole, oratore sensato e diffuso, civilizzatore per eccellenza, carattere espansivo ed insinuante sotto cui traspare morale spartana e fermezza di proposito; quale appunto si conviene per governare una popolazione educata nelle accademie, generosa, ragionatrice, colta e civile. [p. 10 modifica]

Questi sono gli uomini eminenti fatti per completarsi a vicenda, cui toccò in sorte l’ardua missione di unificare l’Italia centrale alla Monarchia di Savoia, e per vero dire ambi tendono energicamente, sebbene talvolta con diversi mezzi, all’altissima meta, e nessun screzio sarebbe nemmeno avvenuto fra di essi nella questione della Reggenza, qualora non gli avesse divisi gli Appennini. Non curo le ombre che non servono infine che a far risaltare i lineamenti degli uomini virtuosi. La storia imparziale dirà poi a suo tempo a chi sia da attribuirsi se l’enimma della reggenza si risolse in un innocente Mito!