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P R I M O. 11

SCENA SECONDA.


Megilla.


L
Asso me; d’hora in hora

Veggio più chiaramente, i miei pensieri
Uscir fallaci, e farmi
Più tristo, e più dolente;
Io credei con questi habiti mentiti,
E farmi intra le Ninfe
Compagna a Clori, procacciar conforto,
Et aprirmi la strada
A le nozze bramate,
E trovar refrigerio a’ gravi ardori;
Lasciai d’Elide i campi,
Ove soavemente era cresciuto,
Venni a monti d’Arcadia,
E qui non conosciuto
A mia voglia dimoro
Sempre con esso lei,
Che sola al mondo honoro;
Ma fuor di quelle labbra uscir le voci
Ver l’amorosa fiamma
Io non sento giamai se non feroci;
In quel nobile core
Solamente è desio d’archi, e faretre;
Ama predar le selve,
Ne d’altro sente amore;
Dunque gioiosamente
I fortunati amanti
Menino l’hore appresso


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