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398 Delle Croniche di Trento

si fusse cosa iniqua, e vituperosa tirare, & allettare con il mangiare, e bere gli amici. Ma questo liberalissimo Prencipe reputava cosa d’animo alto prender piacere, degno di lode, dalle honeste conversationi, e conviti d’amici, & huomini dotti. Ben son degni di biasmo, e d’essere coretti, chi compiacendosi di solinghi recessi, temendo che non gli venghi levato il cibo di bocca, in solitarie cene, furtivamente, soli d’empiono.

Quindi esso in modo facea conviti, che tutto fosse, à tutti commune, ma non però con soverchie spese, ben si con certa tal benignità, & allegria, proportionata al convito che perciò era molto dalle genti del suo tempo lodato. Havendo hor conosciuto il viver domestico di questo Prencipe e con quali costumi era in uso conversar con suoi Corteggiani, facilmente da per se potrà ciascuno giudicare, come si portasse nel governo della Republica, in tempo di pace, e di guerra. Conciosia che le cose spettanti alla cognitione, è buon governo della vita domestica, non meno dichiarino le conditioni del Prencipe, di quelle, che s’amministrano fuori in alieni governi. E cosa certissima, che quando egli andò, o per seguire l’Imperatore, ò pure il Re, i quali l’hebbero, e provarono compagno di molti travagli, e fatiche, ritornò sempremai con gran applauso, e fama di cose eggregie, di modo, che da niun altro furon alla posterità lasciati esempi più chiari, e certi di tutte le virtù.

Fece oltra gli sopra narrati molt’altri difficili viaggi, quali habbiamo tralasciati, per non parere troppo interressati, e bramosi della gloria di questo Prencipe. [Il Prencipe di Trento moderato.] Aggiongasi una sol cosa, e non più, esser egli stato d’animo parco, continente, e liberale, essersi giamai, per qual si vogliasisnistro incontro perso d’animo, da difficultà niuna benche pericolosa spaventato, mai frastornato, per qual si voglia incomodo da suoi viaggi, purche conoscesse essere interessi, ne qual potesse spiegar la sua servitù verso l’Imperatore, e Re de Romani, & un pio affetto verso la Religione Catolica.

Quindi acceso d’ardente desiderio d’impiegarsi in negotij gravi, e difficili, a prò delli sodetti, per le diverse tempestose revolutioni de tempi, e luoghi, e per le gravi borasche del Regno, pervene al fine di sua vita.

Perche havendo dalle cose fedelmente maneggiate conseguito il Vescovato di Pressanone, & accresciuta la sua dignità con due Mitre, si transferì colà, con pomposa compagnia de Cavalli.