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telligenza dell’Inglese. Si sono annotati1 brievemente que’ luoghi, che ne manifestano la poca esattezza, e che si accennano come un saggio su la sola prim’Egloga, lasciando, che sulle restanti tre eserciti da per se stesso il discreto Leggitore la sua giurisdizione, senza prevenzione alcuna. Tanto più, che anche que’ pochi luoghi additati nell Prima posson bastare a togliere il pregiudizio di coloro, i quali col mezzo di sì fatte traduzioni si lusingano di comprendere

Et penitus toto divisos Orbe Britannos.

Del resto Io non credo aver bisogno di Apologia per questa mia Versione avanti i Leggitor ragionevoli, i quali non ignorano, esser i fiori della Poesia di si dilicata natura, che non lascian volentieri trapiantarsi in estraneo linguaggio. Puossi bensì col mezzo d’una Versione giudicare de’ sentimenti dell’Originale; ma le particolari bellezze dell’espressioni sogliono per l’ordinario sfuggirci. In oltre è pur vero; che le prime produzioni d’una Popolazione ancor rozza, e senz’arti sono assai più facili a traslatare, che quelle d’una Nazione già resa civile, e culta. Nella prima non si porge a noi, se non se la voce del sentimento: Nella seconda il linguaggio dello studio, e della riflessio-


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  1. Fra queste Noterelle si indicheranno ancora que’ luoghi degli antichi, e spetialmente di Teocrito, e di Virgilio, che ha il Sig. Pope imitato; il che si continuerà per tutte le quattro, segnandosi con asterischi a differenza delle prime, che lo saranno in abbaco.