Pagina:Annali overo Croniche di Trento.djvu/410

Da Wikisource.

Libro Decimoquarto. 383

sopraintendenza delle cose publiche, e private. Eran necessarie consimili vigilanze, imperoche volse, che tutta la Città s’adornasse convenientemente, con correspondenti apparati, e si ricevesse con tutti gli honori, & accoglienze possibili una si fatta Maestà.

[Congresso Provinciale in Bolgiano.] Ritornò indi, ove era stato intimato il principal Congresso, à Bolgiano, prevene la di lui venuta Sua Maestà, qual nel proprio Palazzo, in cui s’addunarono tutti gli chiamati da diverse Provincie, sovra Trono Maestoso, in poche parole spiegò la causa, per la quale era stata congregata quella Dieta. [Genio affabile, e soave del Trentino.] Ciò havendo inteso il Trentino, & conoscendo non esser cosa da facilmente potersi ottenere, quanto era dimandato, con tanta piacevolezza, humiltà, e prudenza, come huomo di natura suoave, & di genio amabile maneggiò il partito, che in publico, e numeroso congresso fù offerto dono tale, qual per l’adietro mai fù essibito.

Concorsero tutti nel di lui parere, che il danaro promesso in donno lo sborsassero in sei uguali rate anuali.

Spedite, (conforme bramavano) queste cose, licentiata la Dieta, gli otto Novembre, giorno della Natività di nostra Signora, celebrati solenemente conforme il rito Christiano, in apparati Pontificali gli divini officij, & la Santa Messa, alle quali il Re, & la Regina, che sin colà volse seguire il marito, & altri Principi di diverse Provincie, in buon numero furon presenti.

Mi persuado, che all’hora il Trentino si sforzasse mostrarsi alla Real Maestà festoso, di gioia, e giocondità ripieno, più al vivo, di quello che mai in altre occorrenze fatto havesse posciache il Re la prima volta si degnava d’honorare con la Real presenza la sua Diocese: e per ricevere con tutte le convenevoli accoglienze quello, che hora di sua spontanea volontà non (ostante che molte volte con humili, ma efficaci instanze lo havesse invitato) veniva à favorirlo, avengache sempre si dichiarasse suo riverente Capellano, e desiderasse in ogni modo dimostrarsi tale quale (come diceva) havrebbe voluto essere.

Il giorno seguente à queste sacre cerimonie, e solene Messa, ritornò il buon Vescovo à Trento, acciò, se vi fosse cosa da essequire, incontanente da quelli, che havevano la cura di por in ordine la corte, & la Città si effettuasse.

Furon molti à diversi officij destinati, di modo, che con indicibil prestezza si riduceva ogni cosa à segno, sapendo ogni uno qual fusse il suo officio: non v’era confusione alcuna, ma tutto si faceva con ordine.