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X.


Il risultato d’un colloquio


La stanza dove il signor Tognino introdusse i tre delegati non era che un altro ammezzato un po’ meno buio dell’anticamera, colla finestra verso la via pubblica, arredato di pochi e vecchi mobili pieni di carte e di cartaccie alla rinfusa.

In questa stanza il principale era solito ricevere i capimastri e i fornitori, che lavoravano per conto suo nelle fabbriche di Milano nuovo, ai quali anticipava capitali, garantendo il credito con buone ipoteche.

Uno scrittoio, un libro mastro, quattro sedie, uno scaffale, un ritratto affumicato di Cavour attaccato fuori di simmetria formavano tutto l’arredo di quei quattro muri coperti di una carta color cioccolatta, che riceveva una luce di rimando e l’onda dei rumori e dei gridi della viuzza vicina.

— Venite avanti, sedetevi se trovate da sedere e cercate d’essere chiari e corti, perchè il mio tempo è prezioso.

Così disse con aria napoleonica, mettendosi a sedere in una poltroncina lucida di pelle senza guardare in faccia a nessuno, anzi mostrando di occu-