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sa, se perchè Antonino Pio ricusò di rendergli il trono regale, tolto a Cosroe suo padre, o pure perchè anch’egli, al pari de’ suoi maggiori, facesse l’amore al regno dell’Armenia, dipendente dall’imperio romano. Dopo la morte di esso, Antonino dichiarò egli la guerra, sollevò quanti re e nazioni potè di là dall’Eufrate e dal Tigri contro ai Romani, e, verisimilmente sul principio, indirizzò l’armi sue addosso alla stessa Armenia. Fu conosciuto in Roma necessario lo spedire un capo di grande autorità con gagliardissime forze, per far fronte a sì potente nemico, e perchè lo stato della repubblica esigeva in Roma la presenza di Marco Aurelio, acciocchè egli accudisse anche agli altri rumori della Bretagna e della Germania; e col consenso del senato fu presa la risoluzion d’inviare in Oriente Lucio Vero Augusto. In fatti, provveduto di tutti gli uffiziali occorrenti si partì questo giovinastro principe da Roma, e fu accompagnato dal fratello Augusto sino a Capoa. Ma appena giunto a Canosa, cadde infermo. Il che inteso da Marco Aurelio, che s’era restituito a Roma, colà si portò di nuovo per visitarlo. Tornatosene poscia a Roma, compiè i voti fatti per la salute d’esso Lucio Vero nel senato. L’andata di esso Vero vien riferita all’anno presente da vari letterati. Il padre Pagi1215 la crede seguita del precedente. Riavuto egli dalla malattia, guadagnata nel viaggio coi disordini e coi piaceri, a’ quali si abbandonò, subito che si fu sottratto agli occhi del savio fratello Augusto, continuò per mare il suo viaggio. Abbiamo da Capitolino1216, e lo asserisce anche Eusebio1217, che Lucio Vero andò a Corinto e ad Atene, sempre accompagnato nella navigazione dalla musica de’ cantori e sonatori. In Atene fece de’ sagrifizii con augurii, creduti infausti dai visionarii pagani. Poscia, ripigliato il viaggio per mare, andò costeggiando l’Asia Minore, la Pamfilia e la Cilicia, fermandosi qualche giorno per tutte le città più illustri a darsi bel tempo, finchè finalmente arrivò ad Antiochia, dove fece punto fermo. Probabilmente non vi giunse se non nell’anno presente.




Anno di Cristo CLXIII. Indizione I.
SOTERO papa 2.
MARCO AURELIO imperad. 3.
LUCIO VERO imperad. 3.

Consoli

LELIANO e PASTORE.

S’è disputato finora, se il primo console sia da nominarsi Lucio Eliano, o pure Leliano. Resta indecisa la lite. Per le ragioni da me addotte altrove, inclino a crederlo Leliano; e un’iscrizione da me prodotta1218 mi ha somministrato fondamento per conghietturare, che il suo prenome e nome fossero Marco Pontio Leliano. Con esso lui si trova ancora console Quinto Mustio Prisco, che potè essere sostituito a Pastore. Un’iscrizione prodotta dal Reinesio1219, Cupero e Relando1220 ha Marco Aurelio e Lucio Eliano Consoli, iscrizione creduta da me falsa, perchè si solevano notare i consoli col cognome, e non già col solo prenome e nome. Ma essa è presa dai manuscritti del Ligorio, cioè, per quanto ho io accennato nella prefazione alla mia Raccolta, da opere non vere del Ligorio, ma accresciute o adulterate da qualche susseguente impostore, che fabbricò gran copia di antiche iscrizioni, e le spacciò sotto il nome del Ligorio, delle quali poi specialmente s’è fatto bello il Gudio. Ne’ legittimi manuscritti del Ligorio da me veduti non si trovano queste merci. Intanto gli affari di Levante male e peggio camminavano per li Romani. Per testimonianza di Dione1221,