Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/491

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Io che daldiuino et dalbumano
aleremo deltempo era uenuto
et diFiorenza impopol iufto et fano
Diche ftupor douea eifer computo
certo traci! o elgaudio mifacea
libito non udire etftarmi muto
Et quafi peregrin cbeifi ricrea
nel tempo del Tuo uoto riguardando
et fpera già ridir comello ftea
Su perlauiua luce paiTeggiando
menaua io lioccbi perligradi
mo fu mo giù et mo recirculando
Vedea uifi a canta fuadi
dalcrui lumi fregiati et difuo rifo
et atti ornati ditutte boneftadi
Laforma generai diparadifo
già tutto mio fguardo auea comprcf»
innulla parte ancor fermato uifo
Et uolgeami conuoglia riaccefa
perdomatidar lamia donna dicofe
diche lamente mia era fofpefa
Vno intendea et altro mirifpofe
credea ueder beatrice et uidi unfene
ueftito conlegenti gloriofe
Diffufa era perlioccbi et perlegene
dibenigna lentia inailo pio
quale atenero padre ficonuene
Et oue e ella"!fubito diÌfio r3
ondebli aterminar lotuo difiro
moffe beatrice me del loco mio