Pagina:A Carlo Alberto di Savoia un Italiano.djvu/3

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Signore,

Voi mi chiedete s’io consenta alla ristampa di certa mia lettera indirizzata, sul finire del 1831, al re Carlo Alberto. Ogni cosa ch’io pubblico è, il dì dopo, proprietà dei lettori, non mia; e ogni uomo può farne, nei limiti dell’onesto, quel che a lui più piaccia. Bensì, mi dorrebbe ch’altri interpretasse l’assenso siccome consiglio. Provvedete cortese a questo, e mi basta1.

Io non credo che da principe, da re o da papa possa venire oggi, nè mai, salute all’Italia. Perchè un re dia Unità e Indipendenza alla Nazione si richiedono in lui genio, energia napoleonica, e somma virtù: genio per concepire l’impresa e le condizioni della vittoria; energia, non per affrontare i pericoli che al genio sarebbero pochi e brevi, ma per rompere a un tratto le tendenze d’una vita separata da quella del popolo, i vincoli d’alleanze o di parentele, le reti diplomatiche e le influenze di consiglieri codardi o perversi: virtù per abbandonare parte almeno d’un potere fatto abitudine, dacchè non si suscita un popolo all’armi ed al sacrificio senza cancel-

  1. Ad appagare questo giustissimo desiderio abbiam creduto sufficiente, per ogni discreto lettore, il pubblicar questa lettera.