Pagina:Alcuni opuscoli filosofici.djvu/19

Da Wikisource.
12

che abbia mai fabbricato la natura. Io dico l’occhio del Signor Galileo Galilei primo Filosofo del Serenissimo Gran Duca di Toscana, occhio tanto privilegiato, e di tanto alte prerogative dotato, che si può dire, e con verità, ch’egli abbia visto piu egli solo, che tutti gli occhi insieme degli uomini passati, ed abbia aperti quelli de’ futuri, essendo toccato in gran sorte a lui solo, fare tutti gli scoprimenti celesti ammirandi a’ secoli futuri nella via lattea, nelle stelle nebulose, ne’ Pianeti Medicei, in Saturno, in Giove, in Marte, in Venere, nella Luna, e nel Sole stesso, e però è degno d’esser eternamente conservato, com’una preziosa gemma, e tanto più, quanto ch’egli è stato ministro di quel suo maraviglioso intelletto eccitando a filosofare così altamente delle cose, ond’egli ha trapassato tutti gl’ingegni umani, i quali fin qui si sono intrigati à penetrare i più reconditi segreti della Natura; perdita veramente perniziosissima, e deploranda con lagrime universali di tutti gli occhi umani, ed in particolare dei legittimi investigatori della verità.

Secondo, può essere, che ò per l’età provetta, ò per altro accidente si sia consumata, e scemata parte dell’umor vitreo, & in tal caso, la tunica retina, sopra della quale vengono impresse l’immagini degli oggetti, sarà troppo avvicinata all’umor cristallino, e però l’immagini si faranno confuse, ed annebbiate, al qual difetto si rimedia coll’uso degli occhiali convessi piu, o meno colmi, secondo, che tale accostamento sarà maggiore, o minore.