Osservazioni entomologiche durante l'eclisse del 9 ottobre 1847

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Antonio Villa

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OSSERVAZIONI ENTOMOLOGICHE

DURANTE

L'ECLISSE DEL 9 OTTOBRE 1847


MEMORIA


LETTA ALL'ACCADEMIA FISIO-MEDICO-STATISTICA
NELLA TORNATA DEL 9 DICEMBRE 1847


DAL SOCIO


ANTONIO VILLA


MILANO
TIPOGRAFIA DEGLI INGEGNERI
Via della Lupetta N. 9 bianco.




Estratta dal Diario ed Atti. N. 2 dell'anno 1848, dell'Accademia Fisio-Medico-Statistica di Milano


Offrendosi a Milano nella mattina del giorno 9 Ottobre di questo anno il fenomeno dell'eclisse annulare, per una bastevole durata, cioè dalle ore 7 alle 9 e 45 minuti, ho stimato opportuno approfittare dell'occasione per replicare alcune mie osservazioni entomologiche, potendo esse servire di aggiunta a quanto mi si è offerto nella straordinaria circostanza dell'eclisse totale del 1842, le cui Note da me redatte in forma di lettera, diretta al sig. Conte Nicolò Contarini di Venezia, furono dal medesimo lette alla adunanza della Sezione di Zoologia del Congresso degli Scienziati in Padova, indi da me pubblicate a Milano.

La diversità della stagione in cui occorreva il detto fenomeno era causa per cui io non potessi eseguire le mie osservazioni nel preciso modo delle antecedenti. La vegetazione dell'Ottobre non essendo più quella del Luglio, non vi hanno più le tante ombrellifere che danno ricetto a molte e variate specie di insetti, che anzi la maggior parte di questi o terminarono la loro vita, o la passano in luoghi riparati e nascosti. Pensai adunque di osservare i medesimi se non poteva nello stato libero naturale, almeno in appositi recipienti, ed in vetri la cui aria interna comunicasse coll'esterna per mezzo di tubetti.

Alcuni giorni prima del fenomeno radunai diverse specie, ma non tutte mi fu possibile conservare in vita pel processo degli sperimenti. Le Libellule, le Friganee e diversi Lepidotteri diurni (Pieris brassicæ, napi ed Edusa) andavano ogni giorno morendo, quantunque avessi avuta la precauzione di tenere disgiunti in apposite casuccie i diversi sessi, onde non avessero a soccombere troppo presto per l'accoppiamento. Anche alcuni esemplari della Mantis religiosa, raccolti già da qualche giorno sui monti della Brianza a tale scopo, perirono prima, e la sola che era rimasta in vita non trovavasi adatta alle osservazioni, essendo diffatti perita il giorno successivo all'eclisse. Non m'era possibile repristinare le perdite di queste per la distanza dalla lor patria, nè potei compiere quella dei Lepidotteri diurni per la pioggia caduta durante il giorno antecedente al fenomeno, nel quale solo potei procurarmi alla mattina e verso sera alcuni esemplari di specie notturne (della Lithosia Caniola).

Al principiare dell'eclisse pertanto, io aveva notato, che alcune delle mie specie erano già deste dal letargo notturno, e tra esse in ispeciale modo la Lina populi. Le specie lucifughe, quantunque poste in disparte in un angolo all'oscuro, esse pure erano risvegliate. Così allo oscurarsi del disco solare, le prime andavano mano mano a cadere nel primiero letargo, mentre queste ultime le mirai farsi sempre più vivaci ed irrequiete, colla differenza che gli Oniscus restarono immobili nel tempo della maggiore oscurità dell'eclisse, e non ripigliarono il loro moto che un quarto d'ora dopo, mentre i Blaps, i Tenebrio ed i Glomeris non riposarono un istante.

Quanto agli Insetti diurni, la Lina populi che era stata la prima a risvegliarsi nel mattino, si faceva ognor più vivace, poco a poco s'illetargì una mezz'ora prima del massimo dell'eclisse, e stette immobile un'ora intera; mentre la Chrysomela hottentotta, che appena erasi risvegliata all'incominciare del fenomeno, tornò subito al primiero letargo, dal quale non si riscosse che quasi al suo finire. Il Julus terrestris si comportò come la Lina populi.

I bruchi di Lepidotteri notturni che al procedere del fenomeno si mostrarono maggiormente irrequieti, si nascosero sotto le foglie nel tempo della maggiore immersione del disco solare, ove rimasero fino dopo ripristinata la luce in totalità.

La Lithosia Caniola, che alcuni giorni prima aveva veduto svolazzare alle ore 7 1/2 del mattino in questo dì non mi diede segno di movimento alcuno se non dopo la fine del fenomeno, notando pure che ne aveva collocate in due diversi recipienti, e prima dell'eclisse volli esperimentare a risvegliare artificialmente quelle in uno di essi, onde servire di confronto, ma queste pure, sia per l'effetto dell'incominciato fenomeno, sia per altra ignota causa, tornarono tosto in letargo.

Un grosso aragno (Epeira diadema) preso pure ad osservazione, non fece il minimo movimento per tutto il tempo dell'eclisse.

Cotali risultamenti parrebbero confermare, per le Lithosie e l' Aragno, le mie precedenti deduzioni fatte per l'eclisse del 1842, cioè come gli insetti i quali dovevano svegliarsi nel tempo dell'eclisse o poco prima, abbiano continuato il loro sonno sino a tempo molto inoltrato nella repristinazione della luce. Io non potei procurarmi alcuna specie di Elater per osservare l'eccezione a questa regola, che sì bene mi si era offerta nell'altra occasione.

Parrebbe pure confermato, che gli insetti già risvegliati avanti l'eclisse provino una straordinaria affezione, cadendo in seguito nel primiero letargo, in ragione della loro tenacità di vita.

