Pagina:Annali del principato ecclesiastico di Trento dal 1022 al 1540.djvu/486

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millo Zani, Girolamo Cenci e Leonardo Visintainer, assieme ai 17 custodi del castello di Ossana, scrivono al vescovo di avere colle bombarde e coi sassi respinti varii attentati dei ribelli contro il castello; essere da essi ribelli stata incendiata la canonica di Ossana. Lo supplicano di qualche soccorso di soldati e dell’invio d’un prefetto, il quale, in nome suo e dell’arciduca, regga il castello. Con lettera di questo giorno medesimo Giovanni conte di Ortenburg si duole col vescovo nostro delle avversità che lo circondano, e per le quali il serenissimo non osa chiamarlo a sè, quantunque lo brami assai. Se ciò nulla ostante egli si risolvesse di venire, lo prega ad avvisarlo, affinchè possa procurargli frattanto le lettere necessarie pel suo ritorno. Finisce esortandolo a ricondursi nella propria residenza, dove nelle circostanze spinose del momento la sua presenza potrebbe esser utile. Li 4 settembre, i luogotenenti e commissari dell’arciduca e del vescovo ammoniscono i sudditi fedeli a non atterrirsi per la venuta dei soldati nella valle di Annone; ma di accettarli di buona voglia, di somministrar loro le cose necessarie e di ajutarli a soggiogare i ribelli. Nel detto giorno Baldassare Clesio scrive al vescovo suo fratello, che era stato consegnato ai ribelli il castello di Ossana per imperizia dei custodi e per trascuranza dei signori di esso, i quali, se avessero voluto, potevano agevolmente difenderlo contro un esercito. Dopo il possesso della rocca di Ossana, essere i ribelli tornati a Caldesio, spargendo voce di voler assediare quel castello; ma i nobili signori di esso avere risposto esser pronti a respingere