Pagina:Amori (Savioli).djvu/112

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Non manca ov’ei rivolgasi
     Sull’instancabil’ali,
     Se al regno tuo soggiacciono
     Gli Dii, non che i mortali.

Che più? se al chiesto uffizio
     Altro s’oppon, si toglia;
     E a te fedel silenzio
     Guardi la muta soglia.

Col dito al labbro ei rigido
     Il passo a ciascun vieti;
     Solo l’entrar sia libero
     A miti sogni e lieti.

Figli di te vestendosi
     Di cento ombre leggiadre,
     Escan dall’uscio eburneo
     Accompagnando il padre;