Pagina:Alcuni opuscoli filosofici.djvu/30

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nelle scuole, Excellens sensibile corrumpit sensum. Dove io prima volentieri direi sensorium in luogo di sensum, e non ho dubbio nissuno, che fissando noi l’occhio nel Sole, dovendosi, come è dichiarato, stampare da’ vivissimi lumi del Sole la sua immagine nella tunica retina, e non facendosi questo senza la conturbazione di quelle parti componenti la detta tunica, può molto bene intravenire, che quella conturbazione fatta dalla gran forza de’ raggi solari arrivi a tale scomponimento di parti, che poi resti impossibile a farsi la restituzione alla prima forma, e così resti offeso l’occhio, ed il nostro sensorio insieme.

XVIII. Si cava parimente da’ medesimi fondamenti la vera intelligenza, e ragione di quell’altra proposizione filosofica, Sensibile supra sensorium positum non fecit sensationem; Imperocche si come quando gli oggetti fuor d’una stanza s’avvicinano assai al foro della finestra, in tal caso i loro simulacri sopra la carta si fanno sfumati, e confusi, cosi ancora posto un’oggetto vicinissimo all’occhio rende il suo simulacro sopra la retina indistinto, e però si dice, che non si fà la sensazione.

XIX. Ma se la tunica retina di qualche occhio fusse di forza, e resistenza grande all’esser conturbata, allora non si guasterebbe la vista, ne si corromperebbe il sensorio, come si racconta dell’aquila, e di qualche altro animale, i quali affissano il loro sguardo impune nello splendidissimo Sole.

XX. E di piu ancora direi, che essendo vero,