In ultimo mi è sembrato scorgere dall'osservazione fatta sulle specie lucifughe un'esaltazione individuale maggiore della consueta, e per la maggiore oscurità a loro favorevole, e per l'influenza del fenomeno; ma sarebbe difficile l'assegnare la causa per la quale due generi affini si comportarono diversamente, cioè che gli Oniscus, abitatori delle nostre cantine, ristettero immobili e paurosi per un quarto d'ora circa, mentre i Glomeris, abitanti sotto le pietre nelle nostre vallate montane umide ombrose, furono sempre irrequieti, al pari dei Tenebrio e dei Blaps.

Contemporaneamente alle mie osservazioni, ne feci eseguire altre nella Brianza (ove il fenomeno era più particolare che a Milano) sopra una grande quantità di imenotteri diversi, già trapassati da spilli ad uso di collezione, per le quali vengo assicurato, che risvegliati ed irrequieti al principio, si acquietarono diversamente a poco a poco e restarono immobili tutti all'epoca della maggiore scomparsa del disco solare, e che ritornarono mano mano allo stato primiero allo repristinarsi della luce.

Altre osservazioni più precise furono pure eseguite con molta accuratezza in Legnano dai sigg. fratelli Stabile, zelanti cultori delle scienze naturali, le quali essendomi state comunicate, credo opportuno di qui brevemente riportare.

Detti fratelli Stabile radunarono in appositi luoghi, ed osservarono diverse specie d'insetti alcuni giorni prima dell'eclisse per conoscere con precisione le loro abitudini di quella stagione, onde avere un termine di confronto colle ore che avrebbero avuto a risvegliarsi nella giornata d'esperimento, ed essi pure trovarono le variazioni per quelle specie la cui ora dello svegliarsi cadeva nel periodo dell'eclisse. Rimarcarono inoltre anche il variare del letargo, e la mancanza per alcune specie; cioè:

Le Chrisomele Rossia, mixta e grossa si destarono alle ore 7 minuti 10 circa, e nascondendosi sotto le foglie, dopo alcuni minuti sostarono, e non ripresero i loro movimenti che alle ore 8 1/2 circa. L' Helops chalybeus comportavasi nello stesso modo, restando immobile però fin dopo le 9, e ridestato, nascondendosi con agitazioni sempre crescenti.

Il Procrustes coriaceus, desto alle 6 1/2, si agitava di tratto in tratto fino circa alle 7 1/4, poi cadde per un quarto d'ora in un letargo tale, che anche al tocco sembrava morto, e risvegliossi alle 9 1/2 di una vivacità straordinaria.

Un' Ontomera, svegliata alle ore 7, nascondevasi sotto le foglie, e dopo 15 minuti ristette, nè riprese i movimenti che dopo un pajo d'ore.

Una Hypera nigrirostris, risvegliata alle 7 1/4, andava ed arrestavasi interrottamente, poi fermossi di tratto alle 7 1/2 e stette immobile fino alle 9.

Al contrario le Coccinelle 20 punctata e 6 pustulata, ch'io pure nell'eclisse 1842 aveva osservato mostrare una straordinaria affezione, e resistere più di tutti gli altri insetti a tante circostanze, risvegliate ora alle 7 1/4 circa, cioè prima del consueto per tale stagione, si agitavano sempre più fortemente, disponendosi al volo alle 9 1/2. Così la Lina ænea , già desta alle ore 8, prese il corso or più or meno forte, restando agitata tutto il giorno. Anche una larva di Lampyris , che già movevasi con passo uniforme alle 6 1/2, dopo un'ora si riscosse viemaggiormente sotto l'influenza del fenomeno, e dopo altra ora girava sulle foglie con un passo accelerato straordinariamente.

Osservarono pure i detti signori Stabile alcuni insetti che comportaronsi come le mie Lithosie, protraendo cioè l'ordinario letargo notturno; tali furono l' Adimonia tanaceti, che non risvegliossi che alle ore 11, 5, e la Silpha obscura che durò fino alle ore 11, 20.

Oltre questi tre modi di comportamento delle diverse specie, cioè di quelle che subirono letargo dopo risvegliati, di quelli che risvegliati prima dell'usato o giusta il solito, provarono invece una straordinaria affezione, e di quelli che protrassero per lo contrario il loro sonno notturno più del consueto, ebbero i medesimi ad osservare un andamento intermedio nell' Emus cyaneus, il quale desto alle 7, movevasi continuamente, e dopo un'ora ristette tutto ad un tratto, solo agitando di quando in quando pauroso le antenne e le zampe anteriori senza cadere in letargo, sino che alle 9 1/2 prese a correre assai velocemente e tentare la fuga, comportandosi egli presso a poco come l' Alucita che io aveva osservata paurosa nell'eclisse del 1842.

Questi risultati porterebbero alle medesime conclusioni sopra esposte, e da me già dedotte fino dall'eclisse totale passato; si avrebbe però da queste ultime osservazioni un fatto importantissimo nel Procrustes, il quale, carnivoro per eccellenza, e ritenuto volgarmente come lucifugo, si comportò assai diversamente da essi. Nella mia Memoria sugli insetti carnivori adoperati a distruggere le specie dannose alla agricoltura, e nelle relative Aggiunte, mi sono accinto a dimostrare come questa specie sia variabile di costumi a seconda delle mutate condizioni del paese ove abita, e si faccia in un luogo animale notturno, diurno altrove. Il celebre Boisgirard mostrò pure succedere questa effemeride nella Francia. Il letargo subito durante l'eclisse nel Procruste in discorso, esposto alla luce, sembra provare possedere esso una costituzione d'insetto diurno.