Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/284

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Quanto al reggimento spirituale della nostra diocesi, non vogliamo defraudare il lettore d’una notizia che ci è rimasta. Essa riguarda il vicario generale del vescovo Alberto, un Giovanni Digni, oriondo sassone, il quale col suo operare si meritò l’elogio sotto notato, a terrore ed ammaestramento dei posteri. Vogliam però credere che il nostro prelato ne fosse all’oscuro, ο che la malignità dei mortali abbia troppo indebitamente aggravato il suddetto Vicario1.

Li 9 settembre di quest’anno 1390 finì di vivere il vescovo Alberto, dopo aver retta la Chiesa di Trento per lo spazio d’anni diciassette; e fu sepolto nella cattedrale di S. Vigilio in avello di marmo rosso presso l’altare di S. Massenza, nella cripta a lei dedicata. Il Capitolo, a cui per inveterata osservanza competeva la elezione del vescovo, non tardò di provvedere alla successione, allegando lo specioso motivo, che dai sacri canoni fosse stato recentemente determinato, che oltre tre mesi non dovesse restar vedova la Chiesa; ma in realtà fu per non lasciarsi prevenire dal Sommo Pontefice, il quale, con deroga per quella volta ai capitolari diritti, avea riservata a sè ed alla Santa Sede la provvisione. Indetto dunque a tale atto il giorno 29

  1. Innoc. a Prato, MSS. in vita Episc. Alberti, fol. 242.

    «Joannes Digni reus est suspendio ligni,
    Sacrilegus, nequam, viam spernens jugiter œquam,
    Malitiæ capax, Cleri lupus undique rapax;
    Sciolus et stolidus, juris professor iniquus,
    Qui confiscavit res pauperum et devoravit:
    Sancte Vigili, procul pelle hunc ab ovili!
    »