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350 Delle Croniche di Trento


Dato dunque per ordine di Cesare, è del Fratello congiedo alli Boemi, Alemani, & altri, ritornorono quelli alle lor case, d’onde n’erano venuti. [Cesare ritorna in Italia.] Ritenè seco gli soli Spagnuoli, & Italiani, quali seco per la Stiria, e Carinthia, paese de Norici, e Provincie Venete condusse, quando ritornò in Italia.

[Fede, e costanza del Trentino.] Il Trentino, che col suo consiglio, liberalità, e sapere, aiutò tanto la parte Christiana, quanto alcuno altro con fatti d’arme, non si volse partire prima di sapere, che (sbandate, & fracassate, sotto gli communi auspicij di Cesare, è Ferdinando, senza osservar ordine, fuori delle lor insegne, salvo tutto l’Esercito Christiano,) le squadre Turchesche s’erano con la fuga salvate in Ponto.

Donde poi con sua gran lode vene per l’Austria, e Tirolo in in Insprugh, ove non molto poi arrivò il Re, che accompagnando l’Imperatore s’era portato fino alli confini di Carinthia.

Ritornato consultò con il Clesio, & molti altri (il cui conseglio nelle cose difficile sempre soleva dimandare) ciò che far si poteva per reprimere hoggimai la malvagità di gente cotanto bestiale, è liberare alla fine gli Christiani da continui pericoli di crudeli invasioni. Quindi il Re volendo provedere alle sue Provincie, tanto tempo travagliate, per ridurle à qualche tranquilità, è venire à conditione di pace. Concluse mandar Ambasciatori al Turco.

[Girolamo Zara Oratore.] Mentre s’andava discorrendo, è cercando soggetto habile à tal carica, fù dal Clesio proposto Girolamo Zara, per la peritia di diverse lingue, & pratica di quei paesi, che altre volte haveva viaggiati: questo fù con commissioni destinato Ambasciatore al Sulthano. Perche pareva, che gli negotij della Fede Catolica liberati delli passati pericoli, e timori, havessero qualche buona piega, e la Chiesa respirasse alquanto. Il Trentino bramoso di quiete, e di honesto riposo, ritornò da tutti desiderato, il Mese di Novembre, alla Patria, per poter ivi darsi da una vita quasi che solitaria, e privata. Spiegò subito questo suo pensiero per lettere al Re, inoltrandosi in accenargli s’haver à bastanza per il ben publico vagato, incontrato più che volontieri ogni pericolo, mai risparmiato d’esporsi per conservatione del publico à qual si voglia cimento, e fedelmente con ogni costanza essequiti gli commandi, & ordini à lui commessi. [Il Trentino brama di novo la quiete.] Venuto hora à matura età, bramare egli à pro della sua Chiesa, e cose famigliari di restarsene à case, e finalmente, il che conosceva suo dovere, ritornar al studio delle Sacre lettere, con cui si nodrisce la mente, tanto tempo inter-