Pagina:Alcuni opuscoli filosofici.djvu/38

Da Wikisource.

31

re replicata contemplazione di questo inganno, e tutti confessarono, che mentre noi paragoniamo la Luna col Monte, & apparendoci occupare un tratto di esso stimato da noi quattro, o cinque braccia ancora la Luna veniva stimata di quella grandezza. Ma quando coperta la veduta del colle la medesima Luna era paragonata, e riferita all’ala del capello, che corrispondeva alla Luna veniva stimata tanto minore; & in ogni modo considerando quello, che operava la Luna nel nostro occhio sopra la retina impressionandola con la sua immagine, sempre ci doveva fare sopra di essa l’immagini eguali per l’appunto. Dal sudetto pensiero rimasi assai sodisfatto, e questo fintanto che comunicandolo con il mio Maestro mi fù da lui scoperto un altro inganno molto piu sottile, & artificioso, nel quale il nostro giudizio viene avviluppato, e deluso. E perche non mi dà l’animo di spiegarlo con quella felicità, che mi fù da quel grand’uomo dichiarato, come egli è solito sempre fare in tutti i suoi discorsi, ancorche difficilissimi, & intorno a materie oscure, e recondite della Natura, per tanto procurerò rappresentarlo nel miglior modo a me possibile, pregando chi legge a scusarmi, se non saprò così vivamente replicare quanto mi fù allora insegnato. Prima dunque considero, che se due oggetti ineguali saranno collocati in varie lontananze siano giudicate eguali, seguirà che ancora il giudizio intorno alle grandezze di quegli oggetti sia fallace, come per esempio, essendo il Sole secondo le piu esatte osservazioni astronomiche 17,060 vol-