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Abramo Lincoln 57

condannava alla pena di morte le autorità civili istituite dai secessionisti sulle città ribelli, Lincoln lo destituì.

Ma non appena sentì che la Nazione era con lui, che attraverso la lunga e sanguinosa lotta il destino gli aveva aperta la sua vita, egli non esitò un istante ed il decreto di emancipazione venne, assoluto, rigido, senza restrizioni, senza possibilità di ritorni indietro, ed egli lo mantenne fino a vittoria compiuta.

Egli aveva preso su di sè tutto il peso della responsabilità e quando venne l’ora della mietitura, egli non raccolse per se che la morte.

Quando il Generale Lee si rese al Generale Grant, Lincoln era nella Virginia; egli aveva assistito alla battaglia di Petersburg e si era poi recato a visitare alcune truppe avanzate di Grant. Era il suo dovere di Commissario Generale dell’Armata di terra e di mare degli Stati Uniti.

Il 13 Aprile egli tornò a Washington.

Era ormai tempo di mettere mano alla riorganizzazione del paese.

C’era da bendare le ferite gravi fatte alla patria durante i quattro anni della guerra feroce. Bisognava ridare nel Sud l’autorità ai funzionari dello Stato, bisognava nel Nord far dimenticare il fratricida tentativo del Sud, bisognava far rientrare nel tesoro nazionale i 12 miliardi e 300 milioni di dollari spesi dalle due parti durante la guerra. Bisognava provvedere alle famiglie di un milione di uomini morti e feriti, da una parte e dall’altra nel lungo succedersi delle battaglie.