Notizie sulla Guerra della Indipendenza d'Italia (Monitore Toscano)/Proclama 3 maggio 1859 (Napoleone III)

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Napoleone III di Francia

Proclama 3 maggio 1859 ../Ordine del giorno 29 aprile 1859 (Cialdini) ../Ordine del giorno 10 maggio 1859 (Annibaldi Biscossi) IncludiIntestazione 20 maggio 2011 100% Storia

Ordine del giorno 29 aprile 1859 (Cialdini) Ordine del giorno 10 maggio 1859 (Annibaldi Biscossi)

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N. IV.
Monit. N. 107

L’Imperatore al Popolo Francese

Proclama. – Francesi! – L’Austria facendo entrare il suo esercito nel territorio del Re di Sardegna, nostro alleato, ci dichiara la guerra. Essa viola così i trattati, la giustizia, e minaccia le nostre frontiere.

« Tutte le grandi potenze hanno protestato contro quest’aggressione.

« Il Piemonte avendo accettato le condizioni che dovevano assicurare la pace, si domanda quale possa essere la ragione di questa subitanea invasione: gli è che l’Austria ha condotto le cose a tal estremità, che bisogna che ella domini fino alle Alpi, o che l’Italia sia libera sino all’Adriatico; giacchè in questo paese, ogni angolo di terra rimasto indipendente è un pericolo pel suo potere.

« Sino a questo momento la moderazione è stata la regola della mia condotta: ora l’energia diventa il mio primo dovere. Che la Francia armi e dica risolutamente all’Europa: Io non voglio conquiste, ma voglio mantenere senza debolezza la mia politica nazionale e tradizionale; io osservo i trattati a condizione che non saranno violati contro di me; io rispetto il territorio e i diritti delle potenze neutrali, ma confesso altamente la mia simpatia per un popolo la cui storia si [p. 113 modifica]confonde con la nostra, e che geme sotto l’oppressione straniera.

« La Francia ha mostrato il suo odio contro l’anarchia; essa ha voluto darmi un potete assai forte da ridurre all’impotenza i fautori di disordine e gli uomini incorreggibili di quegli antichi partiti che veggonsi continuamente patteggiare co’ nostri nemici; ma essa non ha abdicato per questo il suo ufficio civilizzatore. I suoi alleati naturali sono sempre stati coloro che vogliono il miglioramento dell’umanità; e quando essa sguaina la spada, nol fa per dominare; ma per liberare.

« Lo scopo di questa guerra è di render l’Italia a se stessa, non di farle cangiare padrone, e noi avremo alle nostre frontiere un popolo amico, che ci dovrà la sua indipendenza.

« Noi non andiamo in Italia per fomentare il disordine nè per iscrollare (ébranler) il potere del papa, che noi abbiamo riposto sul trono; ma per sottrarlo alla pressione straniera che gravita sulla Penisola, per contribuire a fondarvi l’ordine sopra interessi leggittimi soddisfatti.

« Noi andiamo finalmente su questa classica terra, illustrata da tante vittorie, a ritrovarvi le orme dei nostri padri. Faccia Iddio che noi siamo degni di loro! [p. 114 modifica]

« Io andrò fra breve a pormi alla testa dell’esercito. Lascio in Francia l’imperatrice e mio figlio. Secondata dall’esperienza e dai lumi dell’ultimo fratello dell’Imperatore essa saprà mostrarsi all’altezza della sua missione.

« Io gli affido al valore dell’esercito che resta in Francia per vegliare sulle nostre frontiere, come per proteggere il domestico focolare; gli affido al patriottismo della guardia nazionale; gli affido finalmente a tutto il popolo che li circonderà di quell’amore e di quella devozione di cui ricevo ogni dì tante prove.

« Coraggio dunque e unione! Il nostro paese mostrerà ancora al mondo ch’esso non ha degenerato. La Provvidenza benedirà i nostri sforzi, poichè santa è agli occhi d’Iddio la causa che s’appoggia sulla giustizia, sull’umanità, sull’amor della patria e dell’indipendenza.

« Palazzo delle Tuilleries, 3 maggio 1859.

« Napoleone. ».